I russi avanzano a Kupyansk e Avdiivka e abbattono aerei e missili ATACMS

 

(Aggiornato alle ore 23,00)

Mentre l’attenzione politica e mediatica internazionale resta concentrata sulla guerra nella Striscia di Gaza dai fronti ucraini giungono notizie che come sempre faticano a trovare conferme da fonti neutrali ma che potrebbero avere un rilevante impatto sugli sviluppi a breve termine del conflitto in atto ormai da 21 mesi.

Nelle notti del 23 e 24 ottobre le Forze armate ucraine hanno annunciato di aver abbattuto diversi droni russi copie dei modelli iraniani Shahed-136 e 131: la notte del 23 ottobre l’antiaerea ucraina avrebbe abbattuto 5 droni e un missile da crociera Kh-59, quella successiva sarebbero stati abbattuti tutti i 6 droni dello stesso tipo lanciati dalle forze russe.

La crescente produzione russa di droni-kamikaze (munizioni circuitanti) di concezione nazionale e a costi contenuti e ampio raggio d’azione sembra indicare la volontà di Mosca di affiancare progressivamente ai Geran 2 altri modelli  sull’onda del successo ottenuto sui campi di battaglia e nelle immediate retrovie dalle munizioni della famiglia Lancet.

Un attacco russo effettuato a quanto riferisce l’agenzia AP, che cita fonti militari ucraine, con 11 droni-kamikaze Geran 2, avrebbe distrutto ieri un grande deposito di munizioni sotterraneo presso la base aerea e il grande complesso militare di Khmelnytskyi (nella foto sopra), nell’Ucraina Centrale. In quest’area i russi hanno già in passato colpito grandi depositi di armi e munizioni forniti all’Ucraina dagli alleati occidentali.

Le fonti ucraine riferiscono di aver abbattuto tutti i droni e il ministero delle Infrastrutture Energetiche di Kiev ha affermato che i rottami dei droni caduti a Khmelnytskyi hanno rotto le finestre dell’edificio amministrativo e del laboratorio della centrale nucleare locale e hanno interrotto l’elettricità a più di 1.800 persone. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha affermato che le difese aeree del suo paese si stanno preparando per un altro inverno di attacchi russi alle infrastrutture energetiche.

Le valutazioni relative alla sicurezza della centrale nucleare sembrano utili a deviare l’attenzione dall’attacco al deposito di armi e munizioni, probabilmente il vero obiettivo del raid russo o comunque quello principale in un attacco che potrebbe aver avuto nel mirino anche l’infrastruttura energetica.

La grande esplosione rilevata vicino all’aeroporto di Starokonstantinov, che ospita i pochi velivoli Sukhoi Su-24M ucraini ancora in grado di volare ed equipaggiati con i missili da crociera SCALP/Storm Shadow (nella foto sopra il presidente Zelensky “firma” uno SCALP-EG imbarcato sui un Su-24) forniti da Francia e Gran Bretagna, confermata anche da video amatoriali ripresi dai social e dai media ucraini, sembrerebbe indicare la distruzione di un grande deposito di munizioni con diverse esplosioni secondarie

 

L’ecatombe di aerei ucraini

Rilevanti anche le notizie rese note o filtrate da fonti russe. Il 22 ottobre il ministero della Difesa russo ha annunciato nel consueto rapporto quotidiano che tra il 19 e il 20 ottobre i sistemi di difesa aerea russi avevano abbattuto 7 aerei da combattimento MiG-29 ucraini, probabilmente appartenenti alle più recenti forniture di velivoli ceduti dalle aeronautiche polacca e slovacca. Sui canali militari Telegram alcuni osservatori ipotizzano che il numero elevato di abbattimenti sia dovuto a un sensibile incremento del numero e dell’impiego da parte russa di aerei da combattimento caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57 nel teatro bellico ucraino.

