Lo Stato Islamico colpisce duramente le truppe del Niger
Almeno 18 soldati di Niamey sono stati uccisi il 1° luglio e altri 4 feriti nel Niger occidentale in un attacco suicida contro una base militare effettuato da un comma do jihadista nei pressi della città di Inates, vicino al confine col Malì, 200 chilometri a nord della capitale.
L’eserciti nigerino ha reso noto oggi l’attacco effettuato nella stessa regione dove un’imboscata degli uomini Stato islamico nel Grande Sahara aveva ucciso 28 soldati di Niamey nel maggio scorso.
L’azione ha preso il via con una tattica “talebana” ormai collaudata da numerosi movimenti armati jihadisti: l’esplosione di due autobombe (probabilmente veicoli militari nigerini catturati in precedenza dai miliziani, per non destare sospetti durante la fase di avvicinamento alla base) per aprire una breccia nel perimetro difensivo prima che altri assalitori su motociclette aprissero il fuoco.
Una fonte della sicurezza ha detto che circa una dozzina di veicoli militari sono stati rubati dai miliziani. I jihadisti hanno già lanciato attacchi usando veicoli-bomba rubati in precedenti incursioni alle forze governative.
Secondo quanto riferito dal comando militare i “partner” dell’esercito nigerino (i francesi) hanno quindi risposto con attacchi aerei per respingere i ribelli oltre il confine verso il Mali.
I miliziani fedeli ad Adnan Abu Waleed al-Sahrawi, il leader dello Stato islamico nel Grande Sahara, operano da tempo lungo il confine del Mali con il Burkina Faso e il Niger.
L’attacco colpisce duramente il Niger alla vigilia del summit dell’Unione Africana, che si terrà nella capitale dal 6 al 9 luglio, ed è uno dei paaesi del Sahel in cui è attiva l’Operazione Barkhane che vede impiegati 4mila militari francesi nella lotta ai gruppi jihadisti.
Oltre a basi e militari francesi, statunitensi e tedeschi (ma presto arriveranno anche truppe emiratine) il Niger ospita in una base situata all’aeroporto di Niamey anche una missione italiana (MISIN) composta da circa 200 militari che per ora hanno compiti di addestramento delle forze locali.
La missione, attuva di fatto dal 2018, verrà rifinanziata quest’anno con 48,5 milioni di euro per una presenza media di 290 militari.
Foto: US DoD, Difesa.it e EPA
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