Cingolani: “la guerra in Ucraina campanello d’allarme per l’industria della Difesa”

 

La guerra in Ucraina è servita da campanello d’allarme per l’industria europea della difesa: “un sistema diviso in cui ciascuno dei 27 paesi dell’UE investe nei propri carri armati e aerei non funziona. Dobbiamo iniziare a costruire una massa critica in Europa, dobbiamo gettare le basi per centri di difesa continentali”.

In un’intervista ieri al Financial Times l’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani, ha evidenziato la necessità di mettere in comune risorse e ricerca in Europa. “Alcuni diranno che non è l’ideale per la sovranità nazionale ma dobbiamo guardare alla difesa da una prospettiva globale. ‘Se ci sono molte aziende che investono su molte piattaforme diverse, l’investimento medio su ciascuna piattaforma sarà basso”, ha detto Cingolani facendo il confronto con i programmi statunitensi dove il focus va su poche piattaforme con investimenti consistenti.

L’ad di Leonardo lamenta anche alcune norme UE eccessivamente stringenti, osservando come un’eccessiva attenzione ai ”principi e alle regole della concorrenza” può creare un settore in cui ”le aziende europee non avranno successo né individualmente, né insieme”. Per Cingolani le ragioni alla base delle norme antitrust e sugli aiuti di Stato sono ”comprensibili ma limitanti” per le aziende della difesa.

I costi dell’energia, le norme sulle emissioni e il costo del lavoro in Europa, se confrontati con Usa e Cina, finiranno per pesare sulle aziende europee quotate perché gli investitori “andranno altrove”.

Nell’intervista Cingolani ha citato l’accordo tra Italia, Giappone e Regno Unito per lo sviluppo del Global Combat Air Programme come un esempio di collaborazione, indicando che le partnership possono rappresentare un’opportunità per Leonardo di espandersi anche in Asia.

Ieri la Borsa ha nuovamente premiato il titolo di Leonardo, in rialzo dal 29 dicembre: dall’inizio dell’anno ha guadagnato complessivamente il 5,7 per cento a 15,78 euro per azione. Nell’ultimo mese il titolo è cresciuto di oltre l’11,02%, in sei mesi del 52,44% e nell’ultimo anno del 93,1 per cento in un contesto che vede il boom dei titoli delle aziende del settore Difesa in seguito alle nuove ingenti commesse determinate dall’impatto del conflitto in Ucraina.

Immagini: Leonardo

 

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