Raid aereo israeliano contro “le armi chimiche” di Assad
Israele ha condotto la notte scorsa l’ennesimo raid aereo in Siria, questa volta non su armi e mezzi che Gerusalemme riteneva destinati alle milizie scite libanesi Hezbollah ma contro un sito militare a nord della località di Mesyaf, tra la città di Hama (centro della Siria) e il porto di Tartous, sospettato di essere una struttura utilizzata per la produzione di armi chimiche. Colpita anche un vicino deposito di missili.
Due militari sono stati uccisi e 5 feriti, hanno riferito fonti militari siriane, nell’attacco condotto a quanto sembra da quattro aerei con la Stella di David. Secondo il direttore dell’Osservatorio siriano dei diritti umani (Ondus, organizzazione con sede a Londra vicina ai ribelli anti-Assad filo occidentali), Rami Abdel Rahman, il sito colpito è conosciuto per essere utilizzato dal personale militare iraniano e dai combattenti di Hezbollah.
Il sito in questione sarebbe utilizzato anche dalle forze russe e comprenderebbe un campo di addestramento e una filiale del Centro di ricerche e studi scientifici della Siria (SSRC). Gli Usa hanno accusato il SSRC di sviluppare gas Sarin, usato secondo un rapporto dell’Onu per un attacco chimico letale su Khan Sheikhoun, lo scorso 4 aprile.
Accuse sempre respinte da Assad e basate però solo su prove poco credibili fornite dai ribelli (i qaedisti dell’ex Fronte al–Nusra che controllano Idlib). Ufficialmente la Siria ha consegnato alla Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche tutti i suoi arsenali chimici nel 2014.
Nel comunicato con cui Damasco ha confermato l’attacco da parte israeliana non viene menzionato il centro di ricerche SSRC. “Aerei israeliani alle 2:42 hanno lanciato una serie di missili dallo spazio aereo libanese, prendendo di mira una delle nostre posizioni nei pressi di Masyaf, causando danni materiali e la morte di due addetti al sito” recita la nota dello Stato Maggiore Difesa siriano. “L’esercito siriano mette in guardia dalle serie ripercussioni di tali atti d’aggressione sulla sicurezza e la stabilità della regione” ha aggiunto.
Il timore israeliano è che la Siria venga usata dall’Iran come laboratorio e fabbrica di sofisticate armi che sarebbero a quel punto anche a disposizione degli Hezbollah.
“L’Iran si sta dando da fare per trasformare la Siria in una base militare di retrovia”, ha dichiarato nell’agosto scorso il premier Benjamin Netanyahau e l’ex capo dell’intelligence militare israeliana, Amos Yadlin, con un tweet ha fatto sapere chel’attacco aereo israeliano ”non era un’operazione di routine” e che nel sito colpito si ”producono armi chimiche e barili esplosivi che hanno ucciso migliaia di civili siriani”.
Una versione che suscita perplessità poiché i cosiddetti “barili bomba” sono ordigni artigianali e in alcuni casi si sospetta siano stati caricati con cloro industriale ad alta concentrazione ceabdo così un’arma chimica artigianale con un aggressivo utilizzato da diversi contendenti in Iraq e Siria, incluso lo Stato Islamico. Nulla a che vedere però con il Sarin o altri agenti nervini.
”Questo attacco ha finalmente mostrato la posizione morale israeliana rispetto al massacro in Siria” ha aggiunto Yadlin anche se resta da capire e da dimostrare quale tipo di armi chimiche venissero prodotte nel sito colpito.
Fonti vicine all’intelligence israeliano hanno rivelato che lo SSRC “beneficia di grandi investimenti e coopera strettamente con i centri di ricerca analoghi iraniano e nord coeano”.
Benchè le autorità di Gerusalemme non abbiano voluto commentare (come di consueto) il raid a Meysaf ma il ministro israeliano della Difesa,Avigdor Lieberman, ha sferrato un duro attacco verbale contro la Siria e l’Iran, minacciando attacchi preventivi in caso di pericolo per lo Stato ebraico.
“Siamo determinati – ha dichiarato il ministro Lieberman – a impedire ai nostri nemici di minacciare, o anche solo di creare le condizioni per costituire una minaccia alla sicurezza dei cittadini di Israele. Faremo di tutto per impedire l’esistenza di un corridoio sciita” che va “da Teheran a Damasco”.
Dieci anni or sono i jet israeliani distrussero non lontano da Deir Ezzor un sito militare siriano sospettato di ospitare le infrastrutture per la produzione di plutonio impiantate da tecnici nordcoreani (molti dei quali morirono sotto le bombe) per lo sviluppo del programma nucleare segreto di Damasco.
Foto: IDF e Tv siriana
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