Raids mirati USA contro lo Stato Islamico
Aggiornato alle ore 10,50 dell 9 agosto
“Ho autorizzato bombardamenti mirati per proteggere il personale americano e un impegno umanitario per aiutare a salvare migliaia di civili iracheni che sono intrappolati su una montagna senza cibo e acqua e che andrebbero incontro a una morte certa”. Con queste parole il presidente statunitense Barack Obama ha dato il via libera ieri (con riliuttanza, come sostiene il New York Times) a una serie di raid in Iraq contro i miliziani sunniti dello Stato Islamico che da mesi controllano diverse regioni a nord e a ovest del Paese e parte della Siria. Il primo raid ha visto impiegati 2 F/A-18 Super Hornet che, alle 12,45 (ora locale) di ieri hanno distrutto con bombe da 500 libbre a guida laser un lanciarazzi campale semovente utilizzato per martellare le postazioni curde a difesa di Erbil. Una seconda incursione, un’ora dopo nello stesso settore, ha visto 4 cacciabombardieri e un drone distruggere 7 veicoli e un mortaio. Altre 2 incursioni sono state registrate in serata.
Oltre a questo aerei cargo statunitensi hanno aviolanciato aiuti umanitari agli oltre 40.000 membri di minoranze religiose (molti sono yazidi e cristiani costretti alla fduga dopo essere stati spogliati di tutti gli averi) che da giorni hanno trovato rifugio sulle montagne intorno a Sinjar e verso la zona curda per sfuggire alle persecuzioni dei miliziani. I primi voli nella mattinata di ieri hanno visto protagonisti un C-17 e 2 C-130 che in una quindicina di minuti hanno paracadutato 72 contenitori di generi di prima necessità ma altri voli si sono registrati nella serata..
Già nel giugno scorso Obama aveva annunciato che gli Stati Uniti avrebbero potuto usare la loro forza aerea per fermare l’avanzata delle milizie dello Stato Islamico.
“Negli ultimi giorni, questi terroristi hanno continuato a muoversi sul territorio iracheno e sono vicino alla città di Erbil, dove diplomatici e civili americani lavorano al nostro consolato e il nostro personale militare forma le forze irachene” ha aggiunto ieri Obama che ha ricordato di voler aiutare il governo di Baghdad e la minoranza curda. Intanto, i combattenti islamisti (che a giugno hanno proclamato lo Stato Islamico nei territori conquistati) continuano ad avanzare e a rafforzare le loro posizioni sia in Iraq che in Siria e Libano.
Obama ha sottolineato che nessun soldato americano verrà mandato sul terreno. “Non permetterò – ha detto- che gli Stati Uniti siano trascinati in un’altra guerra in Iraq”. L’obiettivo prioritario degli statunitensi sembra però riguardare la difesa di Erbil, capitale dello “Stato” curdo, dove sono presenti dal 1991 consiglieri militari e diplomatici statunitensi e dove pare siano arrivate unità di forze speciali dalle base di Incirlik, in Turchia.
I velivoli impiegati finora nelle misioni contro l’IS sono droni MQ 9 Reaper e jet F/A-18 imbarcati sulla portaerei George Bush nel Golfo Persico. “Possiamo agire – ha aggiunto ieri Obama – per evitare un genocidio”, tema ribadito anche dal Segretario di Stato, John Kerry. Ai voli umanitari parteciparanno anche 2 C-130 della Royal Air Force anche se Londra non sembra intenzionata a svolgere un ruolo nelle incursioni aeree mentre la Francia ha detto di essere “pronta a prendere parte alla lotta in difesa dei civili perseguitati dai jihadisti”.
Altri raids aerei contro gli islamisti registratisi nella prima mattinata di ieri sono stati effettuati dai Sukhoi 25 iracheni che avrebbero distrutto decine di blindati e ucciso 550 miliziani dell’IS sorpresi mentre si raggruppavano per l’offensiva contrio i curdi.
I Su-25 forniti da Russia e Iran sono dotati solo di bombe non guidate e la cui precisione è quindi molto relativa. Si tratta di ordigni iraniani FAB-500 and OFAB-250-270 bombs il cui impiego sembrerebbe indicare (come sottolinea il Jane’s Defence Weekly) una scarsa attenzione delle autorità di Baghdad al problema dei danni collaterali. Del resto l’esercito iracheno ha appena ricevuto nuove forniture da Mosca per un valore di un miliardo di dollari che includono i lanciarazzi pesanti campali TOS-1A Solntsepek, cingolati realizzati sullo scafo del carro T-72.
Il capo di stato maggiore delle forze irachene, generale Babaker Zebari, ha annunciato un’imminente controffensuva delle sue truppe e di quelle curde. “Le forze aeree americane stanno prendendo di mira le basi dello Stato islamico a Makhmur e nella zona di Sinjar. L’operazione proseguirà nelle città irachene controllate dai jihadisti. Ufficiali dell’esercito iracheno, peshmerga curdi ed esperti americani stanno lavorando insieme per selezionare gli obiettivi” ha detto Zebari. Il governo curdo ha reso noto che dall’inizio dell’offensiva dell’IS nel nord dell’Iraq i peshmerga hanno registrato circa 150 caduti e 500 feriti.
Foto: PA, Air Attack, Wikimedia, Stato Islamico
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