L’intelligence come somma della coscienza pubblica e privata

Sapere diminuisce il pericolo, conoscere eventuali minacce è fondamentale per difendere un popolo, i suoi vertici e il territorio, come per proteggere i dipendenti, la governance e i confini aziendali. L’importanza di gestire il rischio è divenuta ormai una questione di coscienza. Gli interessi pubblici, quindi, non possono essere separati dagli interessi privati. La Sicurezza Nazionale oggi ha la necessità di collaborare con tutti gli attori privati, ma soprattutto ha la necessità di collaborare con le Piccole e Medie Imprese considerando la capillarità e i grandi numeri con cui le stesse sono presenti sul nostro territorio.

L’intelligence trova beneficio nelle PMI per tutte quelle informazioni che raccoglie da paesi e aziende estere, che altrimenti non potrebbe o farebbe fatica a raccogliere.

Oggi ciò che manca è una gestione della security aziendale organizzata per prevenire i pericoli e gestire i rischi. In alcune realtà aziendali è possibile definire, volgarmente, la security aziendale come “il capo delle guardie”.

Questo concetto nasce perché molte aziende preferiscono affidare il ruolo a ex appartenenti alle forze di polizia dotati di esperienza, piuttosto che a professionisti preparati e magari con un percorso universitario focalizzato.

Oggi la Sicurezza Nazionale ha la necessità di confrontarsi con professionisti capaci di valutare i rischi e prevenirli, non solo per le aziende stesse ma anche per la Nazione.

Le aziende e Sicurezza Nazionale quindi hanno un obiettivo comune: mantenere un vantaggio strategico rispetto a fatti e circostanze dei luoghi in cui operano.

Nessuno può far finta ormai di “non averne la necessità” o di vedere la security aziendale solo come un costo invece che come un investimento a lungo termine.

La Nazione potrebbe godere dei benefici di una rete di security manager in costante aggiornamento e formazione, magari svolto da professionisti d’intelligence, così da evitare di avere “capi delle guardie”, non solo nelle PMI ma anche in alcune aziende importanti anche per sicurezza Nazionale.

È ormai un fatto noto che, un po’ sulla scia della globalizzazione e un po’ in risposta alla necessità di allargare il proprio mercato, un numero sempre maggiore di aziende italiane si stanno aprendo o stanno rafforzando la loro presenza all’estero. Questa dinamica porta con sé molteplici responsabilità per i fautori di questi processi, amplificate dalla natura delle dinamiche interne e geopolitiche di quei Paesi che per loro natura al momento offrono i maggiori sbocchi commerciali.

La necessità di proteggere il proprio business attraverso un’azione di monitoraggio costante del rischio che permetta ai decisori di anticipare quei fatti che potrebbero danneggiare o rallentare le attività aziendali ha un valore strategico.

Vi saranno rivolte durante il periodo di permanenza in quello Stato? Quali sono le principali aree soggette a terrorismo? Quali sono i target? Vi sono soggetti o gruppi di pressione contrari alla mia attività o presenza nel Paese?

Tutto ciò pone degli obblighi per la governance aziendale: in primo luogo scegliere con cura in quale Paese estero investire, frutto di una profonda analisi che prende in considerazione tutte le dinamiche d’interesse del proprio business dalla logistica alla security.

In secondo luogo, proteggere il proprio business al fine di diminuirne le perdite: le interruzioni, danni fisici e reputazionali e perdita del proprio personale quale risorsa strategica dell’azienda concorrono ad indebolire il business e, dunque, l’azienda stessa.

Kriptia srl oggi ha costituito un approccio innovativo, studiando un percorso di prevenzione e protezione, mediante lo strumento delle analisi e delle tecniche d’intelligence. È diventato un partner strategico per tutte le soluzioni di security aziendale. Ma perché una questione di coscienza? Perché la stabilità di un Paese si fonda anche sulle sue capacità produttive e di governance

Foto: Intelligence Studies Section (ISS)

 

Salvo CastigliaVedi tutti gli articoli

Ex paracadutista dell'Esercito Italiano, laureato in Scienze Criminologiche per la Sicurezza all'università di Bologna. Ha iniziato a collaborare nel settore privato specializzandosi in Intelligence e Security aziendale. Nel suo percorso lavorativo ha sviluppato un progetto innovativo di intelligence a supporto delle aziende. E' general manager di Kriptia.

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