Milizie jihadiste danno battaglia nel nord del Niger
Colonne motorizzate delle milizie jihadyste del Mali hanno attaccato la base militare a Inates, in Niger, nella regione occidentale di Tillaberi vicino al confine col Mali, uccidendo almeno 73 militari in una battaglia che ha provocato la morte anche di un numero significativo di aggressori.
Si tratta del più grave attacco mai sferrato dai jihadisti contro i militari in Niger da quando le forze armate hanno iniziato a combattere i miliziani islamici nel 2015. La fonte non ha specificato quale gruppo sia il responsabile della strage ma in quel settore sono attive le milizie legate allo Stato Islamico dell’Africa Occidentale (ISWAP) che ha rivendicato il 13 dicembre l’atttacco riferendo di “almeno 100 militari uccisi”.
Il presidente Issoufou Mahmadou ha interrotto la propria partecipazione a una conferenza in corso in Egitto. Lunedì erano stati uccisi tre militari nella regione di Tahoua, nell’ ovest, e la risposta dell’esercito aveva provocato la morte di 14 guerriglieri.
Martedì il Consiglio dei ministri aveva prorogato di tre mesi lo Stato d’ emergenza in vigore dal 2017 in diversi dipartimenti di Tillaberi e Tahoua per arginare i raid delle milizie L’avamposto di Inates, 250 chilometri a nord di Niamey, è stato attaccato la sera di martedì 10 dicembre da diverse colonne di veicoli, inclusi blindati e motociclette.
Attaccato da tre lati e sottoposto al bombardamento di razzi e mortai, l’avamposto presidiato da una compagnia di fanti nigerini, poco più di cento militari, ha resistito all’attacco fino all’arrivo dei rinforzi che hanno messo in fuga i miliziani.
Tra i caduti anche il comandante e il vice e dell’avamposto. La sera successiva un comunicato del ministero della Difesa nigerino ha confermato la morte di 71 soldati nigeriani oltre a 12 feriti e dispersi.
Questa è la seconda volta che questo post è stato attaccato. Lo scorso luglio, 18 soldati nigeriani sono stati uccisi in un assalto dagli uomini di Abu Walid al-Sahrawi, nome di battaglia di Lehbib Ould Ali Ould Saïd Ould Joumani, ex membro del Fronte Polisario oggi leader dello Stato Islamico nel Grande Sahara.
L’attacco del 10 dicembre non è stato ancora rivendicato, ma in Niger gli al gruppo Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (JNIM) guidato da Iyad Ag Ghali, che riunisce Aqmi (al-Qaeda nel Maghreb Islamico), Ansar Dine e al-Murabitoun. A questa formazione potrebbero essersi aggiunti i combattenti dello Stato Islamico nel Grande Sahara.
Inates occupa una posizione strategica per l’esercito nigerino, posta a meno di 5 chilometri dal confine con il Mali proprio per contrastare i movimenti transfrontalieri delle milizie jihadiste.
Inates è vicina anche alla riserva faunistica di Ansongo, sede di molti miliziani maliani e dai villaggi maliani di Akabar e Tabankort, crocevia per trafficanti di droga, armi e miliziani, come ha sottolineato Radio France International.
Eliminare o inibire la presenza militare nigerina è quindi un obiettivo comune per jihadisti e trafficanti che operano sulle piste dirette al confine algerino. Il Niger riceve aiuti militari dall’Occidente e ospita contingenti militari francesi, statunitensi, tedeschi, italiani e degli Emirati Arabi Uniti.
Nei giorni scorsi Washington ha donato a Niamey aiuti militari per un valore di 21 milioni di dollari che includono veicoli 60 blindati Mamba, sistemi radio, giubbotti anti proiettile, elmetti e tonnellate di munizioni A febbraio, gli Stati Uniti forniranno anche un aereo da trasporto C-130 Hercules dopo aver completato l’addestramento di piloti, equipaggi e meccanici.
Nel 2015 gli USA avevano donato al Niger due velivoli di sorveglianza e hanno recentemente reso operativa la base aerea di Agadez, nel nord est del Niger, che ospita velivoli teleguidati (UAS) Reaper e unità di forze speciali.
Foto RFI e AFP
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