La Libia caccia le Ong
Mentre in Italia continua il dibattito politico sul codice di comportamento imposto dal governo alle Ong impegnate nel soccorrere e portare nei porti italiani i migranti illegali, la Libia assume la sovranità delle acque di fronte alle sue coste e chiude ogni spazio di attività alle imbarcazioni delle organizzazioni non governative attive nel Mediterraneo Centrale.
La Marina libica ha intimato ieri a “tutte le navi straniere di restare fuori dall’area di ricerca e soccorso” che si estende fino a circa 180 chilometri dalle coste.
“Vogliamo mandare un chiaro messaggio a tutti coloro che infrangono la sovranità libica e mancano di rispetto per la Guardia Costiera e alla Marina” ha detto il portavoce delle forze navali di Tripoli Ayub Qassem in una conferenza stampa a Tripoli.
Il generale Abdelhakim Buhaliya, comandante della base navale di Tripoli, ha detto che “nessuna nave straniera ha diritto di entrare” nell’area “senza espressa richiesta delle autorità libiche”.
Per non lasciare spazio a dubbi ha esplicitamente spiegato che la decisione riguarda “le Ong che sostengono di voler salvare i migranti clandestini e di condurre azioni umanitarie”.
La Guardia Costiera libica ha accusato più volte le Ong di aiutare i trafficanti di esseri umani e di penetrare nelle acque territoriali per imbarcare immigrati illegali dopo aver preso accordi con i trafficanti e aver spento i trasponder per non lasciare tracce sui radar della loro presenza nelle acque libiche.
“Siamo capaci di condurre le operazioni di salvataggio” ha detto Qassem alla Cnn dopo gli spari d’avvertimento esplosi da una motovedette della Guardia Costiera in direzione di una nave dell’Ong spagnola Proactiva Open Arms.
“La nostra presenza annulla la loro presenza e siamo stufi di queste organizzazioni. Loro hanno fatto aumentare il numero dei migranti e hanno rafforzato i trafficanti e poi ci criticano per il mancato rispetto dei diritti umani”.
Il portavoce risponde al governo di accordo nazionale di Fayez al Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, ma che controlla solo la zona occidentale del Paese, da dove partono i migranti alla volta dell’Italia. La Cnn ha contattato anche una fonte vicina al generale Khalifa Haftar, che controlla l’Est della Libia, che però non ha voluto commentare l’incidente avvenuto con la ong spagnola.
Tuttavia l’ufficiale ha tenuto a rimarcare come le acque nella zona orientale della Libia siano monitorate con attenzione e che le forze che rispondono al generale hanno avuto il via libera per reagire “a seconda della situazione”.
Sempre ieri la Guardia Costiera libica ha salvato 105 migranti tunisini e marocchini e di altri Paesi africani che stavano affogando 10 chilometri a largo di Sabrata, uno dei crocevia dei trafficanti di esseri umani ad ovest di Tripoli. A questi si aggiungono i 135 soccorsi giovedì che portano a 1.000 ii migranti illegali salvati in mare e riportati in Libia questa settimana.
Foto: Guardia Costiera Libica e AFP
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