USA e Australia rafforzano la cooperazione militare e cyber

Pochi giorni fa, il 24 luglio, si sono svolte le consultazioni ministeriali annuali Australia-USA presso la Hoover Institution della Stanford University a Palo Alto, in California.

Si tratta del 28° incontro tra i due paesi a cui hanno preso parte il Segretario alla Difesa James N. Mattis, il Segretario di Stato, Michael R. Pompeo, il Ministro degli Esteri australiano, Julie Bishop, e il Ministro della Difesa australiano, Marise Payne.

Mattis ha dichiarato che i colloqui sono stati un’eccellente opportunità per rafforzare le relazioni di sicurezza e riaffermare la ferma alleanza e la stretta collaborazione tra le due nazioni.

Il Segretario alla difesa americano e quello australiano hanno firmato un memorandum d’intesa per consentire a entrambi i paesi di fare ricerca e sviluppo e combinare le loro capacità informatiche.

Inoltre, una forza di rotazione del Corpo dei Marines a Darwin, in Australia, “raggiungerà il numero concordato di 2.500 unità su un calendario stabilito dal paese ospitante”.

Il piano originale era di avere una rotazione nel Territorio di una MAGTF (US Marine Air-Ground Task Force) di circa 2500 persone con una molteplicità di aerei, veicoli ed equipaggiamenti. Il termine ultimo per raggiungere il dispiegamento di 2500 marines sembra essere stato rinviato al 2020.

In Australia, i Marines svolgono una serie di attività di addestramento, compresa la formazione bilaterale con la Forza di Difesa Australiana (ADF) e la formazione indipendente presso le strutture di difesa esistenti.

E’ prevista anche l’Enhanced Air Cooperation (EAC) che si svilupperà nel corso di un certo numero di anni e determinerà un aumento delle rotazioni di elementi della US Air Force in Australia settentrionale. L’iniziativa migliorerà la collaborazione bilaterale e offrirà maggiori opportunità di formazione ed esercitazioni combinate.

Con la rotazione dei marines e delle forze aeree USA, l’alleanza militare tra Washington e Canberra appare sempre più stretta e potrebbe innervosire non poco la Cina, oggi primo partner commerciale dell’Australia, con scambi che ammonterebbero a ben oltre i 100 miliardi di euro annui.

Inoltre, la regione Indo-Pacifico rappresenta il cuore pulsante dell’economia mondiale, dove si scontrano interessi di Cina, USA e altri paesi che cercano di avere un’influenza strategica nella regione.

Secondo Mattis, i due paesi condividono lo stesso obiettivo strategico: assicurare un’area Indo-Pacifico libera, aperta, inclusiva e prospera, dove le nazioni grandi e piccole siano rispettate e in accordo sulla protezione del diritto internazionale.

Il segretario alla Difesa ha detto che i partecipanti ai colloqui hanno accettato anche di mantenere la pressione sulla denuclearizzazione del regime nordcoreano attraverso l’applicazione delle sanzioni internazionali del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per impedire trasferimenti nave-nave di forniture energetiche.

Parlando dell’innovazione della difesa, Mattis ha affermato che saranno esplorate tutte le opportunità per una più profonda collaborazione nel settore, ora che l’Australia è inclusa nella tecnologia nazionale e nella base industriale degli Stati Uniti.

L’espansione dell’NTIB (National Technology and Industrial Base) si basa sul principio che il commercio legato alla difesa tra Stati Uniti e ai suoi alleati più stretti consente una serie di vantaggi tra cui un maggiore accesso all’innovazione, economie di scala e interoperabilità.

Canberra e Washington lavoreranno in modo più sinergico anche nella condivisione di capacità cyber offensive dopo che i due Paesi, sono da sempre stretti partner nell’alleanza di intelligence di Paesi anglofoni, la Five Eyes.

Dopo il vertice, la Payne ha spiegato che il memorandum d’intesa siglato porterà a “ricerca, sviluppo, sperimentazione e valutazione di cyber capacità” con il Cyber Command statunitense che grazie a recenti cambiamenti avrà un ruolo più attivo nella difesa informatica nazionale.

Nel complesso, secondo quanto ha dichiarato Mattis, i colloqui tra le due nazioni si sarebbero incentrati sulla cooperazione in numerose questioni che rafforzano la risposta degli Stati Uniti-Australia alle varie sfide per la sicurezza.

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L’alleanza tra Australia e Stati Uniti risale alla seconda guerra mondiale. Nel 1951 fu siglato un nuovo patto di sicurezza, denominato ANZUS, tra Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti, con lo scopo di garantire protezione dalla minaccia comunista.

L’alleanza tra USA e Australia si è rafforzata ulteriormente a seguito degli attentati dell’11 settembre 2001 quando, per la prima volta dalla sua istituzione, fu invocata, dai rispettivi presidenti, la clausola di mutua difesa prevista dal Trattato. Un impegno politico che si è tradotto nella partecipazione delle forze armate australiane nella guerra in Afghanistan prima e in quella in Iraq poi.

Nel novembre 2011, l’Australia e gli Stati Uniti hanno annunciato iniziative per migliorare in modo significativo la cooperazione di difesa. Le iniziative sono un’estensione del già esistente rapporto tra i due paesi l’interesse comune nel promuovere la sicurezza e la stabilità regionale migliorando le capacità di entrambe le forze. Attraverso la formazione combinata e una migliore interoperabilità si otterrà una migliore risposta alle emergenze e alle calamità naturali nell’area Indo-Pacifico.

Durante l’incontro è stato sottolineato che la militarizzazione delle controverse acque del Mar Cinese Meridionale è contraria al desiderio di sviluppo pacifico della regione ed è stato ribadito l’obbligo di rispettare la libertà di navigazione e sorvolo e altri usi legittimi del mare, in conformità con il diritto internazionale.

Entrambe le parti hanno chiesto che il codice di condotta per il Mar Cinese Meridionale sia coerente con il diritto internazionale esistente, come illustrato nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, per sostenere l’architettura regionale esistente, per rafforzare l’impegno delle parti a cessare le azioni che complicano le dispute e non pregiudicano gli interessi di terzi o i diritti di tutti gli stati in base al diritto internazionale.

Foto AP

 

Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.

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