L’Isis combatte ancora ….online
Nonostante lo Stato Islamico abbia perso tantissimo terreno in questi anni, c’è un posto dove è ancora vivo, vegeto e pericolosissimo: Internet. A crederlo è Rita Katz, esperta di terrorismo e direttore del Site Intelligence Group, che in un’analisi sul Washington Post evidenzia come la piattaforma ZeroNet potrebbe dare nuova linfa vitale al cyber jihadismo, rilanciando l’azione dei drappi neri.
A seguito delle massicce campagne di radicalizzazione jihadista perpetrate in Rete, le piattaforme social hanno iniziato a chiudere gruppi e canali utilizzati dallo Stato Islamico per raccogliere consensi. ZeroNet è nata nel 2015 con l’intento di aggirare la censura su Internet e potrebbe essere la soluzione che l’Isis cercava per continuare indisturbata le sue comunicazioni e la sua propaganda.
ZeroNet agisce come una cosiddetta rete “peer-to-peer”. I siti che vi compaiono sono decentralizzati, ovvero non sono ufficialmente ospitati da alcun server in particolare. Questi vengono consultati tramite l’installazione di un software di rete su un computer host iniziale e, ogni volta un visitatore vuole utilizzarne uno, viene ospitato direttamente sul proprio terminale. Ovviamente un Pc è localizzabile, a meno che i “seeder” non si connettano a Tor: a quel punto il traffico viene crittografato e risalire a chi è collegato è pressoché impossibile.
Non è difficile, a questo punto, capire perché lo Stato Islamico stia gravitando attorno a questa piattaforma. La macchina propagandistica dell’Isis, scrive Rita Katz, per ripartire necessitava di una rete che le consentisse di neutralizzare la possibilità che i “militanti” web venissero localizzati, e parallelamente che limitasse al minimo la rimozione dei contenuti.
Su ZeroNet è comparso, ad esempio, il sito web Ansar Al-Khilafah (Sostenitori del Califfato), uno dei più importanti dell’ex Stato Islamico, dove figurano guide tecniche – in lingua inglese- per aiutare i sostenitori dell’Isis a mantenere l’anonimato. Per adesso, sostiene l’analista, l’Isis non avrebbe ancora beneficiato appieno di ZeroNet a causa del passaggio extra che ne consente l’utilizzo solo a chi scarica il programma sul proprio device.
Ma tutto sembra essere cambiato da quando alcuni sviluppatori consentono modi alternativi per accedere alla rete ZeroNet, ovvero senza dover scaricare il software. In questo modo anche i militanti Isis possono diffondere la propaganda online senza necessariamente passare per un download.
Proprio a seguito di questo cambiamento Isis ha creato, grazie ad uno di questi Proxy, un sito web sulla rete ZeroNet, legato all’emittente ufficiale del Califfato, Amaq. Adesso l’Isis dispone nuovamente di un braccio mediatico ufficiale del gruppo, dimostrando al mondo di essere “rimasta” a galla nonostante la sconfitta sul campo. La promozione pubblica della presenza dei drappi neri su ZeroNet è un segnale molto forte per l’intera comunità jihadista online.
Nonostante l’impossibilità di prevedere come l’Isis sfrutterà la nuova posizione su ZeroNet, per la Katz si può certamente definire allarmante il potenziale di questa rete online per quanto concerne la strategia di radicalizzazione operata dal gruppo terroristico. Le battaglie “online” degli ultimi anni, afferma il direttore di Site, ruotano attorno a tattiche in continua evoluzione, e l’Isis ha dimostrato di saper aggirare con abilità le misure di sicurezza delle piattaforme.
Con ZeroNet, il gruppo può assicurarsi (per ora) almeno un bastione sicuro su Internet per trasmettere il suo messaggio. La macchina della propaganda online è l’arma più potente dello Stato Islamico, è considerata una priorità assoluta, e senza dubbio continuerà a dare del filo da torcere alle nazioni impegnate nella lotta al terrorismo.
Fonte www.cyberaffairs.it
Foto: Stato Islamico, thoughtgallery.org e CNBC
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