Il rapporto su Islam ed Europa della Fondazione Farefuturo
AGI – Se non si introdurranno norme severe in materia di regolazione dei flussi migratori, nei prossimi 30 anni la presenza islamica in Italia e in Europa potrebbe triplicare. E’ quanto sostiene la Fondazione FareFuturo, con la presentazione del primo Rapporto annuale sull’islamizzazione d’Europa, avvenuta l’11 settembre a Roma all’ Istituto Santa Maria in Aquiro.
Nelle slide illustrate nel corso della tavola rotonda, secondo i curatori del rapporto è evidente “un quadro già emergenziale sulla penetrazione demografica, culturale ed economica dei musulmani nel Vecchio Continente, veicolata in primis da flussi migratori incontrollati”: dal 2010 al 2016, infatti, a fronte di un 46% di presenza musulmana tra gli immigrati regolari, il numero di musulmani tra i richiedenti asilo, si legge, si eleva al 78%.
Ciò ha portato, negli stessi anni, a un incremento dei musulmani del 32% nella popolazione europea, che potrebbe arrivare addirittura a +193% nel medio-lungo termine, in caso di immigrazione massiva.
In Italia, al primo gennaio 2019, i residenti di religione musulmana sono 1,58 milioni, ma il dato che viene messo in evidenza dal rapporto è che, tra gli immigrati, l’Islam è diventata la prima religione scavalcando la religione cristiana ortodossa, che risultava la prima religione nel 2018.
Con questo ritmo, i musulmani, nel 2100, potrebbero rappresentare la metà della popolazione. Altro aspetto da non sottovalutare, sempre stando a FdI e Farefuturo, è la penetrazione economica di gruppi economici musulmani in Europa, attraverso ad esempio “l’acquisizione o la sponsorizzazione di società di calcio come il Real Madrid, il Paris Saint Germain o la Roma” o operazioni più classiche come partecipazioni azionarie di fondi sovrani dei paesi arabi.
L’ islamizzazione dell’Europa – ha osservato Adolfo Urso, presidente della fondazione – è un rischio.
E non a caso, abbiamo voluto presentare il nostro rapporto l’11settembre, data che segnò nel 2001 la fine della globalizzazione e la nascita di quello scontro delle civiltà che è ancora in atto.
Noi vogliamo dare un allarme e delle soluzioni, e sono quelle di un’integrazione secondo le nostre regole.
Noi ci batteremo in Parlamento e nel Paese, affinchè la politica dei porti chiusi e della lotta all’ immigrazione clandestina non venga meno. L’ Europa deve dare risposte concrete e unitarie, per sfidare non solo l’immigrazione clandestina ma anche i canali economici con cui l’Islam muove alla conquista della cultura, dell’economia e dello sport europeo”.
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