La Svezia teme i russi e ripristina un limitato servizio di leva
Preoccupata dalla Russia e dalle sue provocazioni nel Mar Baltico, la Svezia ha annunciato il 2 marzo il ripristino del servizio di leva obbligatorio. La misura, abbandonata sette anni fa, dovrebbe partire nella prossima estate-
“Il governo vuole un flusso più stabile di personale e aumentare la capacità militare” del Paese in quanto “la situazione della sicurezza è cambiata”, ha dichiarato il ministro della Difesa Peter Hultqvist, riferendosi alla vicina Russia che nel 2014 aveva sconfinato nell’arcipelago di Stoccolma con un sottomarino non identificato. Wilhelm Agrell, esperto in questioni di sicurezza ha sottolineato come “la potenza russa sia stata a lungo sottovalutata”.
Dal 2014, ha continuato, “vediamo una Russia espansionista, pronta a usare la violenza per favorire i propri interessi”. Il governo svedese aveva già deciso nel marzo 2015 di rimilitarizzare la più grande isola del Paese, Gotland, situata a est, in cui l’ultima caserma era stata chiusa dieci anni fa. Dallo scorso settembre sono stati dislocati 150 militari sull’isola. Dal primo luglio 100 mila giovani uomini e donne natio tra il 1999 e il 2000 compileranno un questionario di reclutamento: ne verranno selezionati circa 13 mila in base a motivazione e caratteristiche dei quali ne saranno mobilitati solo 4 mila per il servizio militare da prestare nel 2018.
Non si tratta quini di un ritorno alla leva di massa (abolita nel 2010) mentre i numeri limitati consentono di valutare questo reclutamento come una “forza di completamento” idonea a coprire i vuoti nei ranghi delle forze armate determinati dallo scarso appeal che la vita militare esercita sui giovani svedesi che trovano nella vita civile impieghi meno impegnativi e meglio remunerati.
Il ministro degli Esteri svedese, Margot Wallstrom, in conferenza stampa congiunta con l’omologo russo Serghei Lavrov il 21 febbraio scorso, aveva affermato che “la politica svedese di non aderire ai blocchi militari è solida. La Svezia decide da sola la propria linea sulle questioni di sicurezza”. Lavrov ha detto di sostenere tale politica di “non allineamento” che per Mosca equivale a una “garanzia di stabilità” nel Baltico e in Europa in generale.
Più che da un’improbabile “invasione russa”, la Svezia dovrebbe forse preoccuparsi dei disordini (crescenti negli ultimi anni) nei quartieri abitati da immigrati islamici a Malmoe e alla periferia di Stoccolma dove la polizia è in palese difficoltà a gestire la situazione e dove potrebbe rivelarsi necessario dispiegare unità militari.
Foto DONI News
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