Lo Stato Islamico recluta in Afghanistan
AdnKronos/Aki – “Ci sarà uno Stato Islamico, un regime basato sulla sharia in tutto il mondo”: così parla in Afghanistan la ‘Voce del califfato’. L’Is è riuscito da tempo a penetrare in terra afghana e nella provincia orientale di Nangarhar sfrutta le frequenze radio per martellare la zona con messaggi di propaganda nell’intento di reclutare giovani combattenti per il gruppo dell’autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Non solo la radio pirata, “il reclutamento avviene anche tramite WhatsApp, Facebook, sul web – conferma al sito di informazione Irin un ufficiale della sicurezza coperto da anonimato.
L’obiettivo sono per lo più i giovani afghani delle città o che studiano all’università”. La ‘Voce del Califfato’ è un programma diffuso dall’Is su quella che fino a un paio di anni fa era la frequenza di Qalam FM, una stazione radio fatta di musica e dibattiti religiosi, ma anche di programmi che spaziavano dall’agricoltura alla buona governance.
I jihadisti hanno fatto saltare la stazione radio ed è subentrata la ‘Voce del Califfato’. Tutto in un Paese in cui il tasso di analfabetismo sfiora il 30% e la radio resta il principale mezzo di informazione. E in Afghanistan, il Paese della guerra dei droni, non sembra facile mettere a tacere la ‘Voce del califfato’. “E’ una stazione radio trasportabile”, dice un ufficiale della sicurezza a Irin.
L’Is controlla una zona relativamente poco estesa della provincia di Nangarhar, a ridosso del confine con il Pakistan (la Wilayat Khorasan è nata da una costola del movimento dei Talebani del Pakistan). Il gruppo sarebbe riuscito a penetrare anche nella provincia meridionale di Zabul (sempre al confine con il Pakistan): qui, nel distretto di Arghandab, domenica sono morti 20 combattenti legati all’Is in un’esplosione in un centro di addestramento, come confermato dal capo della polizia locale citato da Khaama Press.
Nella terra in cui il mullah Omar fondò il movimento dei turbanti neri, oggi l’Is ha una marcia in più rispetto ai Talebani nella battaglia per la propaganda, sostengono all’Afghanistan Analysts Network. Abitanti di Nangarhar hanno confermato a Irin di sintonizzarsi spesso alla sera sulle frequenze dell’Is. La prima parte del programma è fatta di bollettini di guerra, parla delle “vittorie” dell’Is in Siria, Iraq e Afghanistan.
La seconda è condotta da Firdoas Bahar, ex docente di letteratura dell’Università di Kabul, che non risparmia attacchi verbali per i Talebani e il governo di Kabul. Non mancano neanche messaggi di jihadisti dell’Is in Siria e Iraq. Bahar si è unito di recente all’Is. “Sospetto sia stato reclutato da una cellula segreta all’Università di Kabul”, ha detto a Irin un docente. La sua storia fa paura a molti come quella di Aziz Azam, giornalista e poeta molto noto a Jalalabad. “Ora minaccia quelli che erano i suoi amici, li minaccia di decapitazioni”, ha denunciato al sito di informazione un reporter locale.
Abdul Rahman, 23 anni, era un negoziante di Jalalabad prima di passare con l’Is all’inizio del 2015, dopo aver visto decine di video di al-Baghdadi inviati da un amico tramite Facebook. E’ rimasto nel gruppo per un anno e si è occupato del reclutamento di nuovi combattenti tramite Facebook, Viber e WhatsApp, ma ha fatto anche l’addestramento militare. Poi ha scelto di abbandonare il gruppo, sconvolto dalle brutalità dei jihadisti.
E’ riuscito a fuggire e ha lasciato Jalalabad con la sua famiglia. Non è solo il fascino della propaganda ma ci sarebbe anche l’odio per i Talebani che hanno distrutto tante famiglie tra le motivazioni che spingono alcuni afghani a unirsi alle fila dell’Is, almeno secondo quanto sostiene Ahmad Ali Hazrat, capo del consiglio provinciale di Nangarhar.
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