Consegnati nel 2022 quattro Sukhoi Su-30SM al Kazakistan

 

Nel 2022 – ha riferito il ministero della Difesa del Kazakistan – è stato acquisito il seguente hardware militare per le esigenze delle Forze Armate kazake: 4 caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM, 2 installazioni radar, un sistema missilistico di difesa aerea, 76 vari veicoli militari (basati su KamAZ ed Ural) e attrezzature logistiche varie.

La notizia conferma quanto avevamo riportato nel settembre del 2021 quando il direttore del Servizio federale russo per la cooperazione tecnico-militare (FSMTC) Dmitry Shugayev aveva preventivato che nel successivo 2022 sarebbero stati consegnati appunto 4 caccia Su-30SM.

Shugayev faceva allora presente infatti, che fino al 2021 erano stati consegnati al Kazakistan 20 Su-30SM e che l’ultimo lotto dei suddetti quattro velivoli derivato dal più recente contratto stipulato con Mosca avrebbe consentito il completamento del secondo squadrone di 12 caccia Su-30SM ciascuno.

Il Kazakistan ha precedentemente firmato tre contratti per l’acquisto di un totale di 24 caccia Su-30SM prodotti dalla Irkutsk Aviation Plant, una filiale di Irkut Corporation PJSC (e parte di PJSC UAC): in base al primo contratto firmato nel 2014 del valore di circa 5 miliardi di rubli, il Kazakistan ha ricevuto 4 Su-30SM con numeri di coda rossi da “01” a “04” (numeri di serie da 10MK5-1118 a -1120 e -1201), che sono giunti a Taldy-Kurgan nell’aprile 2015.

Nel dicembre 2015, il Kazakistan ha firmato un secondo contratto per altri 8 caccia Su-30SM le cui consegne dei primi due velivoli (numeri di coda rossa “05” e “06”, numeri di serie 10MK5-1315 e 10MK5-1316) sono avvenute nel dicembre 2016; altri due velivoli (numeri di coda rossi “07” e “08”, numeri di serie 10MK5-1507 e 10MK5-1508) sono giunti nel dicembre 2017 e i restanti 4 caccia Su-30SM sono arrivati in Kazakistan nel dicembre 2018 (numeri di coda rossi “09”, ” 10″, “11” e “12”, numeri di serie rispettivamente da 10MK5-1603 a 10MK5-1606).

Nell’agosto 2017 la Russia e il Kazakistan hanno firmato un contratto quadro per la fornitura di altri 12 velivoli Su-30SM, in base al quale è stato concluso tuttavia un contratto definitivo nel maggio 2018 per la fornitura di solo 8 caccia dei 12 inizialmente previsti, così come correttamente anticipato a suo tempo da Analisi Difesa.

I primi 4 velivoli di questo contratto, con numeri di coda rossi, da “19” a “22”, sono stati consegnati in due distinti periodi del 2020 presso la 610^ base aerea di Karaganda.

Il Su-30SM (Codice NATO “Flanker-H”) è una variante della serie Su-30MK (classe di caccia multiruolo oggi presente nelle forze aeree di Algeria, India, Indonesia, Malaysia, Cina, Uganda, Venezuela e Vietnam), progettata dai tecnici Sukhoi ma sulla base delle richieste espresse dalla Difesa russa.

Modifiche che includono specificatamente i sistemi radar, di comunicazione e IFF, nuovi sedili eiettabili, configurazione degli armamenti rinnovata e ulteriori modifiche ai sistemi elettronici, di fabbricazione russa a differenza degli apparati francesi o israeliani presenti sulle versioni MK.

Per il resto il Su-30SM, che ricordiamo essere un velivolo biposto, mantiene la stessa struttura del velivolo da cui deriva, incluse le alette canard e il sistema di propulsione AL-37FP con ugelli di scarico direzionabili indipendentemente lungo l’asse di beccheggio.

Questo caccia è stato adottato dall’Aviazione russa e dell’Aviazione della Marina russa, dalla pattuglia acrobatica russa dei Russian Knights ed è stato esportato anche alle Forze Aeree di Armenia, Bielorussia, Kazakistan e anche del Myanmar (Birmania), ma in quest’ultimo caso nella variante SME (E per esportazione).

Ricordiamo infine che la variante russa ulteriormente aggiornata nota come Su-30SM2 è stata recentemente introdotta nelle Forze Armate russe alla fine dello scorso anno.

Foto: Aeronautica del Kazakistan

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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