Si surriscalda il confronto tra Gerusalemme e Damasco

Mentre le forze governative siriane hanno raggiunto la barriera di confine con la zona cuscinetto – gestita dall’Onu – sulle Alture del Golan occupate da Israele un missile Patriot lanciato dallo Stato ebraico ha abbattuto un aereo da attacco al suolo siriano, un Sukhoi Su-22M4 o forse un Sukhoi Su-24, nella ziona di confine.

E’ la prima volta dal 2011 che i militari fedeli al presidente Bashar al Assad controllano interamente l’area di confine con Israele e la tv di Damasco Al-Ikhbariya ha mostrato le immagini della barriera, nei pressi di una postazione di osservazione dell’Onu e a circa 400 metri da quella dei miliari israeliani.

E’ anche la prima volta dall’inizio della guerra siriana che un aereo militare con equipaggio di Damasco viene abbattuto dalla difesa aerea israeliana.

Almeno uno dei due piloti del jet siriano abbattuto da Israele “è rimasto ucciso mentre sono in corso le ricerche del secondo, che è riuscito a lanciarsi dall’aereo” riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede a Londra e vicina ai ribelli sostenuti dall’Occidente.

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Damasco ha confermato l’abbattimento precisando che il velivolo era impegnato in operazioni contro gruppi terroristici nel sud della Siria, “all”interno dello spazio aereo” del Paese arabo. “Il nemico israeliano conferma di sostenere i gruppi terroristici armati e colpisce uno dei nostri caccia, che stava attaccando loro formazioni nella zona di Saida”, ha scritto l”agenzia di stampa ufficiale siriana Sana citando una fonte militare.

Il velivolo è caduto in territorio siriano, a 15 chilometri circa da Israele dicono a Damasco denunciando l’attacco premeditato israeliano per disturbare l’offensiva dell’esercito di Bashar Assad nel Wadi Yarmukh, al confine fra Siria, Giordania ed Israele.

Secondo i militari israeliani, il caccia era partito dalla base T4 (Tayfur, nella provincia di Homs) per dirigersi verso l”area delle Alture del Golan. Stando a Sky News Arabia, il velivolo sarebbe precipitato nella zona di Yarmouk, all”interno del territorio siriano.

L’abbattimento (firse con addirittura due missili Patriot) è avvenuto poche ore dopo che la difesa aerea israeliana era stata posta il 23 luglio in allarme sul Lago di Tiberiade per la traiettoria di due missili balistici a breve raggio SS-21 con testate esplosive da 500 chilogrammi.

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Il sistema di difesa aerea “Fionda di Davide”, da poco dislocato nel Nord, ha mancato gli obiettivi che sono poi caduti in Siria a ridosso del confine colpendo a quanto sembra postazioni dei ribelli. Secondo il sito d’informazione israeliano Debka almeno uno dei due missili intercettori lanciati da Israele è caduto più o meno intatto in territorio siriano finendo nelle mani delle forze russe e di Damasco,

Secondo il premier israeliano Benyamin Netanyahu – il Sukhoi siriano era ”penetrato nello spazio aereo israeliano, in violazione degli accordi con la Siria del 1974 di separazione delle forze” sul Golan. ”Non siamo disposti ad accettare episodi del genere”, ha aggiunto il premier. ”Non ci immischiamo affatto nei combattimenti in Siria” ha assicurato alla stampa estera una fonte militare israeliana.

Affermazione che lascia il tempo che trova dopo le oltre 120 incursioni aeree compiute dal 2011 in Siria dai velivoli con la Stella di David e soprattutto dopo l’evacuazione, attuata da Israele in accordo con Usa, Gran Bretagna e Francia, di centinaia di “caschi bianchi” dal sud della Siria.

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I volontari della protezione civile, attivi solo nelle aree in mano ai ribelli, si sono resi più volte protagonisti di operazioni mediatiche di pura propaganda a favore soprattutto di alcune milizie jihadiste come i qaedisti dell’ex Fronte al-Nusra. La loro evacuazione attraverso il territorio israeliano è stata definita da Damasco una “operazione criminale”.

L’ incontro di lunedì a Gerusalemme tra Netanyahu, il ministro russo degli esteri Serghei Lavrov e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov, punta a stabilire regole che garantiscono, per quanto possibile, “il buon vicinato” tra le forze israeliane e siriane sul Golan.

La Russia avrebbe proposto che le forze iraniane che sostengono le truppe di Assad siano mantenute a una distanza di almeno 100 chilometri dalla linea di demarcazione sulle Alture del Golan, secondo quanti riferito da una fonte anonima dell’amministrazione israeliana.

Proposta inadeguata per Gerusalemme che vorrebbe il totale ritiro delle forze di Teheran dalla Siria. “Non accetteremo un insediamento militare iraniano in Siria, che sia nei pressi della frontiera o a una distanza di 100 chilometri, menzionato e accettato dai russi”, ha affermato la fonte.

Foto SANA e Debka

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