Quasi un terzo delle reclute lascia l’esercito francese dopo le prime settimane
Nel 2020 il Ministero delle Forze Armate francesi ha in programma l’arruolamento di 26.000 persone, di cui 16.000 per l’Esercito, circa 3.500 per la Marina e 7.500 per le Forze Aeree e Spaziali.
La crisi sanitaria non ha ostacolato il raggiungimento di questo obiettivo nonostante la chiusura per due mesi dei centri di informazione e reclutamento delle forze armate, lo stop alle campagne di promozione presso le scuole e ai test di ammissione nelle scuole di formazione e addestramento militare. L’uso di big data e intelligenza artificiale hanno fornito un importante supporto al programma di arruolamento che secondo le stime vedrà un aumento dei candidati anche a causa della crisi economica determinata dalle misure anti Covid-19.
Come riferisce un articolo pubblicato da Zone Militaire, le difficoltà di reclutamento riguardano tuttavia la percentuale di candidati idonei al servizio nelle forze armate e la capacità dei candidati selezionati di accettare le regole imposte dal “mestiere delle armi” fin dalle prime settimane di prova.
Come sottolinea il rapporto redatto dai senatori Marie-Arlette Carlotti e Joël Guerriau, relatori del Programme 212 Sostegno alla Politica della Difesa, “solo per l’Esercito, la proporzione dei candidati idonei dal punto di vista medico è sceso dall’83% al 76% tra il 2011 e il 2016.
“Uno stile di vita sempre più sedentario e l’utilizzo eccessivo di schermi luminosi (tv, pc, smart phone e tablet) favoriscono nei giovani sovrappeso e miopia, fattori che probabilmente rafforzeranno questa tendenza”, scrivono Guerriau e Carlotti, che erode ancora di più la selettività negli arruolamenti con l’eccezione delle forze aerospaziali (Armèe de l’Air et Espace).
Nell’Armèe de Terre l’attrito “iniziale”, cioè il numero di reclute che getta la spugna e rescinde il contratto subito dopo l’arruolamento e prima del termine del periodo di prova, continua ad aumentare dal 2014 raggiungendo negli ultimi anni un livello compreso tra il 20% e il 28% che nel 2019 ha toccato il 31%.
Una proporzione che per gli arruolati in Aeronautica e Marina si riduce al 10-20%. “Troviamo queste difficoltà a livello di reclutamento soprattutto per le specialità tecniche relative all’Aeronautica e alla Marina, in un contesto sempre più competitivo con il settore privato” ammettono i relatori del rapporto.
La difficoltà è spesso quella di far corrispondere i desideri dei candidati non solo alle loro capacità ma anche e soprattutto ai bisogni delle forze armate.
“Che un giovane a volte sia orientato verso una specialità che, alla fine, non gli interesserà è purtroppo inevitabile. Occorre lavorare in modo che questo accada il meno possibile, ovviamente, ma non voglio suggerire che il reclutatore menta o “veda sogni”, aveva spiegato il generale Thierry Burkhard, capo di stato maggiore dell’esercito (CEMAT) durante un’audizione parlamentare nel novembre 2019.
L’emergenza Covid potrebbe però ridurre nel futuro a greve termine le percentuali di abbandono dopo il reclutamento semplicemente per la “fame” di posti di lavoro sicuri determinata dalla crisi economica.
“Il periodo di incertezza aperto dalla crisi sanitaria e la recrudescenza della disoccupazione costituiscono un terreno fertile per la presentazione di un maggior numero di domande d’arruolamento per profili compatibili con i mestieri svolti” sottolineano i due senatori.
Sono infatti in aumento le domande di arruolamento da parte di persone che hanno perso il lavoro nel contesto della crisi pandemica “e le forze armate, oltre alla stabilità di un datore di lavoro pubblico, offrono la possibilità di dare senso a un nuovo impegno”.
Foto Operation Barkhane (Ministero della Difesa Francese)
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