Pyongyang lancia due missili balistici e rifiuta il riso di Seul

La Corea del Nord ha lanciato due missili balistici a corto raggio ieri mattina, caduti nel Mare del Giappone a oltre 400 chilometri di distanza dal punto di lancio e sempre ieri Pyongyang aveva rifiutato 50mila tonnellate di riso offerte da Seul. Entrambi i fatti sono motivati dall’ira del Nord verso le imminenti esercitazioni militari congiunte fra Stati Uniti e Corea del Sud, che dovrebbero tenersi agli inizi di agosto.

Secondo le forze armate di Seoul, i missili sono stati lanciati alle 5.34 e alle 5.57 dalla penisola di Hodo, vicino alla città costiera di Wonsan. Più tardi è emerso che uno dei due missili ha volato per 690 chilometri ed era di un “nuovo tipo”, che lo Stato Maggiore Congiunto della Corea del Sud non aveva visto prima. Lo ha reso noto un funzionario a Seul.

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Potrebbe trattarsi dei missili balistici tattici russi Iskander (anche se l’autonomia di quasi 700 chilometri pare eccessiva per questo missile a meno di modifiche rilevanti) , a corto raggio, modello Iskander. Se così fosse, Pyongyang avrebbe violato le risoluzioni dell’Onu, che proibiscono alla Corea del Nord di testare qualsiasi tipo di missile balistico.

Anche i due missili lanciati da Pyongyang lo scorso 9 maggio assomigliavano agli Iskander, sistema balistico mobile dotato di testata singola da 800 chili nucleare o convenzionale con un raggio d’azione compreso tra 300 e 500 chilometri.

Secondo gli analisti di Seul Pyongyang potrebbe aver acquisito gli Iskander dalla Russia oppure attraverso Paesi terzi (il missile è in dotazione anche alle forze armene e algerine).

I lanci sono avvenuti dopo alcune schiarite sulla possibile ripresa del dialogo fra Pyongyang e Washington. Lo scorso giugno, i presidenti Donald Trump e Kim Jong-un, incontrandosi alla frontiera fra Nord e Sud hanno promesso di prendere i dialoghi. Ma Pyongyang ha anche chiesto di cancellare le esercitazioni militari congiunte di agosto, avvertendo che esse potrebbero avere effetti sui dialoghi.

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Stessa motivazione – l’opposizione alle esercitazioni militari congiunte – è stata espressa ieri durante un incontro con il World Food Programme (WFP), attraverso cui Seoul intende donare 50mila tonnellate di riso. Non è chiaro se il rifiuto è l’ultima decisione di Pyongyang.

La Corea del Sud ha deciso il mese scorso di aiutare il Nord per affrontare la mancanza di cibo nel Paese. Secondo il WFP e la Fao, i raccolti dello scorso anno in Corea del Nord sono stati i più scarsi dal 2008. Si stima che almeno 10milioni di persone, circa il 40% della popolazione soffra di denutrizione.

A conferma di un rifiuto del dialogo, il ministro nordcoreano degli Esteri, Ri Yong-ho non ha ancora dato la sua adesione per partecipare al Forum regionale Asean, che si terrà in Thailandia il mese prossimo. Dal 2003, il ministro degli Esteri del Nord aveva finora sempre partecipato all’incontro annuale.

 

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