Riuniti a Napoli gli stati generali di Difesa, Sicurezza e Spazio

Politica, industria e forze armate riunite a Napoli il 6 dicembre scorso per gli Stati Generali di Spazio, Sicurezza e Difesa dedicato alle prossime sfide per l’industria europea, organizzato dal Parlamento europeo. Un appuntamento che ha permesso di fare il punto sulla strada da percorrere per rafforzare le capacità e il ruolo dell’Italia in questi settori.

All’evento, che si è svolto al Maschio Angioino di Napoli, hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, i Ministri dell’Istruzione, Università e Ricerca, Lorenzo Fioramonti, e delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli.

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Presenti, inoltre, il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento UE, Antonio Tajani, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Dott. Giulio Calvisi, il Vice Sindaco di Napoli, Enrico Panini e il Presidente dell’AIAD, Guido Crosetto.

“Un continuo adeguamento e ammodernamento dello strumento militare e della capacità di assumersi la responsabilità delle scelte che derivano dal fatto di essere un Paese importante, un Paese che intende giocare un ruolo, che vuole essere protagonista laddove le esigenze della sua sicurezza richiedono di essere protagonista” ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

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Per il ministro, va detto “al Paese che non siamo chiamati a immaginare una crescita nel settore della difesa perché costretti da accordi internazionali ma perché muove da una esigenza di carattere nazionale. La prima cosa da fare è quella di lavorare insieme affinché questa riflessione possano diventare patrimonio da spendere nel dibattito e nel rapporto con l’opinione pubblica italiana” – ha spiegato il ministro.

“Sugli F35 ad esempio la discussione scontava e sconta un ritardo culturale”. C’ è uno “scenario nuovo che richiede una consapevolezza nuova” ha aggiunto ribadendo che entro il 2024 non sarà possibile raggiungere il 2% del Pil per la Difesa.

“Dobbiamo dirlo chiaramente, abbiamo fissato come obiettivo il raggiungimento della media dei paesi europei alleati. Un paese serio si mette in cammino per far sì che ci sia una gradualità di crescita di risorse a disposizione di questo settore”.

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Il presidente e amministratore delegato dii Elettronica, Enzo Benigni ha sottolineato che “l’attuale contesto richiama la necessità di individuare ed attuare un modello condiviso ed efficace di Difesa Europea, alternativo a quello che attori globali, quali USA e Cina, stanno perseguendo. D’altro canto, nessuna singola nazione europea può, da sola, affrontare con successo le sfide poste dall’evoluzione tecnologica ed industriale oggi in corso.

Attraverso le imprescindibili esperienze nei programmi multinazionali europei quali EFA, NH90, Fremm – ha aggiunto Benigni – , le industrie hanno mostrato di essere già pronte ad una comune politica europea nella difesa e nella sicurezza; oggi la rivoluzione digitale in corso – già presente in programmi quali il Tempest -, offre una grande chance per affermare un modello europeo di difesa basato su una proiezione del nostro Soft Power, ispirato ai valori fondanti del continente, da realizzarsi nel pieno rispetto del sistema di alleanze multilaterali transatlantiche e soprattutto mirato al raggiungimento di una leadership europea nel complesso delle tecnologie digitali.

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Perché questo avvenga la collaborazione industriale dovrà agganciare l’evoluzione politica della Difesa europea. Questo scenario rappresenta per tutti i Paesi Membri una occasione strategica tanto più vitale per il sistema italiano che è alla ricerca di una stabile continuità di programmi e risorse, umane e finanziarie, dedicate ad essi”

 L’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo ha avvertito che “i fondi della Difesa saranno dedicati alla ricerca e allo sviluppo di capacità. Laddove dovesse esserci un taglio, si taglierà la capacità del nostro Paese a stare al passo col mondo. Non si intacca profilo nazionale – ha osservato – ma la capacità nel nostro insieme di mantenere il passo dei grandi competitori nel mondo. Ed è da tenere presente, anche perchè le spese di ricerca e sviluppo stanno aumentando in modo estremamente rilevante. I singoli Paesi non hanno possibilità di tenere il passo nello sviluppo di singoli programmi”.

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Profumo ha citato due programmi dell’azienda per la realizzazione dei caccia di sesta generazione: “Dobbiamo capire se questi programmi – rileva – potranno concludere per ottimizzare l’uso delle risorse. La domanda che come Europa dobbiamo porci è se vogliamo o no avere un’indipendenza strategica. L’ Europa deve essere inserita nel quadro del sistema Nato. Non siamo competitivi ma cooperativi rispetto alla Nato, ma avere capacità’ autonome rimane estremamente importante”.

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Il presidente di Leonardo, Gianni De Gennaro, nel suo intervento ha confidato che “vi siano margini per mantenere a un livello adeguato le risorse per lo spazio e la difesa nel Multiannual financial framework in via di finalizzazione e scongiurare possibili riduzioni di budget”. Spazio, Sicurezza e Difesa “sono mattoni fondamentali e imprescindibili per la costruzione della casa Europa” ha sottolineato.

Sul tema dello Spazio il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia, ha ricordato che “la Finlandia, con la sua presidenza del semestre europeo, ha suggerito di rivedere il budget previsto per il prossimo settennato, riducendolo del 10% la parte spaziale sui 16 miliardi complessivi. Stiamo parlando di un miliardo e mezzo, che ha un impatto enorme”.

Saccoccia ha sottolineato il ruolo “fondamentale di indipendenza strategica” assunto dell’Europa, che “va potenziato ancora di più”. “Oggi parliamo di Ue, di quello che in maniera complementare e sinergica può fare nel settore spazio e sono decisioni che prendiamo come un continente forte, un insieme di nazioni che vogliono avere una strategia indipendente da altri, ma anche di supporto alla strategia globale spaziale”.

In tema di investimenti, Saccoccia ha evidenziato come queste risorse saranno utilizzate per “nuove tecnologie, nuove missioni e potenziamento di asset che già abbiamo, come la navigazione satellitare con il programma Galileo, gli aspetti della sicurezza e l’osservazione da terra con il programma Copernicus e tutte le sue ricadute”. Nell’ambito dello spazio l’Italia “ha un ruolo importantissimo in Europa – assicura Saccoccia – è uno dei pochi Paesi al mondo che opera in tutta la filiera, dall’accesso allo spazio al trasporto spaziale, con tutte le sue applicazioni, come l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni, la navigazione e l’esplorazione”.

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“La Difesa ha bisogno di maggiori investimenti da parte di tutti i Paesi. Da questo punto di vista, credo che l’Italia possa fare di più, garantendo una stabilità di investimenti e di bilanci che aiuta l’industria e automaticamente permette alla Difesa di crescere”, ha detto il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’ Ue, parlando margine dell’evento di Napoli.

“Le nazioni devono credere e investire in questo settore – sottolinea – perché l’Ue mette a disposizione delle risorse che sono però basate sull’ impegno dei singoli Stati. Investire in difesa vuol dire investire in sicurezza, per migliorare la qualità della vita e avere nuovi partenariati e nuovi ritorni. Per questo serve certezza di bilancio e di investimenti”.

Graziano spiega poi che avere una difesa comune “è vitale per gli interessi dell’Europa e della Nato”,perchè attraverso un’Ue “più autorevole dal punto di vista della difesa, è possibile servire anche gli interessi e la cooperazione con la Nato e garantire la sicurezza generale”. Se ci fosse una politica comune, conclude, “sarebbe più facile avere una difesa comune. Attualmente si cerca di creare sinergie importanti. Bisogna trovare unanimità e mobilitare la volontà dei singoli Stati”.

 

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