Conflitto in Ucraina: la caduta di Mariupol e la guerra dei numeri
Le forze armate russe avrebbero abbattuto il 16 aprile un aereo militare ucraino carico di armi fornite dai Paesi occidentali. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov.
“I sistemi di difesa aerea russi nella regione di Odessa hanno abbattuto un aereo da trasporto militare ucraino in volo, che trasportava un grande lotto di armi fornite all’Ucraina dai Paesi occidentali”, ha affermato il generale rivelando anche che la città di Mariupol è stata “completamente ripulita” delle forze ucraine, sostenendo che combattenti fedeli al governo di Kiev sono rimasti solo in periferia.
“L’intera area urbana di Mariupol è stata completamente ripulita. Resti del gruppo ucraino sono ora del tutto accerchiati nel territorio dell’impianto metallurgico di Azovstal: per loro l’unica possibilità di salvarsi è consegnare volontariamente le armi e arrendersi” ha aggiunto il portavoce russo, generale Igor Konashenkov (nella foto qui sotto).
“Finora 1.464 militari ucraini si sono arresi e il numero di coloro che si arrendono aumenta ogni giorno, compresi coloro che sono fuggiti dal territorio di Azovstal. Secondo le loro testimonianze, il numero totale di militari ucraini, nazisti e mercenari stranieri che si sono rifugiati ad Azovstal non supera le 2.500 persone di cui 400 mercenari stranieri”, ha il portavoce secondo il quale, il reggimento Azov ha perso oltre 4 mila uomini solo a Mariupol.
Con gli uomini del Reggimento Azov si troverebbero anche piccoli gruppi di militari della 36a Brigata di fanteria di Marina, in gran parte sopraffatta dai russi e arresasi al nemico.
Oggi lo stesso ministero della Difesa russo ha minacciato “l’eliminazione” degli uomini che ancora resistono nell’acciaieria dopo che un ultimatum che chiedeva la loro resa è stato ignorato. Mosca ha chiesto ai soldati ucraini asserragliati nella gigantesca acciaieria di “deporre volontariamente le armi e ad arrendersi per salvare le loro vite”. Ma Kiev “ha proibito” i negoziati sulla resa dei militari rimasti, “ordinando ai nazisti del Battaglione Azov di sparare a chiunque abbia intenzione di deporre le armi” riferisce la fonte ufficiale russa citando alcune conversazioni radio intercettate e aggiungendo che “In caso di ulteriore resistenza, tutti saranno eliminati”.
Sempre a Mariupol Konashenkov ha reso noto che è stara effettuata un’incursione di forze speciali tesa a liberare ostaggi detenuti nella moschea della città situata nel quartiere Primorski. Un’operazione chiesta espressamente dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan che si sarebbe risolta con successo con l’eliminazione di 29 combattenti “inclusi mercenari stranieri” e con la liberazione degli ostaggi, cittadini di nazioni aderenti alla Comunità degli Stati indipendenti.
La “guerra di numeri”
Mentre Mosca continua a rendere nota la distruzione di postazioni radar e basi logistiche ucraine (la notte scorsa sarebbero stati colpiti una fabbrica di munizioni a Brovary, nella regione di Kiev, i radar di difesa aerea ucraini vicino a Sievierdonetsk e diversi depositi di munizioni in altre aree) tra russi e ucraini continua anche la guerra degli annunci.
Dopo che in un’intervista alla rete televisiva americana CNN il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fornito dati approssimativi affermando che le perdite ucraine sono state finora di 2.500/3.000 caduti e circa 10 mila feriti, il generale Konashenkov lo ha accusato di mentire fornendo dati piuttosto minuziosi, anche se non verificabili da fonti neutrali, riferendo che tra militari, membri della Guardia Nazionale e mercenari stranieri le perdite ucraine ammontano a 23.367 caduti.
Secondo il ministero della Difesa russo “il regime di Kiev ha attirato in Ucraina 6.824 mercenari stranieri da 63 paesi, soprattutto dalla Polonia (1.717), dagli USA (circa 1.500) e da Canada e Romania mentre fino a 300 combattenti sono arrivate dal Regno Unito e altrettanti dalla Georgia; 193 sono, invece, provenienti dalle zone della Siria controllate dalla Turchia. La stragrande maggioranza dei mercenari è ora distribuita nelle città di Kiev, Kharkiv, Odessa, Nikolaev e Mariupol”.
Le forze russe affermano di aver eliminato 1.035 mercenari stranieri mentre 912 si sarebbero rifiutati di combattere in prima linea e avrebbero lasciato il paese, facendo scendere così l’attuale numero di combattenti stranieri a 4.877 di cui 400 sarebbero ora circondati nell’acciaieria Azovstal, a Mariupol.
Konashenkov ha ricordato che i mercenari stranieri non sarà riconosciuto lo status di prigionieri di guerra e il meglio che possa loro accadere è una lunga prigionia”.
Quanto alle perdite materiali inflitte alle forze ucraine Konashenkov ha fornito oggi una lista aggiornata comprendente 2.290 carri armati e mezzi corazzati, 22.166 veicoli, 54 lanciarazzi multipli d’artiglieria, 992 cannoni e mortai, 134 aerei, 470 droni, 249 sistemi missilistici antiaerei.
Numeri a cui Kiev risponde con un bilancio (anch’esso non verificabile) aggiornato e a oggi delle perdite inflitte al nemico portando a 20.300 il numero di soldati russi uccisi rivendicando inoltre la distruzione di 773 carri armati, 2.002 mezzi corazzati da combattimento, 1.471 veicoli, 376 sistemi di artiglieria, 165 aerei, 146 elicotteri e 8 navi.
Foto: Ministero della Difesa Russo, TASS, Institute for the Study of the War e Ministero della Difesa Ucraino
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