Test congiunti per l’elicottero Mil Mi-26T2V
La holding Russian Helicopters e i rappresentanti del Ministero della Difesa russo hanno avviato i test statali congiunti sul nuovo elicottero militare da trasporto pesante Mil Mi-26T2V.
«Attualmente – ha dichiarato il direttore generale di Russian Helicopters Andrey Boginsky – il prototipo del Mi-26T2V ha completato con successo i test preliminari presso lo stabilimento di produzione consentendoci così di avviare il programma dei test di Stato congiunti che dureranno per tutto il 2020. Abbiamo preso in considerazione tutti i requisiti del cliente e li abbiamo implementati nel nuovo elicottero Mi-26T2V. Le prestazioni della macchina saranno notevolmente migliorate grazie alla profonda modernizzazione profusa nel progetto e sono fermamente convinto che il Mi-26T2V avrà un posto legittimo nelle forze armate russe. »
Come ampiamente trattato in passato da Analisi Difesa, la nuova variante militare del Mi-26 denominata appunto Mi-26T2V incorporerà tutte le recenti soluzioni tecniche disponibili considerandone l’uso in condizioni operative di combattimento; ribadiamo ancora una volta che non si tratta di un derivato della versione civile Mi-26T per l’esportazione quanto piuttosto di un vero e proprio aggiornamento radicale derivato dalla versione militare in uso presso le Forze Armate russe.
Il Mi-26T2V (che ha effettuato il suo primo volo alla fine del 2018) avrà una capacità di sollevamento di 20 tonnellate e sarà dotato di una moderna suite avionica di volo e navigazione NPK-90-2V che consentirà l’uso in ogni condizione meteo, notte e giorno, a qualsiasi latitudine del pianeta, finanche in modalità automatica dal decollo all’atterraggio, senza tralasciare l’installazione di una suite di autoprotezione Vitebsk per la difesa dai missili terra-aria e aria-aria. Immutato rimane invece il numero di equipaggio pari a 5 ufficiali.
A 43 anni di distanza dal suo primo volo, il mastodontico Mil Mi-26 trova ampie opportunità d’impiego operativo in un mercato che già lo vede protagonista indiscusso e incontrastato nel suo settore con ben 136 esemplari nel mondo distribuiti in una dozzina circa di forze armate (a cui vanno aggiunti un’altra decina di paesi in cui lo impiegano operatori civili) e le prospettive, con l’ultima versione, vedono il Mi-26 operativo almeno fino al 2040.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.