I Sukhoi Su-27 russi “abbattono” un UAV Reaper statunitense sul Mar Nero

 

 

(aggiornato alle ore ,21,00)

Tensione alle stelle nel Mar Nero dopo che ieri mattina (ma la notizia è emersa solo nel tardo pomeriggio) un velivolo da combattimento Sukhoi Su-27 russo è entrato in collisione (volontariamente a quanto sembra) con un UAV statunitense MQ-9 Reaper in volo sul Mar Nero nello spazio aereo internazionale ma a circa 60 chilometri dalla base navale russa di Sebastopoli.

La CNN ha citato “un funzionario statunitense a conoscenza dell’incidente” secondo il quale il jet russo ha danneggiato irreparabilmente l’elica del Reaper, costringendo gli Stati Uniti a farlo cadere in acque internazionali nel Mar Nero.
Secondo la fonte uno dei due jet russi che hanno affiancato il Reaper si sarebbe messo intenzionalmente di fronte al drone e ha scaricato del carburante.

Il portavoce del Pentagono, il generale Patrick Ryder ha aggiunto che l’aereo russo ha volato “nelle vicinanze” del drone per 30-40 minuti prima della collisione, poco dopo le 7 del mattino ora dell’Europa centrale.
“Se questo tipo di intercettazioni in sé non sono così insolite, quello che è insolito e spiacevole e pericoloso è il comportamento dei piloti russi”, ha aggiunto.

“Il nostro aereo MQ-9 stava conducendo operazioni di routine nello spazio aereo internazionale quando è stato intercettato e colpito da un aereo russo, provocando un incidente e la completa perdita dell’MQ-9″, ha affermato il generale James B. Hecker, comandante della US Air Force in Europa. ”A causa dei danni, abbiamo dovuto farlo precipitare nel Mar Nero”, ha aggiunto, spiegando che il drone non poteva più volare dopo la collisione.

Il ministero della Difesa russo ha negato di essere entrato in contatto con il drone, affermando che gli aerei da combattimento (una coppia di Su-27 decollati probabilmente da una base in Crimea)  “si sono affrettati a identificare l’intruso” dopo averlo rilevato sopra il Mar Nero, aggiungendo che il drone “è andato in volo senza guida con una perdita di quota.

Il drone ha volato con i suoi transponder spenti, violando i confini del regime di spazio aereo temporaneo stabilito per l’operazione militare speciale”. L’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, è stato convocato dal Dipartimento di Stato.

”La Federazione russa considera una provocazione l’incidente con il drone americano nei cieli sopra il Mar Nero” ha detto l’ambasciatore-. ”La questione delle conseguenze’ per Mosca dopo l’incidente del drone non è stata sollevata”, ha spiegato il diplomatico, sottolineando la necessità che gli Stati Uniti e la Russia agiscano ”con molta attenzione” dopo gli ultimi eventi.

Nessuna fonte ufficiale ha voluto precisare se il Reaper fosse armato o meno ma una fonte anonima citata dal New York Times ha fatto sapere che il velivolo era privo di armi.

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu in una telefonata con il Segretario della Difesa Lloyd Austin, ha fatto sapere che i voli dei droni americani al largo della Crimea sono “una provocazione” che crea “i presupposti per un’escalation” della tensione nel Mar Nero. “Mosca non è interessata a un tale sviluppo degli eventi, ma continuerà a rispondere in modo proporzionato a tali misure” riferisce una nota del ministero della Difesa russo.

Il capo degli Stati maggiori riuniti americano, il generale Mark Milley, ha dichiarato che gli Stati Uniti non sono certi che l’aereo militare russo abbia colpito intenzionalmente il Reaper. E’ oggetto di indagine, ha aggiunto anticipando un colloquio telefonico con la sua controparte russa per discutere proprio di questo. “L’intercettazione, da parte dell’aereo, è stata intenzionale. Sappiamo anche che il comportamento aggressivo era voluto. E che era anche non professionale e insicuro. Quanto al contatto fisico, bisogna vedere”, ha precisato.

Milley ha aggiunto inoltre che il drone caduto “non ha più valore” di intelligence. “Probabilmente si è rotto, probabilmente non c’è molto da recuperare. Per quanto riguarda la perdita di informazioni sensibili, come di consueto prenderemo – e abbiamo preso – delle misure di attenuazione. Quindi siamo abbastanza fiduciosi che tutto ciò che era di valore non lo sia più”.

Milley ha detto che l’intelligence sa dove è finito il drone nel Mar Nero e che probabilmente si trova a quattro o cinquemila piedi (tra i 1.300 ed i 1.600 metri) sotto la superficie, il che renderebbe le operazioni di recupero “molto difficili” per chiunque. Tra l’altro, ha riferito il generale, gli Stati Uniti “non hanno navi lì, ma abbiamo molti alleati e amici nell’area”.

Il Mar Nero viene continuamente sorvegliato da aerei e UAV statunitensi  (in parte decollati dalla base siciliana di Sigonella) impegnati a raccogliere informazioni di carattere militare sui movimenti e la dislocazione delle forze russe e a fornirle in molti casi agli ucraini.

Sempre in tema di tensioni nei cieli, questa mattina aerei da combattimento Typhoon britannici e tedeschi  hanno intercettato congiuntamente un velivolo russo che sorvolava lo spazio aereo estone.

Foto:  US DoD e Ministero Difesa russo

 

 

 

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