Presto la firma del contratto per i Rafale alla Serbia
La Serbia firmerà presto un ricco contratto per l’acquisizione di prodotti per la Difesa con la Francia, secondo quanto riportato dal Financial Times che riferisce di una commessa da 3 miliardi di euro per 12 aerei da combattimento Dassault Rafale, primi velivoli da combattimento occidentali e entrare in servizio con le forze aeree di Belgrado che finora hanno impiegato velivoli russi o di produzione nazionale.
Come ha ricordato nei giorni scorsi Analisi Difesa, Belgrado mantiene un equilibrio tra Russia e Occidente che si riflette anche nelle decisioni in campo militare.
“Il contratto dovrebbe essere firmato nei prossimi due mesi e alla presenza del presidente della Francia”, ha detto Vucic a Parigi la settimana scorsa dopo aver incontrato il presidente francese Emmanuel Macron. “Siamo determinati ad acquistare nuovi aerei che migliorerebbero significativamente le nostre capacità di combattimento”. Un funzionario della difesa serbo ha detto al Financial Times che l’accordo è stato “negoziato per oltre il 90%” ma che le due parti devono ancora concordare i termini finanziari. La guerra in Ucraina “ha accelerato la diversificazione per noi”, ha detto il funzionario.
“Abbiamo fatto affidamento sulla tecnologia di tipo sovietico, e abbiamo la necessità di mantenere tale attrezzatura”, ha detto il funzionario. “A causa delle circostanze geopolitiche ora non è nemmeno fattibile – anche se lo si desidera – acquistare dalla Russia”.
Oltre ai Rafale, l’accordo includerà sistemi ausiliari, armi, addestramento e manutenzione. Il successo di vendite del Rafale impone a Dassault di aumentarne il rateo di produzione. Nel 2003 sono stati consegnati solo 13 aerei contro i 15 previsti ma l’azienda punta a produrne 20 quest’anno per poi salire gradualmente a 36 Rafale annui.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha negato che la fornitura dei Rafale fosse condizionata da Parigi con l’applicazione di sanzioni serbe alla Russia.
La posizione di Belgrado “non è cambiata” dall’inizio del conflitto in Ucraina. “La Serbia è orgogliosa del suo atteggiamento, non ha cambiato e non cambierà il suo atteggiamento. Nessuno l’ha ricattata e nessuno può ricattarla” ha detto Vucic.
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