RWM: risoluzione della Lega in Commissione Difesa per salvaguardare l’occupazione
Continua a tenere banco la vicenda di RWM Italia, la società che produce munizionamento costretta a ridurre la sua forza lavoro nello stabilimento sardo di Domusnovas a causa del blocco da parte dell’Italia all’export di bombe d’aereo destinate ad Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti.
Analisi Difesa se ne è occupata nei giorni scorsi con un editoriale che riprendeva e commentava le dichiarazioni dell’ad di RWM Italia, Fabio Sgarzi e con un articolo che ieri ha illustrato quali società straniere abbiano beneficiato dello stop imposto alle esportazioni di RWM Italia verso alcuni paesi del Golfo.
Questa mattina invece si è registrata l’iniziativa politica della Lega che, con una risoluzione presentata alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati dagli onorevoli Roberto Paolo Ferrari e Eugenio Zoffili, chiede che il governo compensi con commesse delle Forze Armate italiane i contratti di export venuti meno, salvaguardando così l’occupazione dell’azienda che in un anno ha dovuto ridurre le maestranze nei due stabilimenti (Ghedi e Domusnovas) da 465 a 200 dei quali 90 in cassa integrazione.
“La Lega ha presentato una risoluzione in commissione difesa che impegna il governo a salvaguardare la produzione e dei livelli occupazionali della RWM Italia, in particolare del suo impianto di Domusnovas nel Sulcis” si legge nel comunicato della Lega.
“L’impresa sarda produttrice di munizioni e materiali d’armamento, si trova in una situazione aziendale precaria e già oltre 100 dipendenti sono rimasti senza lavoro. E’ necessario quindi un intervento immediato. Nella nostra risoluzione chiediamo inoltre al governo di esplorare la possibilità di acquistare da RWM Italia le munizioni e gli altri materiali d’armamento oggetto di contratti congelati o non più in essere, per destinarli alle Forze Armate italiane in quanto compatibili.
Infine sarebbe auspicabile cercare opportunità offerte dai mercati internazionali, allo scopo di reperire sbocchi esteri alternativi a quelli venuti meno recentemente, in particolare nell’ambito dei Paesi Nato e dei partner dell’Ue” conclude il comunicato.
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