Le operazioni segrete americane in Iraq
AdnKronos – “Siamo onesti: truppe americane sono già sul terreno, e altre ne arriveranno. La domanda è se Obama deciderà di dirlo pubblicamente o rimarrà nel suo ruolo preferito di comandante in capo delle operazioni segrete”. Così David Ignatius, noto editorialista del Washington Post con ottime relazioni con l’intelligence statunitense e il Pentagono, commenta il clamore suscitato dalle dichiarazioni fatte dal capo degli Stati Maggiori Riuniti, il generale Martin Dempsey sul possibile invio di truppe americane al fianco di quelle irachene nelle azioni di contrasto allo Stato Islamico. Ignatius ricorda intatti come le operazioni clandestine della Cia siano autorizzate dal “title 50” che dà al presidente l’autorità di impegnare forze delle Operazioni Speciali in azioni paramilitari sotto il comando dell’agenzia di Langley.
Il caso ormai più famoso è quello del raid del 2011 ad Abbottabad che portò alla morte di Osama Bin Laden. Ma negli ultimi anni queste operazioni, anche se ovviamente poco discusse, sono state una parte sostanziale della ‘guerra al terrorismo’ americana, scrive ancora il commentatore ricordando come l’operazione per rovesciare i talebani in Afghanistan nel 2001 fu guidata dalla Cia che utilizzava le forze speciali per mobilitare i combattenti dell’Alleanza del Nord. Anche l’invasione dell’Iraq nel 2003 fu preparata già dall’anno precedente con l’addestramento di peshmerga curdi in una base militare statunitense. E per contrastare l’Is – continua Ignatius – gli Usa dovrebbero mobilitare milizie tribali sunnite, come quelle che, dopo l’inizio dell’insurgency, furono mobilitate in commando chiamati Utp, “under the table program”, o le “brigate Shawani”, forze irregolari sunnite create dal generale Mohammed Shahwani che combatterono al fianco degli americani a Fallujah alla fine del 2004.
Per questo scopo, cioè addestrare milizie filo governative sunnite in grado di contrastare l’avanzata degli jihadisti sunniti, sarà “decisiva la presenza delle forze speciali americane. Obama dovrà decidere – conclude Ignatius – se questa operazione sarà condotta più efficacemente in modo scoperto o segreto, ma gli americani che la condurranno saranno gli stessi combattenti, proveniente da unità come il quinto gruppo delle Forze Speciali dell’Esercito”.
Foto: US DoD
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