Le ultime forniture militari occidentali all’Ucraina
Riportiamo le ultime notizie circa gli aiuti militari occidentali alle forze armate ucraine.
Stati Uniti
L’ultimo pacchetto di aiuti militari statunitensi a Kiev da 600 mili9ni di dollari varato il 15 settembre include munizioni per sistemi di artiglieria a lungo raggio (HIMARS), sistemi anti-drone e 4 radar campali anti-artiglieria, oltre a 36.000 proiettili da 105 mm, 1.000 proiettili di artiglieria da 155 mm a guida di precisione e armi leggere e munizioni.
A questo link la lista completa delle forniture statunitensi all’Ucraina rese pubblica a oggi. Funzionari dell’amministrazione Biden hanno riferito alla CNN che gli Stati Uniti, per il momento, non sono intenzionati a fornire alle forze ucraine i missili balistici tattici ATACMS chiesti da Kiev. Armi la cui portata fino a 300 chilometri consentirebbe di colpire in profondità il territorio russo.
UK, Polonia e Ucraina
Regno Unito, Polonia e Ucraina svilupperanno la cooperazione trilaterale anche rafforzando le proprie capacità di difesa e il fianco orientale della Nato. E’ quanto si legge in una dichiarazione congiunta del 23 settembre dei ministri degli Esteri James Cleverly, Zbigniew Rau e Dmytro Kuleba, incontratisi a New York.
Italia
In Italia il 20 settembre Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa del dimissionario governo Draghi, ha annunciato che “siamo ad un passo da un nuovo invio di armi all’Ucraina, nel senso che laddove la Nato e gli altri 29 paesi ci dicessero che è necessario inviare nuove armi siamo pronti a farlo nella cornice che ci siamo detti sempre di questa coalizione di volenterosi che sta al fianco dell’Ucraina. Non so se sarà tra una settimana, due settimane, 10 giorni, poco cambia rispetto ad un impegno che non conosce una scadenza temporale ma un’adesione di valori”, ha aggiunto Mulè.
Il sottosegretario non è entrato nei dettagli delle tipologie di sistemi d’arma che Roma potrebbe fornire e che peraltro sono state segretate dal governo. Di certo, da quanto è emerso anche dalle immagini di materiale militare italiano caduto nelle mani dei russi e mostrato pubblicamente, Roma finora ha fornito missili anticarro Milan, mortai e proiettili da mortaio (nella foto sotto un proiettile da 120 mm caduto nelle mani delle milizie del Donbass) mitragliatrici, obici da 155mm FH-70, lanciarazzi portatili anticarro, missili antiaerei Stinger e probabilmente anche corazzati M-113 e veicoli VTLM Lince.
“L’invio di armi non può avere uno stop con il nuovo governo, guai se fosse così perché verrebbe meno un impegno non di un governo ma l’impegno di uno Stato e di fronte a valori come la difesa della vita di chi è invaso, non c’è cambio di governo che tenga ma c’è un impegno assoluto preso dal Parlamento italiano sostanzialmente all’unanimità” ha detto Mulè a Radio 24.
Italia, Francia, USA, Germania e Israele
L’Ucraina sta negoziando contemporaneamente con diversi partner, tra i quali l’Italia, la fornitura di sistemi di difesa aerea e missilistica. Lo ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky, rispondendo alle domande dopo l’incontro con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen del 15 settembre scorso. Zelensky ha sottolineato che “chiudere i cieli” agli attacchi missilistici sarebbe un fattore chiave per garantire la sicurezza in Ucraina e si aspetta l’adempimento dei loro obblighi da parte dei due Stati partner, Usa e Germania.
“La difesa aerea e la difesa antimissilistica sono per noi una priorità. Abbiamo avviato i colloqui e c’è un risultato positivo per quanto riguarda la fornitura di NASAMS (sistema statunitense-norvegese) e IRIS-T (tedesco). Ci aspettiamo diversi sistemi dalla Germania, ma non ne abbiamo ancora ricevuto nessuno”, ha affermato. Tuttavia, i negoziati dell’Ucraina non si limitano a questi due partner, ha aggiunto Zelensky:
“Siamo determinati a lavorare con Francia e Italia e anche Israele da cui non ho ancora ricevuto una reazione positiva da Israele. Non ci sono tanti Stati che sono in grado di fornire sistemi di difesa aerea, ecco perché è necessario risolvere questo problema con questi cinque Stati”, ha affermato.
Cercando di interpretare le parole del presidente ucraino, oltre ai citati NASAMS e IRIS-T, l’Ucraina sembra guardare anche a sistemi quali il SAMP/T italo-francese, il Patriot statunitense e sistemi missilistici (anche se Gerusalemme non sembra per ora disposta a fornire armi a Kiev). Si tratterebbe quindi di armamenti di nuova costruzione che l’Ucraina non è ovviamente in grado di pagare e che verrebbero probabilmente finanziati da fondi USA, UE o dei singoli stati fornitori.
Grecia
La Grecia ha reso noto a metà settembre che non cederà a Kiev i suoi sistemi missilistici di difesa aerea di origine russa S-300 ma fornirà in tempi brevi all’Ucraina mezzi corazzati BMP-1, di fabbricazione sovietica e in dotazione alle proprie Forze armate. In cambio Atene riceverà dalla Germania i cingolati Marder 1A3, radiati dal servizio nell’esercito tedesco.