Valutazioni che potrebbero puntare a evidenziare del velivolo russo “di punta” anche se i missili a lungo raggio R-37M Vympel (AA-13 Arrow per la NATO – nella foto sotto) sono impiegati ampiamente nel conflitto ucraino anche dai Sukhoi Su-35 e United Aircraft Corporation, il gruppo aeronautico russo controllato da Rostec, ha annunciato il 24 ottobre di aver consegnato alle Forze Aerospaziali (VKS) un nuovo lotto di caccia multiruolo Su-35S

Il Ministero della Difesa russo ha poi aggiunto che nel periodo dal 14 al 20 ottobre ben 12 velivoli dell’Aeronautica Ucraina sono stati distrutti nella zona di combattimento da caccia russi: 10 caccia MiG-29 e due aerei d’attacco Sukhoi Su-25, oltre a due elicotteri Mil Mi-8 e Mi-24.

Il 25 ottobre il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, in visita al quartier generale del Gruppo Vostok, guidato dal tenente generale Andrey Kuzmenko nel settore di Donetsk Sud, ha affermato che in cinque giorni sono statio abbattuti ben 24 aerei ucraini. Numeri che da Kiev o da fonti neutrali non sono stati confermati né smentiti ma che, se fossero veri o anche solo vicini alla realtà, vedrebbero ridursi in modo considerevole la disponibilità di aerei da combattimento ucraini basata sui modelli Sukhoi Su 27, Su-24, Su-25 e Mig 29.

Altre fonti russe vicine agli ambienti militari attribuiscono i successi contro i velivoli ucraini non tanto a un maggiore impiego dei Su-57 (nella foto sopra) ma a una migliore integrazione tra le batterie da difesa aerea a lungo raggio S-400 (nella foto sotto) e i velivoli radar russi Beriev A-50U, in grado di guidare su bersagli in volo anche a quote relativamente basse sotto i 1.000 metri.

 

Il curioso caso degli ATACMS intercettati

Il 25 ottobre, il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver abbattuto in volo per la prima volta nelle ultime 24 ore con i propri sistemi di difesa aerea due missili balistici tattici MGM-140 Army Tactical Missile System (ATACMS), trasferiti di recente dagli Stati Uniti e impiegati il 18 ottobre per colpire due aeroporti a Berdyansk e Luhansk utilizzati dagli elicotteri dell’esercito russo operativi sui fronti del Donbass e di Zaporizhia come illustrato anche da Analisi Difesa.

il ministero della Difesa russo, citato dalla TASS, ha rivelato che “durante le ultime 24 ore, le capacità di difesa aerea hanno intercettato due missili tattici ATACMS di fabbricazione statunitense, un missile terra-aria S-200 convertito per colpire bersagli terrestri, due missili anti-radiazioni HARM e due razzi del sistema missilistico a lancio multiplo HIMARS di fabbricazione americana”, afferma una nota del ministero.

L’aspetto curioso a tal proposito è che magazine britannico The Spectator aveva pubblicato il 21 ottobre un articolo di Mark Galeotti che annunciava come i russi fossero stati in grado di intercettare la maggior parte dei missili ATACMS (nella foto sotto) a lungo raggio impiegati dall’Ucraina. “Sembra che la maggior parte dei missili ATACMS siano stati intercettati, ingannati o abbiano comunque mancato il bersaglio”, si legge nell’articolo.

L’articolo, che rilevava come le forze russe abbiano imparato ad adattarsi e far fronte ai nuovi tipi di armi che vengono trasferite in Ucraina, è stato ripreso lo stesso giorno dal quotidiano di San Pietroburgo Izvestia.

Al di là delle buone fonti che Galeotti ha sempre potuto vantare, le notizie pubblicate sulle intercettazioni che i russi attuerebbero con successo nei confronti degli ATACMS sono antecedenti di qualche giorno all’annuncio russo di aver abbattuto “per la prima volta” due missili di questo tipo il 25 ottobre.

Plausibile quindi che i russi avessero intercettato almeno una parte dei 18 missili ATACMS utilizzati contro i due aeroporti russi, come confermerebbero indirettamente alcuni video diffusi su canali Telegram che mostravano gli elicotteri russi basati a Luhansk e Berdyansk con danni tutto sommato limitati provocati dai missili americani.

