I raid della RAF hanno ucciso oltre 3mila miliziani dell’isis
I raid condotti dai velivoli (cacciabombardieri Tornado e Typhoon più velivoli teleguidati Reaper) della Royal Air Force in Iraq a partire dall’estate 2014 e in Siria dal dicembre 2015 hanno ucciso più di 3mila miliziani dello Stato islamico nel corso di oltre 1.500 missioni aeree di attacco, ricognizione e sorveglianza.
E’ quanto emerge dai dati diffusi dal ministero della Difesa britannico in occasione della recente visita in Iraq del Ministro della Difesa, Sir Micheal Fallon, secondo cui tra l’agosto 2014 e lo scorso luglio sono stati uccisi 2.684 miliziani in Iraq e 410 in Siria nell’ambito dell’Operazione e Shader, il contributo britannico all’a Coalizione internazionale a guida statunitense.
Nel novembre 2016 le perdite tra le forze dell’Isis in seguito ai raid aerei britannici erano state di oltre 1.700 combattenti (1.571 in Iraq e 181 in Siria) secondo quanto reso noto da Londra.
La Difesa sostiene inoltre che “non ci sono prove credibili” della morte di civili. Critico il gruppo pacifista Airwars, per il quale è “statisticamente impossibile” che non siano stati uccisi civili nei bombardamenti
Il direttore di Airwars, Chris Woods, ricorda che anche gli americani hanno ammesso che in media viene ucciso un civile ogni 40 miliziani eliminati nel corso dei bombardamenti. Vittime civili sono state del resto più volte segnalate in Siria anche dall’Ondus (Osservatorio siriano per i diritti umani), ong con sede a Londra vicina ai ribelli siriani filo-occidentali.
Lo scorso giugno il comando centrale dell’Operazione anti-Isis “Inherent Resolve” a guida Usa, aveva riferito di 484 vittime ‘collaterali’ registrate in tre anni di operazioni aeree.
Foto RAF
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