Una forza congiunta per proteggere Tripoli da milizie e Isis
Nasce in Libia la forza congiunta per la sicurezza di Tripoli. Sia contro possibili attacchi delle milizie sia contro azioni dei terroristi Isis. Il premier del GNA, Fayez al-Sarraj, ha emanato l’ordine che ne sancisce la costituzione. L’unità sarà composta da tre brigate di fanteria e da assetti del ministero dell’Interno, gli stessi che hanno combattuto la Settima Brigata dei fratelli Kani.
La Joint Force è autorizzata sin da subito a usare le armi, se necessario, per mantenere o ristabilire la sicurezza nella città, dovrà proteggere i residenti, monitorare il rispetto del cessate il fuoco e comunicare con le parti in conflitto, le quali saranno rappresentate in un comitato che verrà formato nel futuro prossimo.
L’intero contingente eseguirà gli ordini e le tattiche stabilite dal comandante in capo, il generale Osama Al-Juwaili, e verrà schierato in zone ben specifiche e già individuate.
Secondo la direttiva di al-Sarraj, il generale Al-Juwaili (anche comandante della zona militare occidentale) avrà pieni poteri e, all’occorrenza, è autorizzato a contattare direttamente UNSMIL, la missione ONU in Libia, per ricevere assistenza e supporto.
Insieme alla Joint Force, il premier del GNA ha stabilito un provvedimento a favore dei miliziani ribelli, prigionieri nelle carceri del paese africano dopo le battaglie a Tripoli.
Nel documento si ordina la creazione di un comitato che riconsideri le condizioni e le accuse nei confronti dei detenuti che si trovano nel carcere dell’aeroporto di Mitiga, gestito finora dalla milizia islamista filo governativa Special Deterrence Force (RADA).
Accreditata di circa 1.500 uomini la RADA è formalmente alle dipendenze del ministero dell’Interno che da oggi prenderà direttamente in consegna il carcere in cui sono tenuti prigionieri anche molti miliziani legati allo Stato Isla,ico e a ,milizioe divali.
Il governo di Tripoli ha stabilito de chiunque sia stato incarcerato a Mitiga per un periodo superiore alla durata della pena comminata dovrà essere rilasciato.
Un provvedimento che fa seguito alla pubblicazione di un rapporto delle Nazioni Unite del 5 settembre scorso che riportava segnalazioni di gravi violazioni dei diritti umani su detenuti
rinchiusi a Mitiga tra il 2015 e l’ aprile 2018.
(con fonti Difesa&Sicurezza e Ansa)
Foto AP e Reuters
Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli
Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.