Niger: l’esercito sotto il tiro dei jihadisti
Quattro soldati nigerini sono stati uccisi dall’ esplosione di una mina al passaggio del veicolo su cui viaggiavano, nei pressi di Bosso, città nel Niger sud-orientale bersaglio frequente di incursioni del gruppo jihadista nigeriano Boko Haram.
L’ esplosione, riferita da fonti definite “sicure” dall’agenzia AFP, è avvenuta tra Toummour e Bosso, nella regione di Diffa, vicino al confine con la Nigeria da alcuni anni infiltrato pesantemente dalle milizie di Boko Haram.
I quattro soldati uccisi appartenevano alla Multinational Joint Force la forza regionale composta da contingenti di Niger, Nigeria, Ciad e Camerun che opera dal 2015 nel Bacino del Lago Ciad contro Boko Haram.
“L’ incidente è avvenuto sabato scorso, ma non è stato reso noto martedì a causa della celebrazione di Eid el-Kebir celebrata domenica e lunedì in Niger”, ha detto la fonte.
Il 2 agosto il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, si era rammaricato che “nonostante le operazioni militari” Boko Haram mostra resistenza “che le nostre forze devono spezzare a tutti i costi”.
La scorsa settimana durante un incontro a Niamey, funzionari militari dei quattro Paesi che si affacciano sul lago Ciad e i loro alleati occidentali hanno deciso di coordinare meglio l’intelligence per combattere più’ efficacemente contro Boko Haram.
In Niger sono presenti contingenti e basi militari di Francia, Stati Uniti, Italia (un centinaio di uomini con compiti addestrativi basati presso l’aeroporto di Niamey- nella foto a sinistra), tedeschi e presto verrà aperta una base degli Emirati Arabi Uniti non lontano dal confine con la Libia.
Nell’ovest del Paese le truppe nigerime sono esposte anche agli attacchi di diverse altre milizie jihadiste incluse quello dello Stato Islamico che sconfinano dal Malì e hanno recentemente effettuato pesanti attacchi ai presidi militari di Niamey.
A fine luglio il Camerun, la Nigeria, il Niger e il Ciad hanno lanciato un progetto che prevede la raccolta di 100 milioni di dollari per contrastare gli effetti degli attacchi del gruppo jihadista.
Il “Fondo di stabilizzazione del bacino del lago Ciad” nella prima fase dovrà consentire di potenziare il contrasto alle milizie jihadiste ma poi punterà anche a migliorare la fornitura di servizi di base alle popolazioni vittime del grave abbassamento del livello delle acque del Lago Ciad (ridottosi del 90% negli ultimi 40 anni) che ha portato alla fame i piccoli agricoltori e pescatori che vivevano sulle rive del bacino.
L’instabilità alimentare ha costretto, secondo le Nazioni Unite, oltre 2 milioni di persone ad abbandonare la terra e le loro case e 10,7 milioni di persone a dipendere dagli aiuti alimentari. Il Fondo che dovrebbe essere operativo da settembre ha già ricevuto il contributo di 7 milioni di euro dalla Svezia e la promessa di finanziamenti dalla Germania, dal Regno Unito e dall’Unione europea.
Negli ultimi giorni gli attentati di Boko Haram hanno colpito anche il Ciad dove ieri una donna si è fatta esplodere nel distretto occidentale di Kaiga-Kindjiria uccidendo sei persone, tra cui un soldato.
Foto: US DoD, Difesa.it e EPA
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