Il Meme Warfare Center del Pentagono contro la propaganda in rete

Negli Usa il Pentagono ha creato un nuovo Meme Warfare Center per proteggere il paese dalla cyberwarfare ostile. La struttura sarà guidata dal generale Rob Farmer e dovrebbe diventare operativa questa estate, con il lancio dell’operazione Hashtags For Harambe. Lo riporta il DuffelBlog. L’obiettivo sarà contrastare la propaganda e la disinformazione (fake news), diffuse online da gruppi terroristici come Isis e da attori a livello nazionale creando e promuovendo meme (concetti, idee e azoni da diffondere via web) a sostegno del Dipartimento della Difesa, che poi diventino virali.

“La Warfare è arrivata nel mondo digitale – ha spiegato l’alto ufficiale alla stampa -. I militari degli Stati Uniti la seguono per rimanere la più forte ed efficace forza di combattimento del mondo”.

Il nuovo Meme Warfare Center usa sfrutterà internet per favorire la rapida diffusione dei meme. Ancora non è stato reso noto con quale stile, ma è noto che i contenuti- soprattutto se sono umoristici o bizzarri –tendono a circolare più velocemente. Lo farà lavorando su 2 assi: il primo è quello delle comunità specifiche. Il secondo è quello più generico, trasversale.

Alcuni meme, infatti, riescono a diffondersi arrivando in contesti in cui l’origine stessa del fenomeno è indecifrabile. Peraltro, l’unità cyber potrà contare su un’arma preziosa: il cosiddetto “effetto Streisand” legato a un caso che coinvolse la cantante e attrice americana. Spesso un tentativo di censurare o rimuovere un’informazione, provoca al contrario la sua ampia pubblicizzazione. Anche su canali tradizionalmente poco interessati.

Il Meme Warfer Center Usa nella sua missione potrà lavorare usando chiavi e soggetti diversi. Dalle persone ai videogiochi, ai video. I temi potranno essere umoristici, legati alla paura (jumpscare e creepypasta) o a storie tristi (feelpasta). Inoltre, i mezzi di diffusione sono i più vari. Dal web ai forum, passando per email. Queste, contrariamente a quanto si crede, continuano a essere uno dei mezzi preferiti per la diffusione di contenuti.

Lo conferma il fatto che diverse catene di Sant’Antonio o bufale (hoax) continuano a circolare anche molti anni dopo essere state smentite. Giocano sul fatto che è più facile inoltrarle immediatamente piuttosto che verificare le informazioni al loro interno. In tutto il contesto, giocheranno un ruolo chiave i social media come “moltiplicatore di forza” grazie all’immediatezza che li caratterizza. (Difesa&Sicurezza)

Foto US Army

Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.

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