 

I russi avanzano ad Avdiivka

Sui campi di battaglia la controffensiva ucraina sembra aver ormai esaurito la sua spinta dopo quasi cinque mesi dal suo avvio, il 4 giugno scorso, senza significative conquiste territoriali sui fronti di Zaporizhia e Donetsk.

Nella regione di Kherson gli ucraini continuano a sbarcare fanteria leggera da piccole imbarcazioni fluviali sulla sponda orientale del fiume Dnepr in corrispondenza del Ponte Antonovsky, ormai da tempo distrutto (nella foto sotto) , costringendo i russi a impegnare fanteria,  artiglieria e forze aeree (con un crescente impiego delle bombe guidate FAB-500) per respingerli.

Sui fronti di Zaporizhia e Donetsk gli ucraini continuano ad attaccare anche se con ridotta intensità e con un costante calo dell’intensità del fuoco dell’artiglieria, elemento che potrebbe indicare una rilevante penuria dovuta ai minori rifornimenti in arrivo dall’Occidente e dalla distruzione di diversi depositi a causa degli attacchi russi in profondità.

Nelle ultime 24 ore le forze russe hanno distrutto 2 carri armati Leopard nella regione di Zaporizhia, ha riferito oggi il ministero della Difesa russo nel suo bollettino giornaliero. “Le unità russe hanno respinto l’attacco del gruppo d’assalto della 65ma brigata meccanizzata delle Forze armate ucraine nell’area dell’insediamento di Rabotino. Le perdite del nemico in questa direzione ammontano a 85 militari, 3 carri armati, tra cui 2 Leopard, 4 veicoli corazzati da combattimento e 2 veicoli”.

Intorno a Rabotino, il settore del fronte di Zaporizhia in cui gli ucraini si sono incuneati maggiormente pur senza riuscire a superare la Linea Surovikin, fonti russe segnalavano un violento contrattacco che avrebbe determinato ampie perdite ucraine, la resa di molti militari  (11.500 i prigionieri ucraini in mano russa secondo il Canale Telegram ucraino Wartears) e l’arretramento delle linee delle forze di Kiev.

Da oltre due mesi i russi hanno assunto l’iniziativa nel settore di Kupyansk (tra le regioni di Luhansk e Kharkiv). Qui le forze di Mosca stanno cercando di conquistare il nodo ferroviario Kupjansk-Uzlovoj come hanno ammesso fonti militari ucraine all’emittente Radio Svoboda. Questo nodo ferroviario é “strategicamente importante”, necessario per circondare la città di Kupjansk, “la situazione é molto difficile”.

A conferma delle difficoltà ucraina in questo settore oggi Kiev ha annunciato di voler evacuare centinaia di bambini dalle comunità vicine a Kupyansk.  “L’amministrazione militare regionale di Kharkiv sta pianificando di annunciare l’evacuazione forzata dei bambini da 10 insediamenti nella regione di Kharkiv”, ha precisato il ministero per la Reintegrazione di Kiev. Si prevede che 275 bambini saranno evacuati da 10 località dentro e intorno a Kupyansk, che si trova a meno di 8 chilometri dalla linea del fronte. Le autorità ucraine avevano già annunciato ordini di evacuazione per alcuni insediamenti vicino a Kupyansk in agosto, ma da allora i combattimenti si sono intensificati.

Da almeno una settimana i russi stanno avanzando anche nel settore di Avdiivka, nella regione di Donetsk a sud di Bakhmut. “Le zone di Avdiivka e di Marinka sono particolarmente difficili. Numerosi attacchi da parte dei russi, ma le nostre posizioni restano protette”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky il 22 ottobre.

