Clandestini in calo dalla Libia, in aumento lungo la rotta balcanica
Continua il calo degli sbarchi dei migranti per l”undicesimo mese consecutivo. Secondo i dati pubblicati sul sito del Ministero dell”Interno, dal 1° luglio 2016 al 24 maggio 2017 sono arrivati sulle nostre coste 161.738 migranti, mentre dal 1° 2017 luglio ad oggi 46.423, ovvero 115.315 in meno.
Gli arrivi dall”inizio dell”anno ad oggi sono pari a 10.808 (7.103 provenienti dalla Libia): si tratta del 78,61% in meno rispetto al 2017 (50.524). Considerando il solo mese di maggio, i migranti sbarcati sono stati 1.341, l’89,91% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando sono arrivati sulle nostre coste 13.289 stranieri.
Se si fa riferimento poi a quelli provenienti dalla Libia, la diminuzione – si osserva – è ancora più consistente, pari a -96,53%, ovvero 443 a fronte dei 12.753 arrivi di maggio 2017.
Il 14 maggio il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato una decisione per permettere la creazione di una unità di informazione sul crimine all’interno dell’operazione EUNAVFOR Sophia che opera al largo della Libia. L’unità sarà composta da 10 responsabili di polizia degli Stati membri e delle agenzie Frontex e Europol con il compito di migliorare la condivisione delle informazioni.
In particolare, l’unità avrà il compito di facilitare il ricevimento, la raccolta e la trasmissione di informazioni sul traffico di esseri umani, l’attuazione dell’embargo sulle armi, altri traffici illegali e crimini.
EUNAVFOR MED Sophia è stata varata nell’ottobre del 2015 per fermare il modello di business del traffico di migranti e esseri umani nel Mediterraneo Centrale. Tra i compiti dell’operazione ci sono l’addestramento della Guardia costiera libica, l’attuazione dell’embargo Onu sulle armi alla LIbia e l’attività di sorveglianza e raccolta di informazioni sul contrabbando petrolifero. Il comando dell’operazione Sophia è affidato all’Ammiraglio italiano Enrico Credendino
In calo sulla ritta libica, i migranti legali aumentano invece su quella Balcanica. In Bosnia continua infatti a crescere il numero dei migranti ilergali in arrivo. Il Paese è in difficoltà, con scarse risorse economiche, pochi mezzi e un numero limitato di centri d’accoglienza.
Nessuno peraltro conosce il numero dei migranti nel centro d’accoglienza di Salakovac, poco distante da Mostar, poichè i migranti hanno libertà di movimento e hanno 14 giorni di tempo per presentare l’eventuale domanda d’asilo, quando scade il documento provvisorio avuto al momento della registrazione dall’Ufficio stranieri del Ministero della sicurezza.
“Credo che una parte dei migranti abbiano proseguito il viaggio – ha detto Alen Kajtaz, segretario della Croce rossa di Mostar, citato dal portale Klix.ba – ed altri, forse tornati in treno, sono stati visti a Sarajevo” da dove venerdì erano stati trasferiti a Salakovac.
Si diffonde il timore, ha detto ancora Kajtaz, che possa partire un a nuova ondata di migranti dalla Turchia e dalla Grecia: “Passeranno per la Macedonia e la Serbia, ma in Croazia e in Ungheria non potranno andare e gli resterà solo la Bosnia
Gli arrivi di migranti dalla Turchia sono del resto bruscamente aumentati nel primo trimestre di quest’anno, anche se rimangono al di sotto del periodo di massima crisi del 2015.
Lo dicono i dati della Commissione Europea: nei primi tre mesi del 2018 gli arrivi dalla Turchia sono aumentati sia sulle isole greche (9.349) sia sulla frontiera terrestre (6.108). Nel secondo caso, il dato è nove volte più alto dello stesso periodo del 2017. “Abbiamo constatato una ripresa degli arrivi ma la situazione è sotto controllo e i numeri sono abbastanza gestibili”, ha assicurato il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos, in una conferenza stampa a Bruxelles.
Il commissario Ue ha aggiunto che comunque l’accordo UE-Turchia, che ha drasticamente ridotto gli arrivi di migranti in Grecia dalla Turchia, sta continuando a funzionare. Inoltre, la Commissione osserva che “se la situazione si è stabilizzata sulla rotta dei Balcani occidentali, nell’ultimo mese è stato registrato un aumento dei passaggi in Albania, Montenegro e Bosnia-Erzegovina”.
Foto: MOAS, Marina Militare, AFP e Frontex
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