Coalizione: l'85% dei raid aerei sono statunitensi
Gli Stati Uniti hanno compiuto circa l’85% degli attacchi aerei contro lo Stato Islamico (IS) dall’inizio della campagna lo scorso agosto: lo ha reso noto il Pentagono il 13 novembre. I partner arabi della Coalizione guidata dagli Stati Uniti hanno realizzato tra il 23 settembre e il 12 novembre appena 56 dei 393 attacchi aerei sulla Siria, mentre i partner occidentali degli USA hanno realizzato dall’8 agosto 70 degli oltre 470 raid aerei compiuti sull’Iraq, ha spiegato il portavoce del Central Command (Centcom), il colonnello Patrick Ryder.
La stessa fonte ha reso noto ieri che al 15 novembre il numero complessivo di attacchi aerei ha superato quota 900. Sono stati effettuati altri 20 attacchi aerei in Siria (19 contro le postazioni dell’IS, quasi tutti tra Kobane e Raqqa, e uno contro quelle del gruppo qaedista Khorasan nell’area di Aleppo) più altre 16 incursioni contro postazioni del Califfato in Iraq nei dintorni di Kirkuk, Taji, Ar Rutbah, Baiji e Mosul.
Nessuna notizia circa la sorte di Abu Bakr al-Baghdadi, dato per morto o ferito in un attacco aereo ma che con il suo ultimo comunicato audio sembra aver dimostrato di essere ancora vivo e in buone condizioni. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) al 12 novembre i raid aerei avevano ucciso in Siria oltre 850 persone della Coalizione internazionale a guida Usa sulle postazioni dell’Isis in Siria dal loro inizio, il 23 settembre.
Lo riferisce l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Tra gli uccisi, 746 sono jihadisti dell’Isis, ma anche 50 civili, tra i quali otto bambini. Il numero di morti che l’ong dice di essere stata in grado di accertare è di 865. L’Ondus ritiene tuttavia che il numero dei caduti tra i miliziani dell’Isis possa essere superiore considerata “la segretezza mantenuta dallo Stato Islamico sulle sue perdite e la difficoltà di accesso a molte aree e villaggi colpiti”.
I caduti tra le fila del Fronte al-Nusra, la branca siriana di al-Qaeda, sono invece almeno 68. Molti dei civili sono morti in bombardamenti che hanno preso di mira giacimenti petroliferi e raffinerie nelle province di al-Hasaka e Deyr az Zor, oltre che Raqqa e località nelle province di Aleppo e Idlib.
A Washington intanto il segretario alla Difesa americano, Chuck Hagel, ha riferito al Congresso sull’andamento del conflitto parlando di progressi ma avvisando comunque sul fatto che la lotta sarà lunga e conoscerà “battute d’arresto”.
“L’avanzata dell’IS è stata bloccata in alcune parti dell’Iraq, ed in alcuni casi le sue forze sono state ricacciate da iracheni, curdi e forze tribali sostenuti dai raid americani e della coalizione”.
Hagel ha sostenuto la richiesta formulata dalla Casa Bianca di altri 5,6 miliardi di dollari di finanziamenti per l’anno fiscale 2015. Gran parte della somma, 3,4 miliardi, sarà destinata a finanziare le operazioni militari americane, mentre la parte restante sarà destinata programmi di addestramento delle forze di sicurezza irachene, ha spiegato Hagel.
Foto: Us DoD, Uk Mod, UAE Air Force, Reali Forze Aeree Olandesi
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