Disfatta dei ribelli siriani "moderati", l'Iraq prepara la controffensiva
Con l’aiuto dei consiglieri militari americani, le forze irachene si preparano a lanciare a primavera una grande offensiva contro i jihadisti dell’Isis nel Nord dell’Iraq. Ma allo stesso tempo, i miliziani filo-al Qaeda del Fronte al Nusra hanno inflitto un duro colpo alla strategia dell’amministrazione Obama in Siria, sconfiggendo nelle ultime ore i ribelli moderati dell’esercito Siriano Libero addestrati e armati dagli Usa nelle loro roccaforti nel Nord del Paese, impossessandosi delle loro armi. Tra sabato e domenica scorsa, il Fronte al Nusra ha assaltato città e villaggi nella provincia siriana di Idlib, in un attacco diretto contro il moderato Esercito libero siriano, hanno riferito comandanti ribelli, attivisti e analisti citati dal Washington Post. Un’offensiva che ha anche innescato un’ondata
di defezioni tra i ribelli: molti si sono arresi, sono fuggiti verso la Turchia, o si sono uniti agli estremisti del Fronte al Nusra, spinti anche dalla delusione dei raid anti-Isis di Usa e alleati in Siria che in molti percepiscono come un aiuto più o meno diretto alle forze dell’odiato regime di Bashar al Assad.
Tra le basi conquistate dal Fronte – che a sua volta si batte contro Damasco e contro l’Isis, ma che figura nella lista nera Usa delle organizzazioni qaediste terroriste – c’è il quartier generale stabilito nel villaggio di Khan Subbul dal Herakat Hazm, il gruppo che sotto l’ombrello dell’Esercito Siriano Libero ha ottenuto la maggiore quantita’ di assistenza militare dagli Usa, compresi i primi missili anticarro Tow. I ribelli, secondo quanto riferito da residenti della zona, hanno abbandonato le loro armi e sono fuggiti senza combattere.
I miliziani di al Nusra hanno poi sconfitto anche un altro gruppo sostenuto dagli Usa, il Fronte rivoluzionario siriano, che ha consegnato le sue basi nella regione di Jabal al Zawiya. Un video postato su Youtube mostra i vincitori che entrano in possesso di un loro deposito di armi, a Deir Sunbul.
Le conseguenze delle perdite nella regione settentrionale di Idlib, sostegno diversi analisti, potrebbero rivelarsi molto pesanti per i ribelli cosiddetti “moderati”, ma anche per il Pentagono specie ora che gli iracheni, col sostegno di centinaia di consiglieri militari americani, stanno pianificando l’offensiva di primavera per riconquistare nel 2015 Mosul e altri centri che collegano la regione alla Siria.
Il piano, scrive il Post, richiede l’utilizzo e l’addestramento di tre nuove divisioni militari irachene, per un totale di almeno 20 mila soldati. E ci sono anche difficoltà di carattere politico-confessionale, ad esempio per quanto riguarda l’utilizzo delle milizie sciite, o il numero e eventuale impiego sul campo di battaglia dei consiglieri militari Usa. E in ogni caso, se anche tali problemi verranno superati e l’offensiva avrà successo, per avere la meglio sull’Isis in modo definitivo, ci vorrà “uno sforzo di tre-quattro anni”, secondo quanto ha affermato il capo di stato maggiore dell’esercito Usa, generale Ray Odierno.
(con fonte ANSA)
Foto AP, Esercito Iracheno
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.