Aeronautica russa: vola il Su-30SMD, consegnato il primo Su-57 di serie
Lo scorso 25 dicembre, come abbiamo prontamente comunicato sul nostro canale Telegram, è stato consegnato al 929° GLITz (o Centro di volo prove e collaudo di Stato della VKS) il primo esemplare di produzione seriale del caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57 (“01 blu”, velivolo T-50S-2, numero di serie 51002) destinato alla Forza Aerospaziale russa.
Ricordiamo che l’esemplare in questione è in realtà il secondo uscito dagli stabilimenti KnAAPO di Komsomolsk-on-Amur poiché il primo è andato perduto durante un volo di prova nel Territorio di Khabarovsk il 24 dicembre 2019.
Tornando all’esemplare in questione, dopo i previsti collaudi il velivolo ha poi effettuato il 29 gennaio la sua uscita ufficiale dall’hangar per essere destinato ad un’unità di volo operativa ignota fino a pochi giorni fa, quando il servizio stampa del governo del territorio di Khabarovsk ha riferito infatti che il primo Su-57 è stato trasferito a uno dei reggimenti del Distretto Militare Meridionale.
La base dell’aereo non è stata resa nota ma è evidente che il velivolo è stato basato nell’area più vicina al Mar Nero e quindi alle tensioni in atto con NATO, USA, Turchia e Ucraina.
Le Forze Aerospaziali (VKS) schierano 10 prototipi di Su-57 e un velivolo di serie: entro la fine del 2024 il numero di Su-57 in consegna dovrebbe raggiungere i 22 esemplari, mentre il contratto firmato dal Ministero della Difesa russo prevede un totale di 76 caccia da consegnarsi entro il 2028.
Dell’upgrade del caccia multiruolo russo Sukhoi Su-30SM Analisi Difesa se ne occupa dal 2017, con numerosi aggiornamenti via via riportati sul nostro web magazine che hanno visto una sempre più netta definizione dei contorni dell’operazione secondo cui il nuovo Su-30SMD avrebbe in primis adottato il propulsore del Su-35 nonché dei primi caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57 seriali in attesa del nuovo Izdeliye-30.
Ovvero l’AL-41F-1S noto in Russia come “Izdeliye 117S”, un motore turbofan modulare a due alberi con controllo vettoriale della spinta e controllo digitale integrato che offre una spinta di 14.000 kgf con postcombustione inserita, oltre a requisiti di manutenzione inferiori, una maggiore durata e il 16% in più di spinta rispetto allo standard AL-31 finora adottato dal Su-30SM.
Come abbiamo avuto modo di vedere sul nostro canale Telegram, per il collaudo gli sviluppatori hanno utilizzato un caccia Su-30SM seriale (RF-34010) che fa parte del 4° Reggimento Guardie Aviazione d’assalto dell’Aviazione della Marina russa, di stanza presso la base aerea di Chernyakhovsk, nella regione di Kaliningrad.
Tale esemplare è stato infatti immortalato a Zhukovsky, presso il centro di ricerche della VKS alle prese con le prove di volo e collaudo.
L’adozione di motori più potenti richiede infatti specifici test di volo e di fatica sulla cellula e solo sulla base di questi risultati verrà determinato se l’aereo entrerà in produzione in serie o se la cellula dovrà essere opportunamente modificata.
L’aereo in questione, secondo i media specializzati, sarebbe giunto allo stabilimento di Irkut per l’operazione di retrofit a metà dello scorso anno e secondo i piani sarebbe stato consegnato al centro sperimentale entro la fine del 2020.
Solo alla fine dei collaudi verrà presa una decisione definitiva sull’operazione di retrofitting di tutti Su-30SM attualmente in forza alla VKS (Aeronautica) e all’AV-MF (Marina).
Benché sia entrato in servizio recentemente (le prime consegne avvennero infatti nel novembre 2012), è molto probabile che il suo impiego in Siria abbia dettato una serie di miglioramenti da apportare così come accaduto per numerosi altri velivoli russi intervenuti in questo specifico teatro.
Il caccia Sukhoi Su-30SM (“Flanker-H” per la NATO) il cui primo volo è avvenuto nel settembre del 2010 è infatti un derivato multiruolo del Su-27 basato sulle varianti Su-30MKI/MKM; è costruito dalla Irkut Corporation (consociato al bureau Sukhoi) e il suo sviluppo è stato effettuato sulla base dei requisiti emessi dalla Difesa russa.
Appartenente alla generazione “4+” questa specifica versione è equipaggiata con un’avionica migliorata, radar Bars-R, glass cockpit e un HUD (Head Up Display) grandangolare, oltre a nuovi sistemi di comunicazione e IFF, nuovi sedili eiettabili, configurazione degli armamenti rinnovata e ulteriori modifiche ad altri sistemi elettronici.
Per il resto il Su-30SM mantiene la stessa struttura del velivolo da cui deriva. Progettato per guadagnare la superiorità aerea, il Su-30SM può agevolmente essere impegnato altresì nella neutralizzazione di bersagli terrestri e marittimi.
Sono oltre cento gli esemplari di Su-30SM a disposizione della VKS e dell’AV-MF, senza tralasciare la recente adozione da parte della pattuglia acrobatica dei Russian Knights e delle aeronautiche di Armenia, Bangladesh, Bielorussia, Myanmar e Kazakistan.
Foto Sukhoi
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.