Le perdite dell’esercito turco in Siria
I 5 militari turchi morti a inizio febbraio nella provincia nord-occidentale di Idlib portano ad almeno 134 i caduti tra le truppe di Ankara nelle operazioni militari lungo i quasi mille chilometri di confine con la Siria dal 2016.
I caduti di Idlib potrebbero essere i primi a venire colpiti dalle forze regolari siriane mentre i precedenti sono morti combattendo per mano dell’Isis ma soprattutto dei curdi siriani delle Forze di Difesa Popolare (YPG) Le prime perdite subite da Ankara risalgono all’operazione “Scudo dell’ Eufrate”, iniziata il 24 agosto 2016 e terminata 216 giorni dopo per cacciare l’Isis dalle province centro-settentrionali della Siria dove si trovano le città di Jarabulus, Mare e Azaz (una superficie di 5 mila chilometri quadrati).
L’ operazione è stata la più lunga e costosa in termini di vite umane, con 76 militari turchi morti, tra cui tre bruciati vivi in un video diffuso dal Califfato. Il 2 novembre 2019 un attentato attribuito ai curdi siriani ha colpito una base militare turca ad Azaz uccidendo altri due soldati, portando a 78 il bilancio dei morti turchi nell’area.
L operazione “Scudo dell’Eufrate”aveva l’obiettivo di prevenire l’avanzata dei curdi nella Siria centro-settentrionale e di evitare che i cantoni di Afrin e Kobane fossero riunificati sotto il controllo dell’YPG.
La seconda operazione in territorio siriano, “Ramo d’ Ulivo”, è stata sferrata a fine gennaio 2018 con l’obiettivo di sottrarre all’YPG il cantone di Afrin, nella Siria centro occidentale. Iniziata il 24 gennaio e terminata il 18 marzo 2018, l’operazione è costata la vita a 46 militari turchi, più altri 4 morti in un attentato l 8 gennaio del2019.
Lo scorso ottobre ha preso il via l’operazione “Fonte di pace”, sferrata per eliminare i curdi siriani da tutto il nord est della Siria, lungo il confine turco, e creare una “safe zone” lungo il confine: tra il 9 e il 17 ottobre, giorno di è stata stabilita una tregua concordata da turchi e russi, hanno perso la vita 5 militari turchi.
Oltre alle perdite turche, in tutte le operazioni citate ha perso la vita un numero molto più elevato di miliziani siriani affiliati alle forze di Ankara.
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