Libia: Haftar stringe la morsa su Derna, Macron sgomita per un nuovo summit
L’Esercito nazionale libico (LNA) del feldmaresciallo Khalifa Haftar, ha annunciato che la ‘morsa’ intorno a Derna, ultimo lembo di Cirenaica controllato da milizie jihadiste, si sta stringendo.
Haftar ha lanciato il 7 maggio scorso un’offensiva per “liberare” Derna, città costiera di 150mila abitanti che si trova a Est di Tripoli, dove sono attivi fin dai tempi del regime di Muammar Gheddafi gruppi jihadisti aderenti inizialmente ad al-Qaeda e attualmente al “Consiglio della Shura dei mujaheddin di Derna” che include anche elementi legati allo Stato Islamico e ai Fratelli Musulmani.
“Le forze dell’LNA avanzano a passo sicuro verso Derna per liberarla dai gruppi terroristici”, ha dichiarato ieri il generale Ahmad al Mesmari (video), aggiungendo che sono state effettuate “missioni di combattimento” che hanno permesso di assumere il controllo di posizioni fortificate dei jihadisti agli ingressi della città.
“Presto annunceremo la liberazione del nostro paese dall’ultima roccaforte terrorista” ha promesso Haftar esortando le proprie truppe a non fare del male ai civili e a trattare con “rispetto chi si arrende o viene catturato”, cui verrà garantito un “giusto processo”.
L’assedio di Derna ha visto nelle ultime settimane una recrudescenza degli scontri in precedenza solo sporadici. Le unità militari dell’operazione Karama (“Dignita”) impegnate a Derna “forniranno un passaggio sicuro e un trattamento legale a chi si vorrà arrendere e sceglierà di risparmiare la città dal flagello della guerra” ha dichiarato al Mismari.
L’ufficiale ha inoltre annunciato la distruzione della sala operativa dei miliziani di Derna dopo un raid dell’aeronautica avvenuto il 19 maggio. L’operazione delle forze di Haftar su Derna è stata annunciata lo scorso 14 maggio.
La città, isolata da tempo, dovrebbe costituire un obiettivo alla portata delle forze di Haftar appoggiate senza troppo clamore dagli egiziani ma è densamente popolata e se i miliziani passassero alla guerriglia urbana (come fecero i jihadisti a Bengasi) potrebbe richiedere molti mesi di battaglia per liberarla.
Sul piano diplomatico la crisi libica vede un ennesimo tentativo del presidente francese, Emmanuel Macron, di organizzare un vertice internazionale sulla Libia il 29 maggio.
Il piano del governo francese, si legge sul sito del quotidiano ”Guardian”, è spingere per lo svolgimento di elezioni presidenziali entro la fine del 2018 e assicurarsi che i principali attori politici libici non cercheranno di interrompere il processo.
Alcuni media libici, prosegue il giornale britannico, riportano che un emissario di Macron ha spedito gli inviti per il vertice al capo del Consiglio presidenziale, Fayez al-Serraj, al comandante dell”Esercito nazionale libico (Lna), Khalifa Haftar, al presidente della Camera dei Rappresentanti, Aqila Saleh e al capo dell”Alto Consiglio di Stato, Khalid al-Mishri.
Scopo del summit, secondo documenti trapelati in Egitto, è far accettare alle fazioni in conflitto di riaprire la registrazione degli elettori per altri 30 giorni, appoggiare un referendum su una nuova Costituzione da svolgere prima o dopo le elezioni presidenziali, unificare la Banca Centrale libica (divisa ora tra Tobruk e Tripoli) e accertarsi che le parti in causa sappiano di andare incontro a sanzioni internazionali qualora provassero a bloccare il processo elettorale.
Tra i punti dell”iniziativa, secondo il ”Libya Observer”, figurano lo spostamento da Tobruk a Bengasi della sede della Camera dei Rappresentanti e un nuovo periodo di due mesi per la registrazione degli elettori. Parigi, inoltre, punta a riunire la Banca Centrale (divisa ora tra Tobruk e Tripoli) e a sciogliere il governo ad interim dell’est. Infine, le forze armate libiche dovrebbero garantire la sicurezza del processo elettorale.
Le fazioni dovrebbero anche accordarsi per svolgere una conferenza nazionale, aperta a tutti i soggetti politici, all”interno o all”esterno della Libia nel tentativo di favorire la riconciliazione dopo il caos che ha seguito il rovesciamento di Muammar Gheddafi nel 2011.
Inviti formali al summit voluto da Macron non sono ancora stati inviati o confermati da Parigi, ma le ambasciate straniere – precisa il ”Guardian” – sono state informate dell”iniziativa francese.
La mossa di Parigi, sottolinea il giornale, arriva I(guarda caso!) in una fase in cui l’Italia, “solitamente un soggetto dominante” negli affari politici libici, è “distratta dalla formazione di un governo di coalizione”.
Il vertice voluto da Macron “è un”iniziativa unilaterale, molto improvvisata, non coordinata con le Nazioni Unite e che non piace neanche agli egiziani”, partner di Parigi in questa partita. Lo hanno detto all’Adnkronos fonti diplomatiche, lamentando l”ennesima ”forzatura” di Macron, che vuole così riaffermare l”interesse francese per la Libia in un’ottica “competitiva” con l’Italia, approfittando tra l’altro dell”assenza di un governo nel nostro Paese.
“Si tratta di un”iniziativa alquanto controversa – insistono le fonti – Gli stessi libici sono contrari, poi, certo, saranno in qualche modo costretti a essere presenti” ad una conferenza che, bene che vada, si concluderà con nulla di più che un documento come avvenuto all’incontro di Celle St. Cloud lo scorso anno, ma, “male che vada, potrebbe accentuare ulteriormente le divisioni” fra le varie fazioni.
(con fonti AFP, Ansa e Adnkronos)
Foto: Reuters, AFP e AP
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