I jihadisti a pochi chilometri da Baghdad
I miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e della Grande Siria (ISIS) non avrebbero rinunciato a mettere le mani su Abu Ghraib, città a pochi chilometri dall’aeroporto internazionale di Baghdad e porta d’accesso alla periferia occidentale della capitale irachena. Secondo fonti di stampa, si combatterebbe intorno ad Abu Ghraib e a non più di quindici chilometri dalla recinzione dell’ex Saddam International Airport, un range non ancora sufficiente a colpire un aereo in fase di atterraggio o di decollo ma idoneo a permettere azioni di infiltrazioni di piccole unità fino a raggiungere distanze ritenute letali per gli aeromobili sprovvisti di adeguate contromisure. Come pubblicato dal quotidiano britannico MailOnline, il rischio di attacchi rimane comunque fondato: i jihadisti starebbero impegnando le truppe irachene con scontri armati hit-and-run e sarebbero in possesso di sistemi missilistici antiaerei a corto raggio trasportabili a spalla (MANPADS).
Si tratterebbe del sistema di difesa aerea FN-6 o FeiNu-6, conosciuto in Cina come HongYing-6, missile a infrarossi (IR) che i miliziani del Califfo hanno utilizzato il 3 e l’8 ottobre per abbattere due elicotteri dell’esercito iracheno, un Mi-35M e un Bell 407, colpiti nei pressi di Bayji, nella provincia di Salah-al-Din. Simile al MANPADS statunitense FIM-92 Stinger, l’FN-6 pesa complessivamente 16 kg e utilizza un motore a propellente solido che sviluppa una velocità massima di 360 m/s e un range di 500-6.000 m, con un’altitudine operativa di 150-3.500 m. Progettato dalla China National Precision Machinery Import and Export Corporation (CNPMIEC), colosso cinese con sede a Pechino che opera nel settore dell’ingegneria elettronica e meccanica, l’FN-6 è equipaggiato con un sistema di ricerca digitale ad infrarossi ed ha una probabilità di colpire il bersaglio al primo lancio del 70%. Nonostante il supporto aereo dei caccia della Coalizione, per le truppe irachene mantenere il controllo di Abu Ghraib si sta rivelando un compito estremamente difficile.
Gli uomini del Califfo stanno dando prova di flessibilità e di rapidità di movimento, con capacità di organizzare attacchi coordinati e contenere al minimo le perdite anche nelle condizioni più difficili. Fino ad ora l’ISIS, che conta su una forza stimata di 60 mila uomini, 2/3 dei quali occupano le posizioni conquistate in Siria orientale e settentrionale, ha preso il controllo di moltissimi villaggi e città proprio grazie al ritiro delle truppe irachene.
Ad esempio, la scorsa settimana i miliziani hanno conquistato la città di Hit e la vicina Kubaisa, mettendo in fuga gli iracheni che, a rischio di cattura, hanno preferito abbandonare una base militare e il suo arsenale di armi. E anche per Ramadi la situazione sembra essere estremamente difficile, anche se gran parte del governatorato di al-Anbar è ancora nelle mani delle forze governative.
Foto Reuters, Stato Islamico, AFP
Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli
Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.