Baghdad rafforza la sicurezza alla Diga di Mosul

Il governo iracheno rafforza la sicurezza alla Diga di Mosul, che considera strategica. Lo sta facendo, secondo fonti locali, con alcune decisioni. Dal mantenere unità della Golden Division (le forze anti-terrorismo) presso la struttura, all’applicazione di restrizioni ai movimenti per limitare il transito nell’area.

Inoltre, si è intensificato l’addestramento alle forze irachene impartito dai militari italiani della Task Force Praesidium, su base Terzo reggimento Alpini, nell’ambito della missione Prima Parthica. La formazione curata dai nostri soldati ha una valenza fondamentale per Baghdad, che considera la diga un obiettivo sensibile molto appetibile per attacchi terroristici.

La difesa contro Isis e altre minacce si basa su due pilastri. Il primo sono assetti specializzati come Golden Division e Polizia Federale e il secondo è rappresentato dal contingente italiano che garantisce non solo l’addestramento ma anche il coordinamento con le forze di sicurezza irachene (ISF) contribuendo alla stabilizzazione.

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Gli allarmi lanciati da Baghdad potrebbero aver influito nella decisione di Roma di non ritirare completamente la Task Force Preasidium limitandosi a lasciare in futuro presso la diga almeno 200 militari contro gli attuali 500, anche per proteggere i tecnici dell’azienda romagnola Trevi impegnata nei lavori di consolidamento dell’infrastruttura.

L’ultima minaccia terroristica in ordine di tempo, da quanto ha reso noto Baghdad, è rappresentata dalla milizia “Bandiera Bianca”, gruppo di jihadisti/criminali, caratterizzato da una bandiera bianca con un leone. La formazione è legata ad Ahrar al-Sunna e Ansar al-Islam, affilato prima ad al-Qaeda e poi a Isis.

Si teme anche che vi stiano confluendo i “resti” dei miliziani del Califfato  fuggiti dai campi di battaglia nel paese. I terroristi si sono fatti conoscere per una serie di azioni a Kirkuk e Sulaymaniyah, ma in breve stanno estendendo le loro attività anche ad altre zone della nazione meridionale e presto potrebbero arrivare a Mosul. Sia in questa città sia a Kirkuk e Tikrit si registra l’aumento di tensioni tra sciiti e sunniti che potrebbero favorire i gruppi jihadisti.

La protezione della Diga di Mosul perciò è fondamentale come confermano non solo le decisioni del governo iracheno ma anche le recenti visite internazionali presso la struttura. Nei giorni scorsi, i vertici di USACE (U.S. Army Corps of Engineer) e del CJFLCC (Combined Joint Force Land Component Command) dell’Operazione Ineherent Resolve si sono recati in loco.

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Lo ha reso noto lo Stato maggiore della Difesa (SMD) italiano in una nota, in cui si sottolinea che “in occasione di entrambe le visite è stata ribadita l’importanza strategica della Diga che rappresenta un progetto prioritario per lo sviluppo e la stabilizzazione dell’area”.

In questo contesto il generale David Hill, Comandante della Divisione Transatlantica di USACE, ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal Terzo reggimento Alpini per implementare la sicurezza dell’infrastruttura. Anche in relazione alla tutela del personale che vi opera.

Sulla stessa lunghezza d’onda il generale Charles Costanza, Vice Comandante di CJFLCC e responsabile del coordinamento delle Operazioni della Coalizione nel nord dell’Iraq.

L’alto ufficiale ha riconosciuto il fondamentale lavoro svolto dalla Task Force Italiana per integrare le diverse componenti delle forze di sicurezza irachene in un sistema di controllo che permetta una cornice di sicurezza più ampia in tutta la zona della diga di Mosul attraverso il coordinamento dei check-point gestiti da Golden Division, National Security Service, Esercito Iracheno, Polizia Federale e Polizia del Ministero delle Risorse Energetiche. (Difesa&Sicurezza)

Foto: Difesa.it e Fausto Biloslavo

Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.

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