Kim Jong-un approva l’impiego preventivo dell’atomica. La portaerei Reagan a Pusan
Gli eventi nella Penisola Coreana emergono spesso come tra i più preoccupanti della scena mondiale e, pur se tra fasi di riavvicinamento e di raffreddamento, le relazioni tra Pyongyang e Washington oscillano da molti anni dalla bellicosità all’apparente distensione.
Alla fine di questa settimana la portaerei a propulsione nucleare USS Ronald Reagan della Marina degli Stati Uniti, arriverà nella città sudorientale di Pusan (o Busan) per esercitazioni militari congiunte con le forze di Seul nel Mare Orientale.
E’ la prima volta dal 2017, anno del sesto test nucleare di Pyongyang quando Washington inviò tre portaerei con i relativi gruppi di attacco, che non veniva schierata una unità della classe Nimitz al largo della penisola.
La decisione di Washington di inviare la Reagan sembra costituire la risposta all’emanazione della nuova dottrina nordcoreana sull’utilizzo di armi nucleari. Pyongyang ha infatti approvato all’inizio di settembre l’autorizzazione all’impiego anche preventivo di armi atomiche qualora fosse in pericolo la sicurezza e l’integrità della nazione.
Kim Jong-un, ha anche definito “irreversibile” lo status nucleare della nazione, senza lasciare spazio a negoziati sulla questione.
Gli Stati Uniti con una dichiarazione hanno riaffermato il loro impegno “fermo e incrollabile” a fornire deterrenza alla Corea del Sud, che da sempre fa affidamento sull’ombrello nucleare degli Stati Uniti contro l’evoluzione delle minacce nucleari e missilistiche del Nord.
“Gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno espresso la loro seria preoccupazione per l’escalation dei messaggi destabilizzanti della Corea del Nord relativi all’uso delle armi nucleari, inclusa l’adozione della nuova legge sulla politica nucleare”. Washington ha avvertito che un attacco nucleare nordcoreano riceverebbe una risposta schiacciante e decisiva.
Si ritiene che Pyongyang abbia già completato la preparazione per il suo settimo test di armi nucleari e molti osservatori temono che la prevista provocazione possa aumentare le tensioni nella penisola coreana a livelli pericolosi e portare a uno scontro militare.
La USS Ronald Reagan e il suo gruppo d’attacco, tra cui l’incrociatore lanciamissili USS Chancellorsville (classe Ticonderoga), cacciatorpediniere missilistici e un sottomarino nucleare d’attacco, sono salpati dalla base navale di Yokosuka, in Giappone, il 12 settembre.
Al momento i dettagli dell’esercitazione militare pianificata nelle acque sudcoreane rimangono sconosciuti. Nel mese di maggio scorso, la USS Reagan ha partecipato alle esercitazioni congiunte con la Forza di autodifesa marittima giapponese.
Solo due settimane or sono, Corea del Sud e Stati Uniti hanno concluso la “Ulchi Freedom Shield” (UFS), la più grande esercitazione militare interforze congiunta dal 2017. Naturalmente, il regime di Kim Jong-un ha denunciato tali esercitazioni come preparativi per un’invasione.
L’attuale presidente sudcoreano aveva promesso di “normalizzare” le esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti, ridimensionate sotto l’ex presidente liberale uscente Moon Jae-in, nel tentativo di tranquillizzare Pyongyang e riprendere i colloqui, in stallo per la denuclearizzazione della penisola. La Corea del Nord ha a lungo contestato le esercitazioni in quanto considerate “prove di guerra”. Washington e Seul avevano ridotto l’addestramento sul campo ed evitato l’uso di bombardieri e vettori aerei, concentrandosi invece sulle simulazioni al computer.
Scetticamente, oggi, si tende a pensare che la denuclearizzazione della penisola coreana sia solo una chimera e gli Stati Uniti dovranno per forza di cose garantire in caso di attacco la sicurezza della Corea del Sud con le proprie armi nucleari.
Per lungo tempo si è discusso della determinazione dei sudcoreani a possedere una capacità nucleare nazionale e un sondaggio mostrò che oltre il 70% della popolazione sarebbe favorevole a tale aspirazione.
In passato gli Stati Uniti avevano schierato in Corea del Sud armi atomiche ma nel 1991 il presidente George H. Bush ha avviato il ritiro di tutte le armi nucleari tattiche schierate all’estero. Attualmente, la Corea del Sud rimane sotto la protezione dell’ombrello nucleare degli Stati Uniti.
Foto US Navy, Stars and Stripes e KCNA
Elvio RotondoVedi tutti gli articoli
Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.