Il Sukhoi Su-57 biposto
La United Aircraft Corporation (UAC) ha depositato il brevetto per un aereo stealth biposto multiruolo facilmente identificabile nel caccia pesante di quinta generazione Sukhoi Su-57 (Codice NATO “Felon”).
È interessante notare che finora la versione a due posti di questa macchina era stata considerata esclusivamente nell’ambito del programma congiunto indo-russo, chiuso un lustro fa, per lo sviluppo di un futuro caccia di quinta generazione per l’Aeronautica Militare indiana il cui programma era noto col nome di Sukhoi/HAL Fifth Generation Fighter Aircraft (FGFA).
Le Forze Aerospaziali russi (VKS) d’altra parte non hanno mai espresso – finora – alcun interesse ufficiale per tale modifica né tanto meno hanno formulato requisiti per il suo sviluppo, anche se è bene ricordare che nel 2021 era stato il ministro dell’Industria e del Commercio russo Denis Manturov ad aver anticipato lo sviluppo della variante biposto del “Felon”.
Il brevetto in questione descrive comunque le caratteristiche di progettazione dell’aereo (anche per garantirne la furtività tipica di questa classe di caccia) e i compiti chiamato a rispondere, includendo i relativi disegni tecnici.
La differenza principale esterna rispetto al Su-57 risiede chiaramente nella sezione del muso allargata con un tettuccio per una cabina di pilotaggio a due posti, dove i piloti sono disposti in tandem.
Lo scopo principale dell’aereo è il ruolo di posto di comando aereo dove l’operatore delle armi e navigatore siede nella cabina di pilotaggio posteriore dietro grandi schermi più ampi di 1,5 volte.
Viene riferito che l’autonomia e la durata del volo sono aumentate del 10% grazie all’ampliamento della capacità del serbatoio; viene descritta inoltre la possibilità di trasportare in due alloggiamenti di carico tra le gondole UAV lanciabili in volo, serbatoi e pod vari. Ben tre volte sono citati gli ugelli dei motori a spinta vettoriale.
Nel brevetto infine non si fa menzione del fatto che questo aereo potrebbe essere un velivolo per l’addestramento ma c’è una frase secondo cui la seconda cabina di pilotaggio prevede «l’uso di un indicatore come console per la simulazione di guasti», cosa che normalmente è richiesta per le modifiche degli aerei russi biposto addestratori indicati generalmente dalla sigla UB.
In Russia si discute adesso a quale cliente si rivolgerebbe la UAC con questa versione del Su-57. All’India che vorrebbe ritornare sui propri passi o piuttosto al Ministero della Difesa russo che avrebbe richiesto una versione biposto dopo le recenti azioni di collaudo operativo intraprese in Siria e sul teatro di guerra ucraino?
D’altra parte bisogna anche tener presente che il 27 settembre 2019 l’UCAV russo Sukhoi S-70 “Okhotnik” ha effettuato un volo di prova Sukhoi Su-57; le dichiarazioni rese allora dal ministero della Difesa russo specificarono che l’Okhotnik avrebbe interagito con il Su-57 trasformandosi in un vero e proprio amplificatore di sensori, testando in questo modo il radar, i sistemi di designazione e puntamento dei bersagli per i sistemi d’arma a lungo raggio e trasmettendo numerosi dati al pilota del caccia di quinta generazione.
Non è da escludere dunque che la Difesa russa possa aver logicamente emesso un nuovo requisito o ancora che l’industria militare russa abbia riflettuto sulla possibilità di realizzazione del biposto in virtù del fatto che il Su-57 ha le capacità di manovrare e comandare un “drone gregario”; un compito tuttavia eccessivo per un solo pilota chiamato a gestire il proprio caccia e un UCAV al proprio fianco.
Ma non è tutto: mentre scriviamo infatti è l’agenzia TASS a fornire un ulteriore indizio riferendo della realizzazione di mini droni realizzati appositamente per il Su-57. «Per il Su-57 sono stati creati dei mini-UAV per vari scopi che il velivolo potrà trasportare su una sospensione esterna o nelle baie interne e sganciare poi in volo.
È previsto che il caccia lanci più droni contemporaneamente e controlli questo gruppo di UAV» – ha dichiarato una fonte del settore militare all’agenzia di stampa russa.
Si tratterebbe di droni d’attacco, da ricognizione e UAV da guerra elettronica. In particolare, i droni sganciati in decine di esemplari dal Su-57 consentiranno ai caccia di sfondare la difesa aerea del nemico – sia sovraccaricando i suoi canali di informazione sia con un attacco concentrato ai suoi sistemi con i droni e con le armi in dotazione al velivolo
Foto UAC
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.