Aerei da combattimento Sukhoi Su-30K e UAV turchi Akinci per l’Etiopia
Le Forze Armate etiopi hanno riferito che lo scorso 16 gennaio è avvenuta la cerimonia di introduzione nella locale Aeronautica Militare di due caccia Sukhoi Su-30 di “prima generazione” (nel dettaglio stiamo parlando della variante Su-30K). Alla cerimonia ufficiale a cui ha preso parte il Capo di Stato maggiore delle Forze Armate etiopi, il Field Marshal Birhanu Jula, è stato specificato che questo è il primo lotto di Su-30K ricevuti dal Paese africano. A giudicare dalle fotografie diramate, i due caccia hanno i numeri di coda etiopi “2401” e “2402”.
Si tratta nello specifico dei velivoli un tempo appartenenti all’Aeronautica Militare indiana (IAF), il che suggerisce che Mosca è stata in grado di vendere all’Etiopia gli ultimi 6 dei 18 caccia Su-30K restituiti a suo tempo dall’India. Come abbiamo scritto in passato i caccia Su-30K sono aerei “di transizione” costruiti presso lo stabilimento aeronautico di Irkutsk della Irkut Corporation JSC – gruppo Sukhoi – come i primi 18 velivoli da consegnare all’India nell’ambito degli accordi del programma Su-30MKI del 1996 e 1998.
Ricordiamone la genesi: nell’aprile del 1994 l’India cominciò ad interessarsi al Su-30MK (versione multiruolo dell’originario Su-27PU), aggiornato e con maggiore presenza di componentistica occidentale. Un primo ordine per 40 Su-30MKI (il suffisso sta per “Modificato Commerciale – cioè da esportazione – India”) fu firmato con il gruppo russo; per la cronaca il Su-30MKI (“Flanker-H” per la NATO) è una variante del Su-30MK sviluppata dalla russa Sukhoi sulla base delle specifiche fornite dall’IAF.
I primi 8 aerei designati Su-30K furono consegnati al 24th Squadron “Hawks” di Pune-Lohegaon a partire dal marzo 1997. Nel frattempo l’ordine fu modificato e aumentato da 40 a 50 caccia Su-30MKI. Il 24th Squadron dichiarato operativo l’11 giugno 1997 ricevette altri 10 esemplari (per un totale di 18 Su-30K) ed il reparto assegnò ai “Flanker” codici identificativi compresi tra SB 001 e SB 018.
L’aggiornamento dei primi 18 Su-30K allo standard Su-30MKI, sebbene originariamente previsto, non risultò tuttavia conveniente e di conseguenza fu deciso di restituire gli aerei alla Irkut e acquistare altrettanti Su-30MKI versando la differenza di prezzo.
Così i “Flanker” ex indiani trovarono un nuovo cliente nel governo bielorusso che li acquistò per 300 milioni di dollari incaricando la locale azienda 558a ARZ di Baranovichi di portarli allo stesso standard dei Su-30KN già in servizio. Secondo il portale militare russo BMDP invece, gli aerei rimasero di proprietà della Irkut Co. e non furono restituiti alla Russia per evitare il pagamento delle corrispondenti tasse.
Nell’ottobre 2013 la Rosoboronexport firmò poi un contratto con l’Angola per l’acquisto di 12 di questi 18 caccia Su-30K ex-indiani dietro emissione di un prestito russo. A tal proposito fu riferito che inizialmente era prevista la consegna di tutti i 12 velivoli entro l’inizio del 2017 ma in realtà i 12 Flanker furono consegnati in Angola solo da ottobre 2017 a maggio 2019, dopo essere stati riparati e modificati presso la 558a ARZ.
E così i restanti sei Su-30K rimasero in deposito presso lo stabilimento aeronautico bielorusso di Baranovichi e il loro destino apparve incerto. Nel 2019 apparvero più volte notizie di trattative con Luanda per un ulteriore espansione della flotta aerea angolana con i rimanenti 6 Su-30K che si rivelarono infondate.Ora appare chiaro che l’acquirente di questi Su-30K è l’Etiopia che riceverà nei prossimi mesi i successivi quatto esemplari.
In generale il Su-30K è un Su-27UB con capacità d’attacco aria-terra leggermente ampliate: ricordiamo infine che l’Etiopia ha già in servizio i Flanker: ad oggi risulterebbero attivi 3 Su-27P, 15 Su-27SK e 6 Su-27UBK acquistati all’inizio degli anni 2000 da Russia e Ucraina.
Addis Abeba sta potenziando le sue forze aeree anche con i velivoli senza pilota (UAV) turchi Baykar Akinci, armati con missili aria-terra Roketsan MAM-Lla cui presenza in numero imprecisato era già stata segnalata nel novembre scorso. L’Aeronautica Etipica ha già acquisito da Baykar nel 2021 almeno 4 UAV Bayraktyar TB2 schierati sulle basi di Bahir Dar e Harar Meda e impiegati nel conflitto contro le forze tigrine del Tigray People’s Liberation Forces (TPLF) insieme agli UAV cinesi Wing Loong e agli iraniani Qods Mohajer-6.
Foto: TV Etiopia
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Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.