L’Ucraina vuole nuovi droni armati e munizioni circuitanti
(Aggiornato alle ore 16,23)
Continua senza soste il flusso di armi dagli stati membri della NATO all’Ucraina. La Polonia ha recentemente donato all’Ucraina oltre 200 carri armati T-72 e alcune decine di veicoli da combattimento cingolati BWP/BMP-1 secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa polacca IAR che ha incluso nella lista la possibile cessione all’esercito di Kiev di:
- obici semoventi da 122 mm 2S1 Gvozdika (la Polonia ne ha circa 160 in riserva e 200 in servizio),
- lanciarazzi campali su autocarro BM 21 Grad (un centinaio in servizio in fase di sostituzione con gli statunitensi M142 HIMARS)
- grandi quantità di munizioni e missili aria-aria per gli aerei da combattimento MiG-29 e Su-27,
- un numero imprecisato di missili antiaerei portatili Piorun (l’esercito polacco ne ha ordinati 1.300 con 420 lanciatori alcuni dei quali già ceduti all’Ucraina)
- droni prodotti dalla polacca Wb Electronics (probabilmente droni tattici FT5
- munizioni circuitanti WB Electronics Warmate. (nella foto d’apertura e nel video qui sotto).
Il portavoce del governo polacco, Piotr Muller, ha dichiarato che “al momento non è stata presa una decisione di rendere pubbliche queste informazioni. Posso solo dire che questo tipo di armamento (carri armati) è stato trasferito in Ucraina”.
Dopo la consegna di 4 obici trainati da 155 mm M577, il Canada ha reso che contribuirà alle nuove forniture di aiuti militari all’Ucraina con l’invio di altri 8 veicoli blindati armati probabilmente 4×4 Roshel Senator ERV (nella foto sotto) e 8×8 LAV, esemplari prelevati dalle dotazioni dell’Esercito Canadese. Ottawa ha già consegnato aiuti militari per 118 milioni di dollari canadesi e ne ha stanziati altri 500 milioni.
Il 27 aprile il governo ucraino ha annunciato di aver chiesto agli Stati Uniti la fornitura di “droni d’attacco”, in particolare General Atomics MQ-1C Grey Eagle (nella foto sotto), con “munizioni appropriate” come il missile AGM-114 Hellfire. Lo ha detto in un’intervista a Politico il ministro della Difesa ucraino Oleksij Reznikov sottolineando di aspettarsi “risultati positivi”. L’Ucraina ha già preso contatti con General Atomics.
La Romania invece continua a rifiutarsi di inviare armi all’Ucraina limitandosi agli aiuti umanitari. Come ha affermato il ministro della Difesa, Vasile Dinc “l momento all’interno della coalizione di maggioranza non c’è alcuna discussione sull’invio di armi letali”.
“L’Ucraina ricorderà sempre ciò che i nostri amici slovacchi hanno fatto per noi. Un caloroso benvenuto per gli ucraini in fuga dalla guerra, aiuti umanitari, forniture di armi, sostegno per concedere all’Ucraina lo status di candidato all’Ue e consentire esportazioni esenti da dazi verso l’Ue. Siamo fortunati ad avere la Slovacchia come vicino” ha scritto oggi su twitter il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba.
Nei giorni scorsi era emerso che la Slovacchia, dopo aver fornito a Kiev la sua unica batteria del sistema di difesa aerea S-300 (e forse un buon numero di cingolati BVP-1 posti in riserva dall’Esercito Slovacco), avesse fornito agli ucraini anche l’intera flotta di 11 velivoli da combattimento Mig 29AS/UBS dei quali sembra solo 4 fossero operativi.
I caccia fornirebbero così ricambi preziosi all’Aeronautica Ucraina (che ieri avrebbe perduto un altro Mig 29 nei pressi di Slavyansk, nel Donbass, secondo quanto riferito da fonti militari russe) e verranno rimpiazzati presso le forze aeree di Bratislava da 14 caccia F-16V Viper ordinati negli Stati Uniti.
In attesa del loro ingresso in servizio la Polonia ha messo a disposizione la propria aeronautica per proteggere lo spazio aereo slovacco consentendo così la rapida cessione dei Mig 29 agli ucraini.
Secondo il giornale “Die Welt” la Germania fornirà 7 obici semoventi PzH 2000 (nella foto sopra), prelevati dai mezzi in dotazione alle Forze armate tedesche (altri 5 obici di questo tipo sono stati offerti dall’Olanda). Secondo il quotidiano la decisione è stata assunta dalla Cancelleria federale con il ministero della Difesa tedesco, nonostante la contrarietà dei comandi militari motivata dalla valutazione che dei 119 Pzh 2000 disponibili soltanto 40 sarebbero operativi e che il personale ucraino non avrebbe le capacità di impiegarli anche se i militari di Kiev destinati ad operare con questi semoventi verranno addestrati in Germania.
I vertici militari tedeschi sono stati scettici circa la fornitura di equipaggiamenti in servizio attivo nelle forze armate nazionali fin dall’inizio del conflitto.
Foto: Wb Electroniocs, Roshel, KMW e General Atomics
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