Il 25 ottobre il portavoce del Gruppo di Forze Meridionali ucraine, Oleksandr Shtupun, ha riferito alla televisione nazionale ucraina che i russi “hanno sganciato circa 40 bombe aeree guidate in due notti” registrando un calo delle azioni offensive terrestri imputato dalla fonte ucraina alle forti perdite subite dai russi quantificate da Shtupun in “2.400 morti e feriti negli ultimi cinque giorni” per la maggior parte registrate nei pressi di Avdiivka e della vicina città di Maryinka, entrambe da tempo sotto attacco. Kiev ha annunciato ieri che sarebbero 296.310 i soldati russi uccisi dall’inizio dell’attacco russo all’Ucraina, numero considerato decisamente sovrastimato anche da molte fonti occidentali.

Vitaliy Barabash, capo dell’amministrazione militare ucraina di Avdiivka, ha dichiarato che la città sta subendo attacchi aerei e di artiglieria incessanti. “Il nemico sta cercando di circondare la città e sta inviando nuove forze da nord e da sud”. Come è già accaduto in altri centri urbani minacciati dall’avanzata russa, diversi civili non intendono lasciare le proprie case. “Ieri siamo riusciti a evacuare solo una persona”, ha affermato Barabash. “Le persone non se ne vanno, vorrei che lo facessero in modo più attivo”.

Fonti russe riferiscono invece di un’avanzata particolarmente significativa a nord della città, che consente di minacciare le strade su cui affluiscono i rifornimenti per la guarnigione ucraina, con la conquista di importanti alture e il tentativo di assumere il controllo della ferrovia. L’operazione russa sembra seguire lo stesso schema di sempre: avanzare ai lati del centro urbano per minacciare le linee logistiche del nemico, favorirne l’accerchiamento per indurre le forze ucraine a ritirarsi.

Nel pomeriggio di oggi il giornalista ucraino Yuriy Butusov ha reso noto sul suo canale Telegram che “le forze militari russe hanno conquistato un’area di circa 1 chilometro di larghezza lungo un terrapieno ferroviario a nord della città contesa di Avdiivka e sono previste avanzate lungo l’argine verso i villaggi di Stepove e Berdychiv. Secondo varie fonti il corridoio di rifornimento controllato dalle truppe ucraine si è ridotto ad appena  6-8 chilometri.

Secondo alcune fonti russe nel settore di Avdiivka sarebbero operativi molti veterani della battaglia di Bakhmut .che avevano combattuto nei ranghi della PMC Wagner.

La conquista di Avdiivka avrebbe del resto un valore rilevante anche per la sicurezza della popolazione della vicina città di Donetsk, esposta al tiro dell’artiglieria ucraina.

 

Russi e ucraini dialogano

L’Ucraina e la Russia continuano a mantenere canali di comunicazione per risolvere le principali questioni umanitarie legate allo scambio di prigionieri di guerra, corpi dei morti, corridoio del grano e ritorno dei bambini ucraini dalla Russia. Lo scrive il Washington Post ripreso dalla Pravda Ucraina. “In alcuni casi Mosca e Kiev si avvalgono di intermediari, in particolare Turchia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Vaticano e Comitato internazionale della Croce Rossa. Ma la maggior parte degli scambi di prigionieri viene effettuato direttamente.

E’ stato riferito – scrive la Pravda Ucraina – che da parte russa i negoziati sullo scambio di prigionieri vengono condotti dal centro di coordinamento del Ministero della Difesa russo, di cui fa parte anche l’FSB. Anche singoli politici e formazioni militari private russe, come Wagner e Akhmat, avrebbero esercitato pressioni per il rilascio di determinati prigionieri. Lo scambio di prigionieri, così come lo scambio dei corpi di soldati morti, avviene principalmente nel nord-est della regione di Sumy, l’unica sezione del confine ucraino-russo dove non vi sono scontri terrestri. Circa due volte al mese, furgoni refrigerati che trasportano cadaveri arrivano al confine e vengono scaricati e ricaricati, ha detto Oleg Kotenko, un funzionario ucraino che fino a settembre ha supervisionato il trasferimento dei corpi e la ricerca dei soldati dispersi.

