Gli USA difenderanno il Giappone anche da attacchi cyber
Il 19 aprile scorso a Washington, durante l’incontro dei ministri degli esteri e della difesa di Giappone e Stati Uniti, è stato confermato, per la prima volta, che l’articolo 5 del trattato di sicurezza dei due paesi, che stabilisce l’obbligo di Washington di difendere i territori sotto la giurisdizione di Tokyo, potrebbe applicarsi anche agli attacchi informatici contro il Giappone.
Questo aspetto è stato chiarito in una dichiarazione congiunta adottata in occasione dei cosiddetti colloqui sulla sicurezza denominati “2 + 2”. L’ultimo incontro di questo tipo si era tenuto nell’agosto 2017.
Il documento precisa che “un attacco informatico potrebbe, in alcune circostanze, costituire un attacco armato ai sensi dell’articolo 5 del trattato di sicurezza”, aggiungendo che la valutazione se un attacco informatico rientrerà nell’articolo 5 sarà fatta “caso per caso, e attraverso strette consultazioni” tra i due paesi. Secondo la dichiarazione, “l’attività informatica malevola rappresenta una crescente minaccia alla sicurezza e alla prosperità sia degli Stati Uniti che del Giappone”.
Secondo quanto riportato dal Japan Times, pur astenendosi dal citare paesi specifici, la dichiarazione esprimeva implicitamente preoccupazioni per i rapidi progressi tecnologici compiuti da Cina e Russia nei nuovi campi. La collaborazione tra Giappone e Stati Uniti nelle operazioni cross-domain, che coinvolgono i campi convenzionali di difesa aerea, terrestre e marittima e i nuovi domini, è uno degli “obiettivi principali” per far progredire la relazione di difesa delle due nazioni.
I negoziati hanno sottolineato che lo spazio, il cyberspazio e lo spettro elettromagnetico sono aree prioritarie necessarie per preparare meglio l’alleanza per le operazioni tra domini. Nei colloqui il Giappone era rappresentato dal ministro degli Esteri, Taro Kono, e dal ministro della Difesa Takeshi Iwaya, mentre la parte americana era composta dal segretario di Stato Mike Pompeo e dal segretario alla Difesa facente funzione Patrick Shanahan.
In una conferenza stampa congiunta dopo l’incontro, Pompeo ha criticato la Cina, per aver incrementato le attività nel cyberspazio e in altri settori. Pompeo ha detto che lui e Shanahan condividono le preoccupazioni con il Giappone sul fatto che “la competizione geopolitica e i tentativi coercitivi di minare le regole internazionali, le norme e le istituzioni, specialmente da parte della Cina, presentano sfide all’alleanza, alla pace, stabilità e prosperità nell’Indo-Pacifico”. “Kono ha detto che il Giappone e gli Stati Uniti rafforzeranno ulteriormente la loro alleanza accrescendo la cooperazione bilaterale, anche nei nuovi settori”.
La dichiarazione congiunta dei “2 + 2” ha anche espresso la “seria preoccupazione” dei ministri su “tentativi coercitivi unilaterali di alterare lo status quo” nel Mar Cinese orientale e nel Mar Cinese Meridionale, in riferimento alla Cina. Tokyo e Washington hanno anche riconfermato che le isole Senkaku amministrate dai giapponesi nel Mar Cinese orientale sono coperte dall’articolo 5 del trattato di sicurezza.
La dichiarazione congiunta ha sottolineato l’importanza di una politica di sostegno ai paesi del sudest asiatico nel tentativo di realizzare una regione indo-pacifica libera e aperta. “L’alleanza Giappone-Stati Uniti è ora un elemento fondamentale della pace, della sicurezza e della prosperità dell’intera regione indo-pacifica”, ha affermato Kono.
“Sia il Giappone che gli Stati Uniti condurranno attività addestrativa e potenziamento delle capacità e altre con i paesi partner al fine di ampliare congiuntamente la loro presenza nella regione”.
Nel corso dell’incontro si è parlato anche della collaborazione degli Stati Uniti per un’investigazione sull’incidente di un caccia F-35 giapponese, avvenuto nel Pacifico durante un’esercitazione della forza di autodifesa aerea, all’inizio di questo mese, sul possibile trasferimento della US Air Corps Station Futenma (prefettura di Okinawa) e naturalmente della denuclearizzazione della penisola coreana.
Oggi ci sono più soldati americani in Giappone che in qualsiasi altro paese estero. Le forze USA in Giappone contano circa 54.000 militari, appartenenti all’Esercito, al Corpo dei Marines, alla Marina e all’Aeronautica. Le forze degli Stati Uniti sono di stanza in Giappone ai sensi del Trattato di mutua cooperazione e sicurezza con Stati Uniti del 1960.
L’alleanza USA-Giappone è stata ulteriormente consolidata nel 2015 con l’approvazione delle linee guida aggiornate per la difesa Stati Uniti-Giappone, che prevedono nuove e più estese forme di cooperazione orientate alla sicurezza.
Il Giappone fornisce basi, supporto finanziario e materiale alle forze schierate dagli Stati Uniti, che sono essenziali per il mantenimento della stabilità nella regione. Nel gennaio 2016 Washington e Tokyo hanno firmato un nuovo pacchetto quinquennale di sostegno al Giappone, nazione ospitante delle forze statunitensi. Nel dicembre 2016, gli Stati Uniti hanno restituito una parte importante dell’area di addestramento a Okinawa nel nord del paese, circa 10.000 acri, riducendo la quantità di terreno utilizzato dagli Stati Uniti di quasi il 20%.
Foto USFJ e AP
Elvio RotondoVedi tutti gli articoli
Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.