Come ha reso noto il ministro della Difesa tedesco, Chrisrine Lambrecht, i trasferimenti di corazzati si inseriscono nello scambio circolare, iniziativa del governo federale con cui vengono rimpiazzati da equipaggiamenti tedeschi mezzi e armamenti ex sovietici ceduti all’Ucraina da stati membri della NATO. Nello scambio circolare con la Germania sono coinvolte Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Grecia.
Slovenia
La Slovenia ha raggiunto il 19 settembre un’intesa con Berlino per la cessione all’Ucraina di 28 carri armati M55S (nella foto sotto), ammodernamento con cannone da 105mm L7/M68 e altre dotazioni occidentali del carro T-55 sovietico, ricevendo in cambio 40 veicoli da trasporto tedeschi, a quanto sembra 35 autocarri 8×8 e 5 camion cisterna.
In aprile la Slovenia aveva approvato la cessione all’Ucraina anche della sua flotta di una cinquantina di carri armati M-84 (versione jugoslava del T-72) e di 35 veicoli da combattimento BVP M-80A, mezzi corazzati da tempo posti in riserva dall’esercito di Lubiana in cambio dei quali la Germania fornirà mezzi corazzati cingolati da combattimento Marder e blindati ruotati 6×6 Fuchs anche se la Slovenia vorrebbe ricevere un lotto di carri Leopard 2 con cui equipaggiare un battaglione.
Il governo sloveno ha recentemente annunciato il ritiro dal programma gestito dall’OCCAR per l’acquisto di altri veicoli da combattimento ruotati 8×8 tedeschi Boxer, già acquisiti in 45 esemplari con un contratto da 281,5 milioni di euro IVA esclusa firmato l’11 maggio 2022 e consegne tra il 2024 e il 2026. La revisione voluta dal governo e tesa a verificare la convenienza economica del programma ha portato al taglio dei Boxer acquisiti previsti inizialmente in 136 esemplari per equipaggiare due battaglioni.
Germania
Il 15 settembre la Germania ha reso noto che consegnerà all’Ucraina altri 2 lanciarazzi campali del tipo Mars e 50 veicoli blindati 4xr4 Dingo. Quattro giorni più tardi alla lista si sono aggiunti altri 4 obici semoventi PzH 2000 che portano a 14 il numero di pezzi d’artiglieria di questo tipo consegnati dalla Germania che si sta occupando anche della formazione degli artiglieri ucraini.
Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, in un’intervista al Frankfurter Allgemeine è tornata sul tema della fornitura di nuovi carri armati Leopard 2A7 all’Ucraina, finora bloccata dal governo tedesco, sottolineando che “nella fase decisiva in cui si trova attualmente l’Ucraina, non credo che sia una decisione che può essere ritardata a lungo”.
Infine Rheinmetall ha comunicato che 16 mezzi corazzati da combattimento per la fanteria Marder sono stati ammodernati e possono essere consegnati. Il costo dell’ammodernamento dei Marder radiati dall’esercito tedesco è stato sostenuto dalla stessa Rheinmetall, che ha avviato la manutenzione di altri 14 esemplari.
Se necessario, il gruppo potrebbe rendere utilizzabili altri 70 Marder non più in servizio nella Bundeswehr. Da tempo l’Ucraina chiede alla Germania la fornitura di questi corazzati per impiegarli in combattimento ma Berlino preferisce girarli ai paesi NATIO che rendono disponibili mezzi e armi di tipo sovietico/russo da consegnare a Kiev.
Lituania
Il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha affermato il 15 settembre che il governo ha deciso di inviare due carichi di mezzi corazzati per il trasporto truppe in Ucraina. Il primo lotto arriverà presto, ha afferma Landsbergis, come riporta Kiev Independent: dovrebbe trattarsi di cingolati M-113 A1/2 di cui la Lituania schiera oltre 250 esemplari.
Repubblica Ceca
Il 14 settembre la Repubblica Ceca ha annunciato che potrebbe vedersi rimborsare dall’Unione europea l’80 per cento del valore degli aiuti militari inviati all’Ucraina. Lo ha reso noto il ministro della Difesa, Jana Cernochova. Gli aiuti militari inviati a Kiev non sono stati finora specificati ma è noto che hanno incluso carri armati T-72, veicoli da combattimento BMP-1, obici semoventi DANA e lanciarazzi campali d’artiglieria, munizioni ed elicotteri da attacco Mil Mi 24 per un totale stimabile intorno a quattro miliardi di corone (oltre 160 milioni di euro).
Danimarca
La Danimarca ha reso noto il 13 settembre che addestrerà i soldati ucraini sul suo territorio come stanno già facendo il Regno Unito, USA, Polonia, Germania, Francia e Repubbliche Baltiche.
“Non posso fornire maggiori dettagli, ma l’esercito ucraino sarà addestrato in Danimarca”, ha detto da Kiev il ministro Morten Bodskov. Finora, Copenaghen ha inviato istruttori nel Regno Unito,
Foto: Bundeswher, Forze Armate Slovene, US DoD,
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