Il generale Flynn consigliere per la sicurezza di Trump

Il presidente eletto Donald Trump ha offerto al generale a riposo Michael Flynn il ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale. Il 57enne Flynn è stato consigliere di Trump durante la campagna elettorale, dimostrandosi un “perfetto surrogato” – per usare un’espressione del sito Politico – contro la democratica Hillary Clinton, attaccata per aver messo a rischio informazioni classificate con l’utilizzo di un server di posta privato quando era segretario di Stato.

La nomina a consigliere per la sicurezza nazionale non richiede il via libera del Senato. I democratici lo accusano di essere islamofobo e simpatizzante del presidente russo Vladimir Putin. Registrato tra gli elettori democratici, vanta 33 anni di carriera militare, con posizioni di primo piano, dalla guida di missioni Nato in Afghanistan e in Iraq fino alla direzione della Dia (Defence Intelligence Agency) dal 2012 al 2014, quando è stato licenziato dal presidente Barack Obama.

Nel suo saggio “The Field of Fight”, scritto insieme allo storico Michael Ladeen, Flynn si definisce poco devoto al politicamente corretto e accusa Obama di avergli dato il benservito perché si era permesso di dire che gli Usa stavano perdendo terreno contro il terrorismo islamico.

Pochi minuti dopo la diffusione della notizia sul ruolo offerto all’ex generale, Yahoo News ha scritto che Flynn ha iniziato a ricevere i bollettini classificati sulla sicurezza nazionale dalla scorsa estate, mentre è titolare di una società di consulenza di intelligence che fornisce servizi a società straniere, la Flynn Intelligence Group (Fig), fondata nel 2014, dopo aver lasciato la Dia, insieme a Bijan R. Kian, figura di spicco della comunità iraniana negli Usa.

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Flynn è però un ufficiale di grande esperienza, oltre alle tre stelle sulle sue mostrine può vantare successi decisivi nello smantellamento delle reti degli insorti in Afghanistan ed Iraq.

Ma alla Casa Bianca arriva dopo essersi attirato le critiche di molti, anche al Pentagono, per le sue posizioni filo Russia e anti-Islam poco gradite a molti alleati arabi degli USA e che sarebbero state all’origine dello strappo con Barack Obama.

Definito una “minaccia esistenziale globale”, l’Islam è considerato da Flyinn non come una fede religiosa ma un’ideologia politica in netta contrapposizione quindi a quelle élite di Washington cresciute nell’Amministrazione Obama che non riconoscono l’Islam come nemico.
Circa i rapporti con la Russia Flynn l’anno scorso si recò a Mosca per un evento della tv statale RT al quale parteciparono anche il presidente russo Vladimir Putin e altri esponenti ufficiali russi.

Alle critiche Flynn ha risposto spiegando di essere stato pagato per parteciparvi e negando di voler appoggiare uno sforzo di propaganda russo.

Flynn inoltre si è espresso in favore all’estradizione di Fetullah Gulen, il religioso turco che vive in Pennsylvania accusato dalle autorità turche di aver fomentato il golpe dello scorso luglio. “Il suo vasto network ha tutte le caratteristiche per corrispondere alla descrizione di una pericolosa cellula dormiente” terroristica ha scritto il generale. Lo staff di Trump disse che si trattava di opinione personali di Flynn il quale non avrebbe neanche reso noti i contratti della sua società con gruppi legati al governo di Ankara.

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Oltre al Flynn, Trump ha indicato il senatore dell’Alabama Jeff Sessions come Segretario alla Giustizia e il deputato del Kansas Mike Pompeo a direttore della Cia.

Se Flynn è criticato per le sue posizioni sull’Islam radicale ma anche verso la Russia, Session è stato accusato più volte di razzismo.

L’incarico al 69enne senatore dell’Alabama, il primo al Senato ad appoggiare Trump, il dovrà necessariamente avere il via libera dalla Senato, cosa che presenta qualche ostacolo. Non sono infatti solo i democratici a criticare la sua scelta per dirigere a Giustizia ma anche diversi repubblicani a causa delle accuse di razzismo che si trascina fin dal 1986, quando gli fu negata la toga da giudice federale dopo che alcuni colleghi testimoniarono davanti ad una commissione del Senato che aveva fatto battute sul Ku Kux Klan, dicendo che “credeva fossero ok fino a quando non apprese che fumavano marijuana”.

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Pompeo, conservatore vicino al Tea Party da sempre critico verso Barack Obama e Hillary Clinton e contrario all’accordo con l’Iran sul nucleare. Anche se alle primarie aveva scommesso su Marco Rubio.

Membro a vita della National Rifle Association, l’associazione dei produttori di armi da fuoco, Pompeo è stato tra i più convinti oppositori della riforma sanitaria nota come “Obamacare! ed è contrario alla chiusura del carcere speciale di Guantanamo che Obama aveva promesso otto anni or sono di chiudere senza però riuscirci.

Foto: AP, Kansas Watchdog e Getty Images,

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