La Turchia sta completando una base per il lancio di satelliti in Somalia

 

La Turchia ha quasi completato la costruzione di una base per il lancio di missili destinati a portare in orbita satelliti e altri carichi paganti in Somalia, anche di tipo militare considerato che il programma è stato “classificato” dalla Difesa turca.

La costruzione del sito di lancio somalo è in linea con gli obiettivi strategici della Turchia. La Somalia, un partner chiave per la sicurezza turca dal 2011, ospita già la più grande base di addestramento all’estero della Turchia. Le stime preliminari del governo indicano che l’istituzione e il mantenimento di uno spazioporto in Somalia supererebbero i 350 milioni di dollari. Tuttavia, al momento della pubblicazione di questa storia, Space in Africa non ha verificato se la dichiarazione di intenti e i dettagli finanziari riportati nel febbraio 2021, quando la notizia è emersa per la prima volta, rimangano il quadro operativo o se siano state apportate modifiche al piano iniziale.

Il progetto dello spazioporto turco in Somalia rientra nella tendenza di diversi paesi africani a capitalizzare la loro vicinanza all’equatore.

A gennaio 2023, Gibuti ha firmato un MoU con la cinse Hong Kong Aerospace Technology Group e il Touchroad International Holdings Group per sviluppare uno spazioporto commerciale internazionale nella regione di Obock. Il progetto da un miliardo di dollari include sette rampe di lancio satellitari, tre rampe di prova per razzi e piani per un’accademia astronautica.

Il Kenya, che già ospita il Centro spaziale Luigi Broglio italiano a Malindi, punta a potenziare la partnership italo-keniota per utilizzare l’hub per il lancio di microsatelliti per l’osservazione della Terra.

La Russia ha proposto a diverse nazioni amiche di costruire spazioporti, tra cui Algeria, Sudafrica e Zimbabwe, come ha reso noto l’agenzia spaziale russa Roscosmos.

L’avvio dei lavori per la base destinata alle operazioni spaziali turche era stato annunciato il 20 dicembre 2024 e alcuni mesi prima l’iniziativa era stata resa nota dal presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud che aveva sottolineato come “la struttura creerà posti di lavoro e genererà entrate per la Somalia”.

L’esatta ubicazione della base non è nota, ma dovrebbe essere nei pressi della costa e di un porto attrezzato per ragioni logistiche mentre la posizione della Somalia, tagliata dall’Equatore, la rende un luogo perfetto per lanciare razzi nello spazio, poiché i potenziali detriti cadrebbero direttamente nell’Oceano Indiano e la vicinanza all’equatore riduce l’energia necessaria al lancio. Non a caso anche la piattaforma italiana San Marco venne realizzata nelle vicinanze, lungo le coste del Kenya.

La Turchia è impegnata in un piano decennale iniziato nel 2021 e per la prima volta in assoluto, un astronauta turco, Alper Gezeravcı, è rimasto sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per quasi tre settimane.

In Africa Orientale Ankara ha investito in vari settori, tra cui sanità e istruzione, ma anche difesa ed esplorazione di idrocarburi. La cooperazione tra Turchia e Somalia è ormai consolidata e ha visto Ankara realizzare negli anni scorsi diverse infrastrutture tra cui porto e aeroporto di Mogadiscio e l’illuminazione pubblica della capitale sonala. L’esercito turco addestra le forze somale dal 2017 presso il campo di addestramento TURKSOM, nella periferia nord di Mogadiscio mentre le due nazioni hanno firmato un accordo nell’agosto 2024 che concede alla Turkish Petroleum i diritti esclusivi di prospezione su oltre 15.000 km2 di acque territoriali somale.

Inoltre la Turchia è coinvolta come mediatrice nel conflitto tra Somalia ed Etiopia, dopo che quest’ultima ha firmato un accordo con la regione separatista del Somaliland, affittando 20 chilometri di costa in cambio del riconoscimento della sua indipendenza.

Il presidente somalo Mohamud ha affermato di credere “che l’importanza della Somalia come sede di una rampa di lancio per i satelliti turchi sia ancora più significativa dei miliardi di dollari e delle opportunità che il progetto genererà”.

La Somalia è ancora sottoposta a un embargo sulle armi imposto dall’ONU, iniziato all’inizio della guerra civile. Questo embargo è stato allentato nel 2013 per consentire la vendita di armi leggere. Di conseguenza, la Turchia è stata in grado di consegnare alla Somalia 450 fucili d’assalto MPT-76 prodotti da MKEK nell’agosto 2024 oltre a veicoli ruotati protetti Kirpi forniti in precedenza.

