Tra le opzioni dell’Operazione Aspides comando greco e aerei CAEW italiani
Come era stato anticipato, pur senza conferme ufficiali, sarà probabilmente la Grecia ad assumere il comando dell’Operazione Aspides varata dall’Unione Europea nel Mar Rosso. Anche se l’ufficializzazione verrà resa nota solo il 19 febbraio a Larissa avrà sede il quartier generale dell’operazione che schiererà probabilmente anche un comando in teatro operativo affidato al comandante delle forze (incarico che verrà probabilmente assegnato a rotazione semestrale tra un contrammiraglio italiano e uno francese) con sede probabilmente a Gibuti, dove è presente una base navale francese che ospita a tempo pieno un centinaio di militari e civili per assistere le navi militari in transito che può essere rapidamente rafforzata e si trova di fatto a poche decine di miglia dalle coste yemenite.
La Grecia “proporrà di assumere il comando della Missione europea nel Mar Rosso” ha detto ieri il ministro della Difesa greco, Nikos Dendias, al suo arrivo a Bruxelles per l’informale dei ministri della Difesa. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, riferendo alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, ha spiegato che il comando greco dell’operazione è stato concordato tra tutti i ministri della Difesa della Ue (nella foto sotto) ma verrà ufficializzato dai ministri degli Esteri UE il 19 febbraio.
L’incarico ad Atene non sembra scaturire dal numero o dalla qualità delle navi della Marina Greca assicurate all’Operazione Aspides ma da ragioni più politiche. Atene sembrava infatti sul punto di aderire all’operazione a guida statunitense Prosperity Guardian inviando una fregata, come affermò il ministro Dendias il 22 dicembre scorso: possibile quindi che Bruxelles le abbia assicurato il comando in cambio dell’adesione all’operazione europea.
Crosetto ha reso noto inoltre che l’Italia sta valutando l’invio di assetti aerei con compiti di sorveglianza e raccolta dati nel Mar Rosso, oltre a quello di una nave che, con rotazione semestrale, sarà sempre presente garantirà.
Per assicurare adeguata copertura radar alle navi, esplorare a distanza lo spazio aereo e il territorio dello Yemen ed intercettare le comunicazioni viene valutato l’invio di un velivolo Gulfstream G550 CAEW (nella foto sopra) del 14° Stormo dell’Aeronautica Militare con sede a Pratica di Mare (Roma), già impiegati nell’ambito di missioni nel fianco Est della NATO e soprattutto coinvolti, insieme ad altri aerei alleati, nell’identificazione e localizzazione dei bersagli colpiti in Crimea da missili e droni ucraini.
La presenza degli aerei italiani nei pressi della costa rumena, registrata da siti che tracciano il traffico aereo come Itamilradar ha spesso anticipato gli attacchi ucraini contro porti e aeroporti russi in Crimea.
L’impiego di tale velivolo, rischierato probabilmente nella base aerea francese di Gibuti (Base Aérienne 188 Djibouti che ospita solitamente 4 aerei da combattimento Mirage 2000-SF, alcuni aerei da trasporto CASA CN235 ed elicotteri Puma) potrebbe limitare la disponibilità di velivoli dello stesso tipo per le missioni sul Mar Nero considerato che i velivoli CAEW in servizio con l’Aeronautica sono solo due.
Per compiti di sorveglianza, ricognizione e Intelligence (ISR) potrebbero forse venire impiegati velivoli a pilotaggio remoto MQ ) Reaper (noti anche come Predator B) del 32° Stormo dell’Aeronautica sempre da rischierare a Gibuti
“Gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso sono dei veri e propri attacchi di natura militare e minacciano la nostra stabilità economica. Useremo almeno una nave militare e aerei di ricognizione, ma servono più risorse”, ha spiegato Crosetto, sottolineando che la situazione nel Mar Rosso è critica e “la presenza italiana potrebbe essere di grande aiuto”.
Tuttavia, ha aggiunto Crosetto, l’invio di assetti aerei richiede una pianificazione accurata e una valutazione dei rischi. “La crisi del Mar Rosso va vista come effetto del conflitto in atto nella Striscia di Gaza, ma ha una portata molto più ampia. Siamo nel mezzo di un conflitto ibrido globale che si gioca contemporaneamente su più fronti in differenti parti del mondo, in Medio Oriente, nell’Indo-Pacifico e nella guerra tra Russia e Ucraina”.
In particolare, Russia, Iran e Corea del Nord “hanno un potenziale produttivo di armi e sistemi d’arma che preoccupa e che non è avvicinabile a quello dei Paesi occidentali, ma è molto superiore”. E gli stessi Houthi, avvisa il ministro della Difesa “sono il gruppo più organizzato dell’entourage iraniano, molto più di Hezbollah, hanno capacità propria di produzione di armi, hanno resistito per anni agli attacchi di Arabia Saudita ed Emirati Arabi”. Al punto che “valgono dieci volte Hamas” e negli ultimi due mesi hanno sferrato oltre 30 attacchi contro mercantili in transito.
Crosetto ha poi auspicato “la partecipazione di Paesi arabi moderati che volessero unirsi a questo sforzo collettivo di sicurezza ed anche dell’India”, nazioni che si sono rifiutate di aderire all’operazione anglo-americana Prosperity Guardian protagonista di diverse incursioni aeree e missilistiche sulle postazioni Houthi nello Yemen.
Le navi militari europee faranno deterrenza e proteggeranno il traffico marittimo “mantenendo uno stretto coordinamento con l’altra missione Ue Atalanta, con cui Aspides condividerà parte dell’area d’operazioni, pur con distinzione di compiti, e con Prosperity Guardian”, ha aggiunto Crosetto. “Per ora gli assetti europei comprenderanno un minimo di tre unità navali, supporto intelligence e logistico, capacità di Early Warning aereo, protezione cyber, supporto satellitare e Comunicazione strategica in supporto alla cosiddetta Information Warfare”.
Ieri Berlino ha reso noto che la fregata Hessen (classe Sachsen tipo F124- nella foto sopra) salperà dalla base a Wilhelmshaven l’8 febbraio per far rotta sul Mar Rosso, dove arriverà alla fine del mese per integrarsi nell’Operazione Aspides raggiungendo le FREMM Martinengo italiana e Languedoc francese. Secondo la sottosegretaria alla Difesa tedesca Siemtje Moeller, l’Ue deciderà l’avvio delle sue operazioni nel Mar Rosso entro il 19 febbraio e “immediatamente dopo”, il Bundestag potrebbe approvare con procedura d’urgenza l’invio della Hessen nel Mar Rosso.
Foto: Aeronautica Militare, Bundeswehr e Ministero Difesa italiano
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.