Siria: missili statunitensi inesplosi portati a Mosca?
Due missili da crociera di precisione “inesplosi” lanciati dalla coalizione internazionale in Siria la scorsa settimana sono stati recuperati e portati in Russia. Lo conferma una fonte militare a Interfax. Gli specialisti russi ora “studieranno i missili” e le analisi serviranno a “migliorare le difese aeree” della Russia. Indiscrezioni sul ritrovamento dei missili circolavano da giorni ma sinora non avevano avuto conferma, per quanto ufficiosa.
“Saremo in grado di apprendere in dettaglio gli ultimi sviluppi occidentali” e la a Russia sarà, grazie a loro, in grado di “migliorare il proprio sistema di difesa missilistica e di guerra elettronica” ha detto a RIA Novosti Viktor Murakhovski, esponente del consiglio degli esperti per la Commissione per la produzione militare russa.
“Gli specialisti russi non copiano i modelli occidentali di armi, poiché abbiamo la nostra linea di sviluppo, ma saranno interessati a familiarizzare con gli ultimi sviluppi occidentali in questo ambito”. Due missili da crociera americani inesplosi, lanciati in Siria durante l’attacco del 14 aprile, sono stati trovati dall’esercito siriano e consegnati ai russi.
Il trasporto dei missili americani dalla Siria alla Russia è avvenuto il 18 aprile. Entrambi i missili sono in buone condizioni, ha notato una fonte anonima ma non è chiaro se si tratti di missili Tomahawk lanciata da navi e sottomarini o dei nuovi AGM-158B JASSM ER (al loro primo impiego bellico) lanciati sulla Siria dai bombardieri B-1B.
Il Pentagono ha reso noto nei giorni scorsi che tutti i missili lanciati il 14 aprile hanno colpito i bersagli previsti, negando quanto riferito da Mosca circa l’abbattimento di ben 71 dei 105 missili impiuegati dalle forze anglo-franco-americane e annunciando che nell’operazione non vi sono state vittime civili.
Anche sulla stampa francese hanno trovato spazio notizie circa problemi riscontrati nel lancio dei missili da crociera Scalp Naval (anch’essi al battesimo del fuoco in questa operazione) dalle fregate tipo FREMM e dagli Scalp imbarcati sui cacciabombardieri Rafale.
Secondo Lettre A delle tre FREMM (Aquitaine, Languedoc e Auvergne) dislocate nel Mediterraneo orientale per partecipare all’attacco contro le installazioni siriane solo la Languedoc è riuscita a lanciare 3 Scalp Naval dopo che una salva dello stesso numero di missili dall’Aquitaine era fallita (notizia confermata dalla Marina Francese) mentre la Auvergne avrebbe registrato ritardi nell’approntamento al lancio che hanno indotto ad annullarlo.
Secondo il quotidiano L’Opinion Parigi prevedeva di impiegare nell’operazione 16 missili in tutto (il doppio di quelli lanciati dai britannici) contro i 12 effettivamente lanciati: 10 Scalp EG lanciati da velivoli Rafale dell’Armèe de l’Air e 6 dalle fregate tipo FREMM della Marine Nationale che invece ne avrebbero lanciati effettivamente solo 3.
Anche L’Armèe de l’Air avrebbe infatti dovuto rinunciare a lanciare uno dei 10 missili Scalp EG imbarcati su 5 Rafale a causa di un malfunzionamento che ha indotto a sganciare il missile in una “zona sicura”, come hanno raccontato fonti citate dal quotidiano Le Point.
Foto US DoD e MBDA
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.