L’industria europea a rischio sopravvivenza pressata da guerra, caro-energia e misure USA
“La sopravvivenza dell’industria europea è chiaramente a rischio: si intravedono segni di delocalizzazione della produzione e si teme che in futuro migliaia di imprese chiuderanno, soprattutto PMI”. L’allarme (l’ennesimo) è stato lanciato ieri dalla federazione di industriali BusinessEurope riunitasi a Stoccolma.
“Le imprese europee hanno urgentemente bisogno di misure emergenziali per far fronte alla crisi energetica e di spazio normativo”, avvertono gli industriali europei con la dichiarazione del consiglio dei presidenti delle 40 federazioni di imprenditori aderenti a BusinessEurope.
Un allarme rivolto alla prossima presidenza di turno svedese dell’Unione Europea “al fine di porre in essere soluzioni immediate alla crisi energetica e al contempo potenziare la competitività dell’Europa, onde sostenere occupazione e crescita in futuro”. La presidenza di turno svedese – sottolinea il documento – “dovrà dare risposte immediate sui rischi di carenze di forniture e prezzi dell’energia insostenibili, dare spazio normativo alle imprese ed affrontare le sfide che minano la competitività, la crescita e l’occupazione in Europa nel lungo termine”.
Punti approfonditi e dettagliati in un lungo documento che indirettamente si riferisce anche al contesto bellico determinato dal conflitto in Ucraina.
Gli industriali europei “esortano l’Unione Europea a concentrarsi sui propri principi fondanti: pace e prosperità attraverso il commercio e l’integrazione economica. Tutto questo è fondamentale, anche alla luce della guerra in Ucraina, perché l’Europa continui a svolgere il proprio ruolo in una fase geopolitica estremamente tesa.
E’ essenziale creare un contesto capace di attrarre investimenti in Europa, generare crescita nel lungo termine e facilitare la creazione di posti di lavoro, supportando così l’indispensabile transizione verso una società più verde e più digitale. Sono queste le esigenze più impellenti e le sfide a lungo termine che dovranno essere affrontate nel corso della Presidenza di turno svedese.
L’Unione Europea “deve continuare ad essere un simbolo del commercio globale fondato sulle regole, e, allo stesso tempo, assicurarsi che anche i suoi partner commerciali rispettino le leggi internazionali. Una condizione di parità è essenziale per garantire la competitività delle aziende europee”. Gli industriali europei evidenziano quindi che “c’è preoccupazione sulle misure che gli Stati Uniti hanno adottato con l’Inflation Reduction Act. Queste misure sono incompatibili con le regole del Wto, in quanto discriminatorie verso le esportazioni delle imprese straniere”.
(con fonte Ansa)
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