Damasco rimpatria i jihadisti kosovari ma l’Isis combatte ancora
Ieri 110 kosovari sono stati rimpatriati dalla Siria nel loro Paese d’origine; tra loro anche 4 jihadisti che hanno preso parte ai combattimenti sotto le bandiere del Califfato. Lo hanno reso noto le autorità di Pristina.
“Nelle prime ore del mattino è stata organizzata un’operazione delicata durante la quale il governo del Kosovo, con l’aiuto degli Stati Uniti, ha rimpatriato 110 cittadini dalla Siria”, ha annunciato il ministro della Giustizia del Kosovo, Abelard Tahir.
Tahiri non ha specificato il ruolo degli Stati Uniti nell’operazione, ma la bandiera americana è stata vista all’aeroporto di Pristina mentre l’operazione era in corso.
Da Pristina è stato riferito che tra le persone rimpatriate ci sono 4 foreign fighters che sono stati immediatamente arrestati. Tra i rimpatriati ci sono anche 32 donne e 74 minori non accompagnati. Più di 300 kosovari si sono recati in Siria da l2012, di questi 70 sono stati uccisi in battaglia.
Le milizie dello Stato Islamico restano ancora attive in Siria dove conducono per lo più imboscate e attentati ai danni delle forze governative e delle milizie curde sostenute dalla Coalizione (Forze Democratiche Siriane).
Un gruppo di combattenti dell’Isis ha attaccato giovedì sera forze governative siriane nel deserto della provincia di Homs, dando vita a scontri durati due giorni e costati la vita ad almeno 27 soldati: lo ha reso noto ieri l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Ong con sede a Londra e vicino all’opposizione siriana.
Da parte sua, la milizia pro-governativa Liwa al-Quds ha annunciato che membri dell’Isis hanno attaccato due battaglioni dell’esercito in quella zona: i miliziani Liwa sono corsi in soccorso dei battaglioni ed hanno recuperato i corpi dei soldati uccisi pur non fornendo un bilancio delle vittime dello scontro a fuoco.
Foto SANA e Stato Islamico
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