Troppe “purghe”, l’Aeronautica turca è senza piloti di caccia
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Dopo lo scontro per il sostegno americano ai curdi del PYD che in Siria combattono lo Statro Islamico nell’ambito delle Forze Democratiche Siriane, nuove frizioni sembrano scatenarsi tra Usa e Turchia per il rifiuto di Washington di addestrare nuovi piloti delle forze aeree di Ankara.
In seguito alle maxi-purghe scatenate dal governo del presidente Recep Tayyp Erdogan dopo il colpo di stato fallito nel luglio 2016, nelle forze armate turche è crollato il numero di piloti di cacciabombardieri in servizio
Su un totale di quasi 8 mila militari cacciati per sospetti legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, i membri dell’aeronautica sono almeno 1.752, tra cui oltre 300 piloti.
Durante il tentativo di golpe furono 25 i jet da combattimento (circa il 10% del totale) che sorvolarono i centri abitati, tra cui Ankara e Istanbul. Di questi, 11 bombardarono siti strategici e istituzionali. Secondo la ricostruzione del quotidiano Hurriyet, Ankara – che impiega regolarmente i caccia F-16 contro il Pkk curdo anche in Iraq – avrebbe chiesto a diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti, di inviare in Turchia i loro addestratori per formare nuovi piloti.
Da Washington è però giunto un rifiuto, accompagnato dalla proposta alternativa di svolgere l’addestramento sul suolo americano.
Un’eventualità scartata dalla Difesa turca, che punta a formare i piloti direttamente nella regione in cui dovranno operare e che forse teme che molti giovani ufficiali possano chiedere asilo come hanno fatto dopo il fallito golpe molti militari turchi assegnati ai comandi NATO in Europa e negli Stati Uniti. Sulla base di un accordo preesistente, aggiunge Hurriyet, Washington avrebbe inoltre impedito al Pakistan di inviare i suoi istruttori in Turchia.
(con fonte Ansa)
Foto: F-16 turco (Anadolu)
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