Kabul: Ghani firmerà martedì l’accordo con gli USA. Talebani all'attacco
(Aggiornato alle ore 18)
Il presidente afghano Ashraf Ghani firmerà martedì 30 settembre, un giorno dopo il suo insediamento ufficiale, l’Accordo bilaterale per la sicurezza (BSA) con gli Stati Uniti. Lo ha rivelato oggi ad Herat, informa Tolo tv, il consigliere per la Sicurezza nazionale afghano, Rangin Dadfar Spanta. L’intesa permetterà la presenza decennale di un contingente militare americano di 12-15.000 uomini che avrà compiti di assistenza e formazione delle forze di sicurezza afghane.
Il presidente neoeletto ha ricevuto ieri a Kabul il certificato ufficiale di vittoria nel ballottaggio del 14 giugno scorso dalla Commissione elettorale indipendente (Iec). In una cerimonia ufficiale il presidente della Iec, Ahmad Yousaf Nuristani, gli ha consegnato una targa di legno su cui è stato inciso che la sua vittoria è stata ottenuta con 3.930.000 voti, corrispondenti al 55,27% del totale. Nel ballottaggio Ghani, già economista della Banca Mondiale ed ex ministro delle Finanze afghano, ha superato l’ex ministro degli esteri, Abdullah Abdullah, che secondo un accordo raggiunto dalle parti coordinerà il futuro governo di unità nazionale e che si è detto anche lui favorevole alla firma del BSA.
L’entrata in vigore dell’accordo permetterà di non interrompere l’assistenza internazionale ad esercito e polizia afghani in previsione della fine del ritiro, dopo 13 anni ed entro il 31 dicembre 2014, di tutte le truppe da combattimento della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf). La firma dell’accordo con Washington, che dovrebbe essere seguita da una seconda con la Nato, era in sospeso da mesi perché il presidente uscente Hamid Karzai aveva dichiarato che si trattava di un problema che riguardava il suo successore, non risparmiando allo stesso tempo critiche alla politica Usa in Afghanistan.
L’esigenza di dare continuità al supporto militare USA e NATO è evidente anche alla luce dei crescenti attacchi talebani. Sarebbe di un centinaio di persone uccise il bilancio di un’offensiva lanciata ieri dai talebani nella provincia di Ghazni, nell’Afghanistan sudorientale. Le vittime, si legge sul giornale online Khaama Press, sarebbero tutti civili uccisi “brutalmente”. Almeno 15 persone sarebbero state decapitate. Una sessantina di case sarebbero state incendiate.
Il vice governatore di Ghazni Mohammad Ali Ahmadi ha confermato che “centinaia di combattenti talebani hanno assalto il distretto di Ajristan con un bilancio di 90 vittime, tra morti e feriti”. “Quindici persone – ha detto, citato dall’agenzia di stampa Dpa – sono state decapitate” e tra queste ci sarebbero parenti di agenti delle forze di sicurezza. Secondo quanto reso noto dalle autorità l’offensiva nel distretto di Ajristan è stata lanciata da un gruppo di circa 800 combattenti, tra i quali 200 stranieri. Negli scontri scoppiati con le forze di sicurezza sarebbero morti una decina di militari. Nella zona continuano i combattimenti. Molti abitanti dell’area sarebbero riusciti ad abbandonare le proprie case e a rifugiarsi sulle montagne. “Le forze afghane hanno lanciato raid aerei con l’aiuto della Nato”, ha detto il vice governatore alla Dpa. Secondo l’agenzia Pajhwok 4 talebani sonbo stati impiccati dagli abitanti del distretto per rappresaglia contro le decapitazioni di civili. Il portavoce del ministero dell’Interno, Sediq Sediqqi, ha dichiarato, sempre all’Afp: “Abbiamo inviato forze speciali, polizia e rinforzi dell’esercito e lanciato operazioni contro i talebani. I villaggi saranno presto ripuliti dagli insorti”.
Negli ultimi mesi si sono già verificate almeno quattro offensive talebane in altrettanti distretti del Sud e dell’Est che hanno visto impegnate unità di miliziani comprese tra i 600 e gli 800 combattenti. Concentramenti di forze impensabili quando la presenza delle forze alleate era consistente va conferma di come il ritiro dell’International Security Assistance Force (ISAF) apra finestre di opportunità rilevanti agli insorti.
In un comunicato firmato da Qari Yousuf Ahmadi, portavoce dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, in cui si rende conto degli scontri nel distretto di Ajristan, si rileva che “il nemico sta diffondendo bugie palesi sostenendo che i mujaheddin hanno ucciso oltre 70 civili, bruciato case, decapitato miliziani ‘arbaki’ (così i talebani definiscono i membri della polizia locale afghana), e che sono appoggiati da stranieri. Respingiamo categoricamente questa propaganda nemica – si dice ancora – perché queste affermazioni sono lontane dalla realtà dato che i mujaheddin sono molto impegnati negli scontri e non hanno tempo libero per decapitare gli ‘arbaki’, visto che l’uso di un proiettile e molto più facile, veloce e in sintonia con le direttive della nostra leadership”.
Foto: IHV News e Isaf
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