 

I russi addestrati da Kiev

Le Forze armate dell’Ucraina stanno addestrando un battaglione dell’Esercito interamente composto da cittadini russi, membri di minoranze etniche che perseguono l’indipendenza dalla Federazione Russa e ritengono il conflitto in Ucraina un passo utile a conseguire tale obiettivo. Lo scrive Bloomberg ripresain Italia da Agenzia Nova, che cita ufficiali anonimi preposti all’addestramento dei volontari.

Il reparto battezzato Sibir (“Siberia”) includerebbe già decine di militari volontari, giunti in Ucraina attraverso Paesi terzi per unirsi alla resistenza di Kiev. Contrariamente ai gruppi di “volontari russi” che nei mesi scorsi hanno sferrato attacchi ed effettuato operazioni di sabotaggio contro insediamenti oltre il confine della Russia, il nuovo battaglione è integrato nell’Esercito ucraino e secondo le informazioni raccolte da Bloomberg verrà presto schierato sul fronte contro le forze russe.

 

La Slovacchia sospende gli aiuti militari all’Ucraina

Come promesso in campagna elettorale, il nuovo premier slovacco Robert Fico ha reso nota la sospensione del sostegno militare a Kiev che in futuro riceverà da Bratislava solo aiuti umanitari.  La rinuncia al sostegno militare all’Ucraina e la fine delle sanzioni alla Russia era diventato un tema portante della campagna elettorale di Fico che si posto al pari dell’Ungheria in netta contrapposizione con la politica adottata da NATO e UE.

Secondo la tv slovacca Fico ha ribadito alla commissione per gli affari europei del parlamento di Bratislava che non invierà armi all’Ucraina, ma vuole mantenere gli aiuti umanitari, compreso lo sminamento del territorio ucraino. In sede europea sarà contrario a qualsiasi sanzione contro la Russia, a meno che non vengano quantificati gli effetti finanziari di tali sanzioni. “La posizione del mio governo è che la cessazione immediata delle operazioni militari è la migliore soluzione che abbiamo per l’Ucraina. L’Unione Europea dovrebbe trasformarsi da fornitore di armi a operatori di pace. È meglio negoziare la pace per 10 anni piuttosto che uccidersi a vicenda per 10 anni senza alcun risultato”, ha aggiunto il primo ministro.

Finora Bratislava ha ceduto a Kiev ingenti quantità di armi, munizioni ed equipaggiamenti inclusi 30 veicoli da combattimento BMP-1, 4 obici semoventi da 155 mm Zuzana, una batteria missilistica da difesa aerea S-300, 13 aerei da combattimento Mig 29  completi di missili e parti di ricambio e 4 elicotteri multiruolo MI-17.

 

Altri aiuti a Kiev da USA e Danimarca

Il segretario di Stato Antony Blinken in un post sul social X  ha annunciato oggi che gli Stati Uniti forniranno un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev (il 49° dall’inizio dell’invasione russa) per 150 milioni di dollari.  Il pacchetto include munizioni per sistemi missilistici terra-aria (sistemi Patriot e NASAMS probabilmente), missili anticarro. missili antiaerei portatili Stinger e munizioni aggiuntive per sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (HIMARS) che lanciano anche i missili ATACMS. Nel grafico qui sotto l’andamento delle forniture militari statunitensi all’Ucraina dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale Russa.

La Danimarca donerà all’Ucraina equipaggiamento militare per un valore di circa 500 milioni di euro secondo quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian, citando fonti del Ministero della Difesa di Copenaghen che non ha reso noto nessun dettaglio circa la tipologia degli equipaggiamenti ma potrebbe trattarsi di tank, veicoli da combattimento e munizioni di tipo russo/sovietico già in dotazione alle forze ucraine e acquisiti da paesi terzi.

La Danimarca ha già ceduto all’Ucraina ingenti quantitativi di armi, munizioni e dotazioni varie inclusi mortai da 120mm, 19 obici semoventi da 155 mm e Caesar con 19.000 munizioni, 24 obici trainati da 155 mm FH-70 e 54 cingolati M113.

@GianandreaGaian

Foto: Ministero Difesa Russo, Ministero Difesa Ucraino, Telegram TestPilot.ru

Mappe: ISW

Grafico: US DoD

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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