Somalia e Turchia hanno anche firmato un memorandum d’intesa (MoU) a febbraio affermando che la Turchia ricostruirà, equipaggerà e addestrerà la Marina somala in cambio del 30% delle entrate derivanti dallo sfruttamento delle risorse della Zona Economica Esclusiva della Somalia.

La Turchia ha un’ambasciata a Mogadiscio, riaperta nel 2011 dopo una chiusura di 20 anni a causa della guerra civile e un consolato ad Hargeisa, la capitale de facto del Somaliland. Nel 2022, il commercio bilaterale ha raggiunto i 389 milioni di dollari, con la Turchia che ha esportato 386 milioni di dollari, un quarto dei quali in pasta, mentre la Somalia ha esportato 2,5 milioni di dollari, di cui 1,5 milioni di dollari in semi oleosi.

Il 23 gennaio il presidente Mohamud ha sottoscritto al Cairo “una dichiarazione politica congiunta per elevare le relazioni tra Egitto e Somalia al livello di partnership strategica” oltre “a diversi protocolli d’intesa tra i due Paesi”.

La dichiarazione “comprende diversi ambiti, tra cui politica, difesa, cultura, economia e altri settori” e “prevede consultazioni politiche annuali a livello di vertice per monitorare gli sviluppi complessivi delle relazioni e individuare nuove opportunità di cooperazione”, ha detto Sisi in una conferenza stampa congiunta come riferisce il post.

Con Mohamud, si tratta del “quarto incontro dal gennaio 2024, dimostrando il comune impegno per gli interessi dei nostri due popoli fratelli”, ha ricordato il leader egiziano. “Abbiamo inoltre riconosciuto il valore della ‘Conferenza di Asmara’ tra Egitto, Somalia ed Eritrea, tenutasi il 10 ottobre 2024, che ha rappresentato una svolta nelle relazioni e nel coordinamento tra i nostri Paesi”, ha riferito Sisi evidenziando che c’è stato accordo col presidente somalo “sull’importanza di organizzare un secondo vertice trilaterale per rafforzare questa partnership”. “Per quanto riguarda il settore militare, abbiamo convenuto di continuare la collaborazione in linea con il protocollo di cooperazione militare firmato tra i nostri Paesi al Cairo nell’agosto” scorso, ha detto ancora il capo di Stato egiziano.

Con lo storico accordo siglato lo scorso 11 dicembre ad Ankara tra Etiopia e Somalia, Mogaduscio ha ripreso le relazioni anche con Addis Abbeba dopo la grave crisi diplomatica innescata dal memorandum d’intesa firmato il primo gennaio 2024 dal governo etiope con le autorità del Somaliland.

L’11 gennaio l’incontro tra Mohamud e il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha portato al ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi e di migliorare la cooperazione in materia di sicurezza, rafforzare le relazioni commerciali, realizzare infrastrutture congiunte e promuovere investimenti.

Il 2 gennaio la visita a Mogadiscio del ministro della Difesa etiope Aisha Mohamed Mussa, ha definito la partecipazione delle truppe etiopi nella nuova Missione di supporto e stabilizzazione dell’Unione africana in Somalia (AUSSOM) varata con una risoluzione delle Nazioni Unite che dal primo gennaio ha preso il posto della Missione di transizione dell’Unione africana in Somalia (ATMIS).

L’8 gennaio l’Egitto si è detto pronto a fornire forze alla AUSSOM nel tentativo di rafforzare la lotta contro il terrorismo islamico e in particolare contro le milizie di al-Shabaab recentemente oggetto di offensive dell’esercito somalo mentre  una incursione condotta il 1° febbraio da UAV statunitensi, autorizzata dal presidente Donald Trump, ha colpito  un santuario dello Stato Islamico uccidendo alcuni miliziani e “un pianificatore”.

Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha affermato che l’attacco ha colpito l’obiettivo sui monti Golis, nella regione semi-autonoma del Puntland. “La nostra valutazione iniziale è che diversi agenti sono stati uccisi negli attacchi aerei e nessun civile è rimasto ferito”, ha affermato Hegseth in una nota. Lo Stato Islamico ha una presenza limitata in Somalia rispetto ad Al-Shabaab, legato ad Al-Qaeda.

(con fonti ADIT, Space in Africa e Anadolu)

 

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